capitolo tre

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"Ti ho detto che sto bene" ripeto per la milionesima volta ad Andreea

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"Ti ho detto che sto bene" ripeto per la milionesima volta ad Andreea.
"Sarà ma hai una voce stanca" squittisce
"Sono le tre di notte! Come la vuoi sentire la mia voce scusa"
"Ehy, se proprio ti dispiace non ti chiamo più!" Dice fingendosi offesa.
"Non ho detto questo" scendo da letto ormai sveglia e vado in cucina per prepararmi un thè.
"Mi manchi tanto piccola" sospira triste la mia mora.
"Anche tu Andreea, sarebbe stato bello lavorare insieme" le rispondo sincera.
"Si così spaccavo il faccino di quel bel biondino" si arrabbia pensando ad André, sono ormai tre mesi che lavoro per Jennifer e lui non molla occasione per richiamarmi.
"Mh, chi ti dice che sia bello?" Le chiedo arrossendo senza motivo.
"Ho fatto delle ricerche"
"Ah, si"
"Tanto a te non piace giusto? Quindi se si trova a visitare la nostra sede non ti dispiace se ci provo?"

Improvvisamente un brivido mi attraversa la schiena, una sensazione strana che si ferma nello stomaco.
"Ehy, ti sei addormentata?"
"Io, cosa? " chiedo col cuore in gola.
"Ti stavo chiedendo se ti dispiace che ci provo col biondino"
"Cosa?" Urlo così forte che probabilmente mi ha sentito tutto il palazzo.
"Perché mai mi dovrebbe interessare, è solo un ragazzino viziato! Si diverte a dare ordini su ordini per far vedere che non sono capace nel mio lavoro. Non me ne può fregare nulla di lui"
Sbraito arrabbiata.
Dall'altro lato sento la mia amica ridere come una dannata.
"Dio tesoro, finalmente qualcuno che ti fa alzare la voce, mi dispiace non essere lì a vedere. Da quando ti conosco non hai mai perso la tua calma e gentilezza, un solo giorno con mister Evans e mi hai telefonato furiosa, ho registrato la telefonata"
Rimango a bocca aperta mentre rifletto su queste parole, in effetti André è l'unico che riesce a farmi perdere la pazienza anche solo con un buon giorno.

André

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André

"Si tranquillo me ne occupo io" Maicol  mi guarda preoccupato e ne ha tutti i motivi, sono stanco di andare avanti tra questi battibecchi, a lavoro si respira un'aria pensate. Da quando Jennifer è rimasta vedova si è trasformata in un'altra donna, certo vedere morire il proprio marito appena finito il matrimonio non dev'essere stato facile. Le voglio bene, ma ne voglio anche a Maicol, lui mi ha cresciuto è stato un padre e un fratello per me, e se devo fare una scelta non posso che scegliere lui.

Camminiamo in silenzio, oggi abbiamo convocato una riunione con i delegati interni dell'azienda, Jennifer ci ucciderà appena scopre che la vogliamo fare fuori.
"Buongiorno" entriamo nella stanza riunioni, la stessa che più di un anno fa' è stata testimone del ritorno di Jennifer.
Ultimamente sto facendo pressione anche a Johanna così facendo riesco a controllare il lavoro di Jennifer e cercare un modo per farla fuori.
Inizio a esporre i miei pensieri a Zhao e Sharman, senza il loro consenso non si possono prendere decisioni importanti, anche se noi siamo i soci.
Una precauzione dei nostri genitori che come contratto hanno voluto due persone esterne, in modo che non possiamo escludere nessun socio.

Finisco di esporre la mia teoria su quanto la condotta di Jennifer sia un danno all'immagine dell'azienda.
Maicol rimane in silenzio, e i nostri delegati interni valutano la situazione.
Un applauso mi fa girare la testa così velocemente da farmi male.
"Ma bravi! È così che si fa', agire di spalle senza contare che non siete solo voi i soci" il viso furioso di Isabella mi si piazza davanti.

I capelli neri le ricadono su un lato e le sue pupille sono rosse dalla rabbia, posa le mani sul tavolo e guarda prima me poi suo fratello.
"Tu sei solo un codardo" gli dice con cattiveria.
"Isabella, ricordati che se siamo andati avanti è grazie a tuo fratello" le ricordo alzandomi di scatto.
"Guardalo André, neanche reagisce. State agendo da infami, ti ricordo che questa è anche l'azienda di Jennifer, e tu" dice guardando Maicol " mi hai lasciata e sei andato via, ora ti nascondi dietro questo cretino per far fuori Jennifer! Ma ti rendi conto di cosa state facendo?"
"Lei, non è più quella che abbiamo conosciuto, la nostra Jennifer non esiste più!" Tuona Maicol rompendo il silenzio e lasciando la stanza.

Isabella lo guarda affranta per poi dedicarmi un'occhiata tagliente.
"Ti ricordo che quando ami qualcuno lotti per il suo bene, non gli volti le spalle" scuote la testa ed esce anche lei.
Rimango seduto a questo tavolo non so per quanto tempo, sono andati tutti via. Penso alle parole di Isabella, e mi torna in mente quel giorno maledetto.
Jennifer era in lacrime, il suo vestito da sposa coperto di sangue, la portarono via di peso.
"Non lasciarmi" continuava ad urlare contro l'ambulanza che stava portando via Alex, al funerale sembrava smarrita, stava per venire  via con noi ma poi qualcuno attirò la sua attenzione.

Quel uomo che parlava con Rudolf, diceva che gli avrebbe reso giustizia.
Ma Jennifer gli rispose qualcosa, solo che ero troppo lontano per sentirla e poi? Poi nulla, lei andò via e da quel giorno non è stata più la stessa.
"Mister Evans, sono le sei passate, si sente bene?" Due occhioni grigi mi guardano preoccupati.
"Johanna che ci fai qui?" Le chiedo tornando in me.
Si morde nervosamente le labbra, e inizia a toccarsi i lunghi capelli castani.

"Avevo del lavoro arretrato" dice poco convita.
La osservo attentamente, è una donna bellissima ma troppo timida, le sue guance si dipingono di rosso ogni volta che i nostri occhi si incrociano.
"Sei stata tu ad avvisare Isabella vero?" Le chiedo duro.
Spalanca gli occhi e inizia a tremare leggermente, le faccio veramente tutta questa paura?
"Sai che ti dico,non importa" faccio per alzarmi e appena mi trovo davanti a lei noto che non trema per la paura, ma per rabbia.

Le mani strette a pugno e lo sguardo di schifo che mi riserva mi lasciano perplesso.
Un rumore sordo accompagnato al bruciore della mia guancia mi lasciano senza parole,mi ha dato un schiaffo.
"Non si permetta mai più di spiare il mio lavoro o di leggere la mia posta privata! Si sono stata io ad avvisare Isabella, non tollero essere usata per questi scopi squallidi. Quindi mister Evans, non ci provi mai più!"
La sua voce trema terribilmente, sembra sul punto di piangere, infondo ho solo frugato nel suo computer quante storie!
Johanna si allontana alla velocità della luce,mentre io mi passo la mano sulla guancia rossa.

Salve!!!!!
So che stiamo solo all'inizio, ma mi farebbe piacere avere una vostra opinione, mi scuso per la lunga pausa cercherò di aggiornare più spesso. Buona sera a tutti😘

una verità rischiosa (Completa)Where stories live. Discover now