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Ricordatevi di lasciare un like e un commento per dirmi cosa ne pensate del libro.
*

Giro e rigiro quella scatola bianca fra le mani come se fossi una bambina curiosa.
Su di essa c'è disegnato un telefono, Iphone 6 più precisamente e scommetto che sia il nuovo modello.
Non ho mai avuto uno di questi telefoni, al massimo i miei erano a tasti.
<<Fammi uscire da qui!> urlo battendo un pugno sulla porta della mansarda.
<<Quando imparerai ad usare le buone maniere, a non sfasciare la mia macchina e a non parlare con Christine dei cazzi miei allora ti farò uscire>>

Stringo i pugni e colpisco la porta incazzata.
<<Sei un lurido bastardo e non sei cambiato affatto>> grugnisco dando un altro colpo alla porta formando un solco sulla superficie in legno.
<<Mossa sbagliata, ci vediamo fra qualche ora>> ghigna allontanandosi dalla porta.

Quel coglione di Jason ha avuto la grandiosa idea di mettermi dentro la mansarda mentre dormivo, così che non opponessi resistenza.
Ho aperto gli occhi appena ho sentito la porta di questa stupida stanza sbattere e mi sono ritrovata questo stramaledetto telefono accanto e una miriade di scatoloni, oggetti vecchi e polvere.

La voglia di pestarlo a sangue è alta, così come il desiderio di spiattellare tutto sul suo conto giusto per vedere ogni singolo essere umano allontanarsi da lui.
Purtroppo il segreto di famiglia me lo impedisce, ma non mi impedisce di fargli male, di rompergli un braccio o di ammazzarlo.

Ascolto i suoi passi scendere lungo le scale e aspetto qualche minuto, il tanto di farlo allontanare o rientrare in camera.
Osservo l'orologio al polso notando le 3:00 am. incise su di esso e sospiro dalla frustrazione.
Ora capisco a cosa serva un telefono, ma non ho nessun numero ancora e l'unico che potrei chiamare sarebbe il 911, ma non mi pare il caso.

<<Bastardo te la farò
pagare!>> urlo senza udire alcuna risposta, passo o borbottio.
Tiro un sospiro di sollievo e mi allontano dalla porta di qualche passo.
Osservo la gamba e il braccio buoni per non causarmi altri danni e prendo la rincorsa.
Continuo a prendere a pugni la porta allargando quelle due fessure già formate, mentre il legno si sgretola ai miei occhi.
<<Stronzo, bastardo, pezzo di merda...>> borbotto mentre continuo a prendere a pugni quella povera porta e a distruggerla.
Mi calmo per un attimo osservando con un sorriso malizioso il disastro e torno indietro per prendere il telefono.
Corro per le scale incazzata come non mai e mi chiudo a chiave dentro la mia camera, mettendo una sedia sotto la maniglia.
Scuoto velocemente la scatolina in modo da aprirla e rigiro fra le mie mani un piccolo oggetto con la punta non sapendo cosa farci.
<<Ma come cazzo funziona questo telefono?>> sbotto buttando all'aria i foglietti i spagnolo e tedesco e acciuffando finalmente quello in inglese.
<<Quando mai per mettere una scheda devo infilare un ago? Ma che roba è mai questa?>>
Spingo quel piccolo oggetto nella fessura al lato del telefono nero e grigio e inserisco velocemente la sim prendendola dal mio comodino.
Una serie di colpi alla porta della mia stanza mi fanno capire l'arrivo del coglione e corro verso la cabina armadio per mettere un giubbotto, cambiarmi e infilare nel mio zaino di scuola il necessario per stare lontano da qui stanotte.
<<Brutta stronza apri!>> tuona il cretino ubriaco ricordandomi mio padre.
Sento il cuore in gola mentre afferro la scatolina, la richiudo e infilo nella mia borsa. Spalanco la portafinestra della mia camera e osservo il grande albero difronte a me distante circa dieci metri.
Prendo un gran respiro e corro sul balcone, poggiando un piede sul cornicione e saltando fra quei rami.
Sento il frastuono della mia porta distruggersi e scendo velocemente dall'albero arrampicandomi alla corda dell'altalena e saltando sul terriccio.
Passo le mani sui jeans e mi sistemo lo zaino sulle spalle, correndo verso il cancello della villa e sentendo le sue urla dall'esterno.

You'll be MineWhere stories live. Discover now