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Mi stacco bruscamente dalle sue labbra spingendolo lontano da me, mentre il mio cuore sbatte furiosamente contro cassa toracica, quasi volesse strapparsi dal mio petto da un momento all'altro.
I suoi occhi sembrano brillare e il verde dell'iride sono certa non sia mai stato così accentuato e scuro, le pupille sono dilatate e il respiro è corto come il mio, ma riesco a scorgere sul suo volto dannato, una sorta di lussuria e stupore, come se quel gesto lo avesse turbato a tal punto da non sapere più come comportarsi.

Paradossalmente mi ritrovo a pensare di essere nella sua
stessa situazione, nonostante la mia mente continui a ripetermi di tornare in me e di smetterla con queste fandonie.
Il suo viso a poco a poco si fa meno confuso e anche lui come me compie un passo indietro, aggrottando le sopracciglia e deviando poi il suo sguardo verso le deboli onde del mare.
Mi impongo anche io di distrarre la mia attenzione da una simile immagine e decido di arretrare ancora un po', donando al mio viso una migliore visione della Luna, che pare quasi volermi attrarre con la sua inimitabile bellezza.
Afferro le mie scarpe ormai cadute sulla sabbia, con le mani fredde e tremanti, per poi allontanarmi da lui senza pronunciare una parola, una sillaba e senza neanche rivolgergli un'ultima occhiata.
Ciò che desidero più di ogni altra cosa, è rimanere da sola con me stessa, ovvero appigliarmi alla mia unica ed eterna certezza: io.
Mai nessuno avrebbe il coraggio o anche solo la testa e la pazienza, di rinunciare ad una vita tranquilla e monotona, pur di trascorrere la sua con me.
Mai nessuno sarebbe in grado di comprendermi come solo io so fare, mai nessuno riuscirebbe a darmi la forza di affrontare i miei demoni, perché mai nessuno se la sentirebbe di udire i loro sussurri.
Mai di nessuna amicizia avrò la certezza, poichè nessuno vorrà mai perdere la propria purezza, incontrando lo tsunami che alberga la mia mente.
La mia unica certezza infatti sono e sarò per sempre io, poiché quando ho avuto più bisogno, non vi era amico o familiare disposto a salvarmi, c'ero soltanto io.

Non vi era alcuna mano disposta a salvarmi dall'annegare, se non la mia: quando ancora non sapevo bene come nuotare, ho dovuto lottare contro le onde dell'Oceano più assoluto e, con il sangue sparso per il corpo, sono approdata ad una riva.
No, non in un'estesa terra disposta ad accogliermi, ma in una piccolissima isola deserta riposta in mezzo al mare e, come unica salvezza, in quel minuscolo sprazzo di terra, si trovavano un melo e un serpente a sonagli.
O la morte, o l'inferno: questa era la decisione da prendere.
Ed io scelsi l'Inferno.

Sento il mio corpo tremare e le forti emozioni, che mi stringono il cuore ad ogni passo, non mi lasciano tregua, aggrappandosi al mio cuore con le unghie e con i denti, facendomi così serrare il fiato in gola dal dolore.
Non posso provare tutto questo, non posso adagiarmi al pensiero di una vita felice, non posso aggrapparmi ad una misera speranza, che come già so si rivelerà fasulla.
Conosco le sue motivazioni: voleva semplicemente giocare con me, scordandosi che il mio è un corpo, non un joystick e che il mio cuore è freddo e blindato, non inesistente.

Continuo a camminare a passo svelto lontano dalla spiaggia, pensando che mai avrei creduto di scappare da un luogo così bello, raggiungendo finalmente il viale adornato da maestose palme e da piccoli chioschi, i quali, nonostante il tardo orario, ancora brulicano di gente.

La testa comincia a dolermi e un familiare calore si propaga nel mio petto, ormai scosso da leggeri spasmi, il che sta a significare solo una cosa: la mia rabbia lotta per prendere il sopravvento.
In molti penserebbero, che la mia sia solo esagerazione e che i miei pensieri siano fin troppo severi, ma la verità è che la conoscenza della vita, quella vera, e le conseguenze che essa porta, non possono che essere di questo tipo.
Ogni cambiamento, ogni speranza, ogni nuova scoperta, segnano il nostro cuore e la nostra mente per sempre, perché nel momento stesso in cui avvengono, il timore di un nuovo incontro faccia a faccia, con quel mostro a tre teste, chiamato più comunemente vita, ma
erroneamente Cerbero, torna a farci visita.

You'll be MineWhere stories live. Discover now