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Buio.
Il buio più totale mi avvolge, senza mostrarmi neanche una fioca luce.
Mi avvolge, facendomi sentire schiacciata, quasi mi stesse soffocando.
Rimango interdetta, osservando il nulla e domandandomi come possa un Elemento da me tanto apprezzato, farmi questo effetto.
Flebili sussurri, parole sconnesse che vagano in questo spazio a me ignoto, stringendosi attorno al mio cuore, e colpendolo come tanti piccoli spilli.
Giro lentamente su me stessa, cercando un'angolazione da cui io possa vedere qualcosa, mentre cammino a tentoni nell'oscurità.
<<Principessa>> sento nel vuoto, raggelandomi immediatamente a quel soprannome.
Solo una persona mi chiama così, la stessa persona che dal dolore, ha trascinato anche me nell'abisso, ancorandomi nei fondali più remoti.
<<Non ti lascerò mai sola>> continua quella voce, mentre io cammino con le braccia difronte al mio busto, cercando qualsiasi cosa, qualsiasi superficie.
<<Ci sarò sempre per te, non me ne andrò mai>>
Il suo tono canzonatorio mi raggela, e sento come se il pavimento sotto i miei piedi si stesse squarciando, percepisco il suo iniziale tremolio e successivamente le potenti scosse che gli permettono di compiere quel gesto.
<<Ovunque tu andrai, io sarò alle tue spalle, ti osserverò da lontano, i miei occhi non ti abbandoneranno per un istante>> aggiunge poi, con una risata <<Staremo sempre insieme, sempre, sempre insieme>>

Cado sul pavimento e mi prendo i capelli fra le dita, mentre il terreno ormai mi sballotta da una parte all'altra e quella voce continua a ripetersi come una cantilena nella mia testa. Scuoto la testa più e più volte, continuando a tenere il capo chino fra le mani.
<<No, no, no, no!>> esclamo, sollevando di un'ottava ogni termine, sovrastando gli squarci del terreno e percependo altri sussurri, altre parole altre voci.

<<Basta!>> grido, sollevandomi di scatto e respirando a fatica. Il cuore batte prepotentemente contro la cassa toracica, e il sudore incolla le lenzuola al mio corpo.
La sveglia trilla a ritmo con il mio affannato respiro e porto le ginocchia al mio petto, mettendomi seduta contro la spalliera del letto.
La stanza è immersa nel buio, neanche un fascio di luce trapela dalle tapparelle chiuse e questo non fa altro che riportarmi a quella voce, a quelle parole.
<<Staremo sempre insieme, sempre, sempre insieme>> ripeto, continuando a dondolarmi avanti e indietro.
Sento qualcosa muoversi sul materasso, ma la mia agitazione è tale da non farmi preoccupare più di tanto.
Con le mani tremanti tasto il comodino alla mia sinistra, alla ricerca di quella dannata sveglia e, una volta trovata, la lancio contro il pavimento, udendo il suo suono farsi sempre più debole, fino a scomparire.
Il silenzio torna sovrano nella stanza così come la mia lucidità, che, a poco a poco, si fa strada in me, facendomi incuriosire sul perché la sveglia sia suonata, con la luna ancora alta nel cielo.
Riprendo quindi a tastare quel maledetto comodino e quando finalmente raggiungo il mio telefono, lo schermo si illumina mostrandomi le tre e mezzo di notte.
Strabuzzo gli occhi, inizialmente per la forte luce proveniente da quell'aggeggio e successivamente per l'orario improponibile.
Perché mai avrei dovuto mettere una sveglia a quell'ora?

Successivamente delle forti pulsazioni alle tempie, mi costringono a chiudere gli occhi e lasciare andare il mio telefono sulle gambe.
Poso i polpastrelli sopra le tempie e, con una leggera pressione, comincio a ruotarli, sperando che il dolore cessi presto.
Questo è quello che io comunemente e elegantemente, chiamo "uno dei miei soliti risvegli di merda".

Quando il mio petto comincia a rilassarsi, il sudore lascia spazio ai brividi di freddo, dovuti all'aria pungente presente in questa casa e a-...
Corrugo la fronte e poso le mani sulle mie gambe, successivamente sulla pancia piatta e sul mio petto.
<<Merda>> borbotto, percependo il contatto con la mia pelle nuda e coperta solo dal mio intimo.
Mi mordo il labbro confusa, cercando di allungare il braccio alla mia destra e tastando il materasso.
La mia mano improvvisamente si va a scontrare con un volto: riconosco il naso e, non appena la allontano di scatto, il ciuffo di capelli.
<<Mmm>> qualcuno mugugna ed i miei occhi si spalancano ulteriormente, cercando in qualche modo di ricordare cosa diamine io abbia fatto ieri sera, per trovarmi a letto con qualcuno mezza nuda.
<<Okay, niente panico>> sussurro, sentendo un grosso mal di testa, invece dei ricordi, che se solo non avessi preso quelle stupide compresse di troppo, sarebbero stati ancora in mio possesso.
Le compresse!
Ma certo! Aspetta, per quale motivo io sono ancora viva?
A quest'ora dovrei già trovarmi in coma su un lettino d'ospedale o direttamente sotto terra insieme ai vermi.
Rabbrividisco a quel pensiero, perdendo qualche secondo a mormorare a Lucifero, di non lasciare che quella sia la mia fine.
Di certo non immaginavo che rischiare la morte, comportasse risvegliarsi mezza nuda accanto a qualcuno, dal sonno talmente pesante, da non svegliarsi neanche con una mia manata in pieno volto.
Piuttosto immaginavo di avere accesso al regno di Lucifero e farci amicizia, magari la mia vita avrebbe finalmente avuto un senso.
Oggi mi sento come se mi fosse passato addosso un treno e non solo fisicamente: sono terribilmente ironica e, quando questo accade, le figure di merda e gli eventi scomodi, sono dietro l'angolo ad attendermi.
<<Piccola hai preso tutte le coperte>>
Anzi no, mi correggo, si trovano esattamente alla mia destra.

You'll be MineWhere stories live. Discover now