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Controllo l'orario e sbatto il mio armadietto con forza: prima ora, motoria.
Sbuffo sonoramente e percorro il lunghissimo corridoio che mi porta sul retro della scuola.
Sbuffo una seconda volta per il caldo e sbuffo appena metto piede nella palestra.
In questo campus per raggiungerla bisogna uscire all'esterno, il campo da Football invece si trova dall'altro lato, sempre all'esterno naturalmente.

<<Allora ragazzi, mettetevi tutti in fila sulla linea bianca>> ordina il professore squadrandoci dalla testa ai piedi con una smorfia.
Odio, retesto, schifo, ripudio i professori di motoria.
Non chiedetemi perché, semplicemente li trovo degli esseri inutili con un inutile mestiere.
L'esatto contrario dei Coach della squadra di football ad esempio, a loro importa seriamente della loro materia e si impegnano al meglio per far vincere la loro squadra.
I professori di motoria invece sono di due categorie:
La prima comprende coloro che scassano i coglioni a noi studenti facendoci fare una miriade di esercizi inutili e stessanti, che loro non sarebbero capaci di fare, dato che non li mostrano mai; la seconda categoria comprende invece coloro che se ne sbattono altamente e restano seduti ad usare il computer o a parlare con i colleghi fino alla fine dell'ora.
In ogni caso, entrambi non hanno una vita.

<<Per iniziare, venticinque giri di campo>> ordina con un ghigno sul volto.
Scuoto la testa pensando a quanto sia cretino e inizio a correre con disinvoltura, ripensando ai giri attorno al riformatorio che ci obbligavano a fare.
In confronto questo campo non è nulla e mi ritengo in un certo senso fortunata alla vista delle solite galline che si sventolano le mani difronte al viso con fare teatrale.
<<Professore ho un calo di zuccheri>> grida una iniziando il copione della giornata.
Sollevo i miei occhi bicromatici al cielo e sbuffo per la quarta volta da quando sono entrata qua dentro.
<<C'è troppo caldo!>> si lamenta un'altra, e in questo caso potrei darle ragione, se solo non fosse che lei ha pensato ad un rimedio per questo.
I suoi miseri pantaloncini inguinali e il top più piccolo di due taglie la dicono lunga.

Termino i giri di campo tranquillamente e decido di sedermi nel posto libero accanto al professore, godendomi i teatrini di quelle ochette da quattro soldi.
<<Mi sorprendi Alaska!>> dice lui ed io sollevo le spalle, non avendo minimamente voglia do fare conversazione con questo caso umano.
<<Alaska ma come fai>> biascica Summer passando difronte a me e continuando a correre intorno al campo.
<<Coraggio ve ne mancano ancora venti razza di incapaci, la Milton li ha terminati in cinque minuti!>> grida il coglione accanto a me suscitando lamentele generali.
<<Vado qua fuori, c'è caldo, ma almeno troverò ossigeno>> sbuffo, ricevendo una leggera approvazione col capo da parte del professore.
Mi sollevo dalla panchina e faccio un cenno a Summer indicandole la direzione dove si trova lo stadio di Football, per poi uscire dalla palestra facendomi un nodo alla maglietta per scoprire la pancia e prendere un po' di aria.
Al contrario delle mie compagne indosso i leggins e una semplice maglietta a maniche corte Adidas bordeaux.
Raggiungo il campo da Football e mi guardo intorno notando con piacere di essere la sola in questo posto.
È così grande da far paura, non riesco a immaginare il caos che riempa questo stadio ad ogni partita, le Cheerleader che si esibiscono e sbavano sui giocatori, le squadre avversarie che si insultano e giocano come se si trovassero al super boal, la platea piena di studenti, genitori, amici o qualsiasi altra persona interessata a vedere la partita.
Cammino sul campo continuando a guardarmi intorno e ammirando quel luogo così immenso e silenzioso, percependone quasi il rumore che durante le partite rimbomba fra gli spalti.
Il sole penetra dall'alto e noto con stupore una tettoia in vetro azionabile con il mal tempo, certo che qui i soldi non sono affatto un problema eh? Beh, cosa potevo aspettarmi da una scuola privata?

<<Alaska!>>
Summer cammina a fatica all'interno dello stadio, coprendosi il volto dai raggi del sole.
<<Il professore ci ha dato il resto dell'ora libera per il caldo dato che tutte si lamentavano, ha detto comunque di rimanere qui>> mi spiega stendendosi sul prato del campo con la pancia in su e le braccia sotto il capo.
<<Hai pensato al discorso di
ieri?>> mi domanda dopo una leggera esitazione.
Annuisco sapendo che non può vedermi e continuo a guardarmi intorno con interesse.
<<Da piccola volevo fare la Cheerleader>> penso a voce alta lasciando che una leggera risata abbandoni le mie labbra, insieme al verso stupito di Summer.
<<Non me lo sarei mai immaginata, però ti capisco, è normale pensarlo almeno una volta nella vita. Solo che poi si cresce e si scoprono tante cose...>>
<<Tipo che molte Cheerleader sono delle vere zoccole?>> le domando retoricamente facendola ridere.
<<Si, ma non è sempre così, dipende dalla scuola. E comunque ci sono alcune Cheerleader in ogni squadra che non sono affatto delle troie, ma sono costrette a convivere con quelle quindi...>> risponde tenendo gli occhi chiusi e l'espressione rilassata.
<<Quando è la prossima
partita?>> le chiedo con interesse.
<<Dovrebbe essere il prossimo sabato ed è la prima di quest'anno, non te l'ha detto tuo cugino?>> mi chiede ed io sollevo le spalle.
<<Ci sono tanti poster appesi alle pareti della scuola Alaska>>
<<Non mi soffermo a leggere i poster, preferisco catturare altri dettagli nella mia mente>> sussurro osservando il limpido cielo con gli occhi socchiusi per la troppa luce.

You'll be MineWhere stories live. Discover now