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Se non hai molti amici
significa che hai
molta esperienza
di vita.
~ Soren Kierkegaard

La mascella contratta, i capelli scuri, che disordinati gli ricadono sulla fronte, le mani strette sul volante della Mercedes AMG GT, le nocche bianche per lo sforzo. Il silenzio rotto solo dai nostri respiri, dai miei mugolii di dolore e dal rombo prodotto dall'auto, che vaga irrequieta nel traffico, il quale rende l'attesa più soffocante. Mi domando cosa mi sia saltato in testa, quando gli ho scritto chiedendogli di venirmi a prendere.

<<Non dirai neanche una parola ancora per molto?>> sibilo fra i denti, premendo il palmo della mano destra sul costato, nel vano tentativo di alleviare il dolore.

Non mi risponde, allunga una mano verso la radio e fa partire la musica, per nascondere il suono della mia voce. Spengo la radio, incrociando le braccia sotto il seno.
I Linkin Park esplodono nell'abitacolo, coprendo gli appena udibili suoni da noi emessi, i quali prima, rendevano il silenzio assordante. Abbasso il volume, seppur a malincuore, visti i geni indiscussi in questione.
Axel allunga la mano per risollevarlo, ma glielo impedisco, interponendo la mia e facendole così sfiorare inevitabilmente.
<<Si può sapere cosa ti prende, Axel?>> sollevo la voce.
Lui scuote il capo con un sorrisetto amaro sul volto, se possibile, stringendo maggiormente le mani sul volante.
<<Da settimane ormai non fai che sfuggirmi: prima sembri non volermi lasciare un attimo di respiro, poi poni come il voto del silenzio. Volevi parlare? Parliamo, non possiamo continuare così >>
Axel non mi risponde, fissa la strada con sguardo assente, inebetito, evitando il mio sguardo, la mia voce, come se non esistessi.
<<Ascoltami! Dimmi cosa ti prende, dimmi perché sei così equivoco con me, prima sembri essere presente, poi improvvisamente sfuggi dalle mie dita come l'aria>>
La macchina frena di colpo, il mio busto si sporge in avanti di riflesso, frenato solo dal suo braccio, che mi spinge prontamente contro il sedile per evitarmi un doloroso impatto.
Trattengo il fiato, per il forte dolore alle costole creatosi con quel contatto e torno a respirare solo dopo qualche minuto, quando la sua mano si pose improvvisamente sulla mia coscia mandandomi in iperventilazione. Ruoto lentamente il capo verso di lui, con le labbra socchiuse e lo sguardo chiaramente confuso.
<<Ma cosa...>> sussurro, quando si sporge verso di me, riuscendo in un attimo a portarmi a cavalcioni su di lui bruscamente.
<<Stai zitta>>
Aggrotto le sopracciglia, pronta a dirgliene quattro, ma mi attira rapidamente a sé facendo incontrare le nostre labbra con esigenza.

Spalanco gli occhi colta alla sprovvista, mentre le mie labbra si muovono sulle sue senza che io riesca ad esercitare alcun controllo su me stessa. Improvvisamente un ignoto calore si insinua nel mio stomaco, non appena percepisco le sue mani stringere i miei fianchi, dopo essersi insinuate sotto il tessuto pesante della mia felpa. Lascio che la mia lingua incontri la sua e quando afferro delicatamente il suo labbro inferiore con gli incisivi, lo mugugnare. Si stacca dalle mie labbra scendendo sul mento e successivamente vagando sul mio collo, lasciando sulla mia pelle una scia di baci, che riempiono il mio corpo di brividi. Sento il volto andare in fiamme, il cuore battere così rapido da compiere capriole, il respiro corto e il suo sapore ancora impresso sulle mie labbra. Guardo le sue, così morbide e ora rosse a causa mia piegarsi in un sorriso, le sue pupille sono così dilatate mentre osservano, da nascondere in gran parte il verde delle iridi.

Resto per qualche istante in quella posizione, con la mano destra sul suo petto e lo sguardo perso nei suoi occhi. Il suo sembra così radioso da far tremare il mio cuore e, quando la mia mano scivola sul suo petto, percependo la furiosa corsa del battito, il timore aumenta.
Allontana rapidamente la mano, aprendo lo sportello per uscire dall'auto il più presto possibile, ormai a corto di fiato. Mi accorgo solo ora di essere a ridosso di un bosco e cammino a stento, raggiungendo il tronco di un albero e lasciandomi ricadere sul terreno con le mani fra i capelli.
<<Ehy, stai bene?>>
Axel mi raggiunge, sedendosi accanto a me e togliendo le mie mani dalle povere ciocche di capelli.

You'll be MineWhere stories live. Discover now