~15

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È da ore che sono seduta su questo pavimento con le ginocchia al petto.

Sospiro sconfitta lasciando finalmente che i miei muscoli si rilassino e mi sollevo da quella posizione scomoda, sentendo dolore alle gambe e alla schiena.
Le risate si sentono dal piano di sotto ormai da ore, senza cessare mai.
Vado verso la mia finestra e la spalanco respirando aria buona e osservando l'albero maestoso e sempreverde difronte a me.
Abbasso lo sguardo, notando con nostalgia l'altalena posta fra i suoi rami e faccio un mezzo sorriso al ricordo di quel posto nascosto.
A pensarci bene passavo intere giornate li con Tyler, Axel, Connor e Abigail, credo che la posizione della mia stanza non sia stata una casualità.
Quell'uomo vuole fare tutto il possibile per rovinarmi la vita ed è convinto che per dimenticare mi bastino degli stupidi regali.

Un leggero tocco contro la mia porta mi fa sfuggire il cuore in gola e il piccolo pensiero che Axel possa essere dietro di essa si aggira nei miei pensieri, facendomi trattenere il respiro.
<<Alaska tesoro, sono io>> la voce di mia zia Christine mi fa rilassare e mi do della stupida per quell'insensato pensiero.
Vado verso la porta e giro la chiave nella serratura, per poi spalancarla e spostarmi verso destra, per appoggiarmi contro lo stipite e farla entrare.
Lei si siede nel mio letto e si guarda intorno un po' incuriosita, focalizzando il suo sguardo sulle pareti spoglie di questa stanza, sul comodino senza foto e sulla sedia senza vestiti sopra.
Immagino che si stia rendendo conto davvero di quanto io sia diversa rispetto alle altre adolescenti.
<<Stai bene?>> mi chiede stupidamente, rendendosi conto della domanda poco dopo.
Qui, nonostante tutto, capiamo.
<<Sto.>> rispondo ormai abituata a quel gioco di parole e intanto resto appoggiata allo stipite, giocando con la porta come se fosse un ventaglio.
<<Alaska so che sei arrabbiata, ma centro anche io in questa storia, non solo tuo zio>> mi fa notare sospirando.
<<Mi stai chiedendo perché non me la prendo con te? Tu non mi hai fatto quelle cose. Hai aspettato a prendermi quando potevi farlo e quando non hai più potuto perché ero finita lí... beh, non si poteva fare molto. Ma sono abituata ad essere abbandonata.>> le dico ovvia notando la sua fronte corrucciata.
<<Non ho fatto cosa?>>
<<Ció che il tuo caro maritino ha pensato bene di fare anni fa, è stupore quello che vedo? Cos'è il coglione non ti ha neanche detto le sue
parole?>>
Mi stacco dalla stipide e vado difronte a lei ridendo sarcasticamente.
<<Oh certo, ho sempre saputo che non aveva le palle e immagino che riferirti ciò, non sarebbe stata una bella mossa da parte sua>> borbotto con un ghigno sul volto.
<<Non capisco>> sussurra guardandosi intorno come a cercare qualche indizio.

<<Vuoi venire giù a uhm, mangiare qualcosa?>> mi domanda toccandosi i capelli nervosamente e sollevandosi dal mio letto come scottata.
<<Sono ancora tutti la
sotto?>> le chiedo, notando poi il suo sguardo infastidito.
Mi zia è una donna molto dolce, ma come tutti i membri della mia famiglia, me in primis, odia che i nostri principi vengano calpestati.
<<Devo ricordarti chi sei Alaska? Non puoi metterti problemi per una cazzata simile, hai passato cose peggiori. Abbiamo passato cose peggiori.>> mi ricorda imbarazzandomi per la mia stupidaggine.
Ha ragione, ha completamente ragione.
Mai abbassare la guardia.
Esco dalla mia camera con lei al mio seguito e scendo dalle scale sentendo il mio stomaco brontolare dalla fame.
<<Penso che uno di questi giorni dovremmo andare in giro, non so... a comprare qualcosa per la tua camera>> mi propone ripensando alle mie pareti spoglie.
Io scuoto la testa con un leggero sorrisetto e cammino nel soggiorno, evitando le occhiatacce di Tyler che gioca all'xbox con Connor e Axel, gli altri due devono essere andati via.
Immagino che Jason ancora imponga delle regole, quei due sono come degli sconosciuti per lui e questo implica che non possano stare in questa casa a lungo.
<<Ci penserò>> le rispondo facendola sospirare, so quanto ne soffra e so anche quanto teneva a sua sorella, quindi capisco perché non mi abbia voluto avere fra i piedi quando stavo in orfanotrofio.
Nonostante questo sento ancora di portare un macigno nel petto e un enorme fastidio a ripensarci.
Ripensare a quegli anni passati a sperare che mi venisse a prendere, che almeno lei si facesse valere contro Jason e che mi volesse con se, ma con il tempo ho coltivato che anche la tua famiglia ti volta le spalle.

You'll be MineWhere stories live. Discover now