capitolo quattro

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Johanna

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Johanna

"Salve, vorrei vedere la signora Rudolf" alzo la testa dal computer e i miei occhi vengono catturati da due splendide pepite verdi, un uomo sui trent'anni mi fissa sorridendo.
"Chi devo annunciare?" Chiedo imbarazzata, lui si gratta il mento dove c'è un po' di barba nera, perfettamente curata. I capelli dello stesso colore gli donano un aspetto di  bello e dannato.

"Gli dica che sono un buon finanziatore" risponde con un ghigno.
"Mi aspetti qui" mi alzo per andare nell'ufficio di Jennifer, ma lui mi blocca per un braccio. Rimango sbigottita da questo gesto, con uno strattone libero la presa e lo guardo in cagnesco.
"Mi scusi, ma stava per inciampare nella mia ventiquattrore" dice lui con la voce roca e lo sguardo fisso nel mio.
"Oh"  abbasso lo sguardo e in effetti ha ragione. "Grazie" aggiungo andando a passo spedito verso l'ufficio di Jennifer.

Entro senza bussare leggermente scossa, Jennifer e André stanno parlando seduti alla scrivania.
Mi fissano irritati per la mia entrata da star del cinema.
- ma quale star del cinema, sembri un clown dei bassi fondi-
Scuoto la testa per scacciare la mia coscienza maligna.
"Johanna, stai bene?" Chiede Jennifer preoccupata, André in vece si limita a fissarmi con un sopracciglio alzato.

"C'è un uomo che chiede di te" le dico mentre le mie guance vanno letteralmente a fuoco.
"Chi è?"
"Mi ha detto solo che è un ottimo finanziatore" sussurro imbarazzata.
"Ma che diamine di segreteria sei, non riesci neanche ad avere a che fare con un uomo senza diventare un peperone ambulante" ringhia André irritato.

Sgrano gli occhi e mi mordo le labbra, dopo quello  schiaffo che gli ho dato mesi fa' non mi ha più rivolto la parola.
"È permesso?" Chiede un uomo alle mie spalle, appoggia le mani sui miei fianchi per passare, ma lo fa con delicatezza, André ci fissa come se stesse guardando uno sciame di insetti disgustosi.
"Hai un profumo da far impazzire" mi sussurra all'orecchio.
Oddio! Vorrei sprofondare e non farmi vedere mai più.

"Mark sei tu?" Esclama Jennifer con un sorriso che le accende il viso.
"Si dolcezza tutto tuo" dice lui guardando me e facendomi un'occhiolino.
"Oh, per la madonna" esclama André mentre loro si abbracciano.
"Mark lui è André uno dei socio" i due si guardano in cagnesco.
"Mentre lei è Johanna" dice per smontare la tensione.
Ma si portate pure la vostra attenzione su di me, penso mentre vedo André irritarsi ancora di più.
Ma cosa caspita vuole?
"È un piacere fare la sua conoscenza"
Dice baciandomi la mano, oddio! Ma perché non la smettono di guardarmi.
"Grazie" rispondo abbassando lo sguardo sulle mie scarpe.

"Puoi pure tornare al tuo lavoro!"
Sbraita André mentre Jennifer gli lancia un'occhiata omicida.
"Con permesso" dico togliendo la mia mano da quella calda e morbida di Mark.
Torno alla mia scrivania ancora scossa, perché sono così timida!
Mi odio quando divento così, appena ricevo attenzioni da parte di un uomo carino divento un vegetale.
-Carino? Carino?altro che vegetale sembravi una patata lessa, quello è un pezzo di manzo fuori comune, anzi no è il dio del piacere sceso in terra-
Esclama la mia coscienza, sono matta lo so, ma che pensieri sono questi?

Dio del piacere? Ma cosa! Io ho chiuso con gli uomini, non voglio più innamorarmi e di certo non sarò la bambolina di uno che si crede dio sceso in terra.
"A presto bambolina" esclama Mark facendomi un'occhiolino e uscendo.
Ecco, proprio quello che intendevo!

"Johanna venerdì sei invitata ad un galà di beneficenza, passerà Mark a prenderti" Jennifer mi fissa aspettando una mia risposta, ma credo di aver perso la facoltà di parlare.
"Scusami, credo di non aver capito"
Sussurro con il cuore in gola, spero seriamente di aver capito male.
"Ho detto che Mark passerà a prenderti venerdì sera, metti un vestito lungo" ripete spazientita.
"No!"esclamo così forte da far girare quasi tutti.
"È solo una serata di beneficenza, e poi conosco Mark da una vita puoi stare tranquilla" dice sorridendo e lasciandomi sola con l espressione di chi ha saputo che deve andare al patibolo di spontanea volontà.

"Cosa c'è, hai paura di non essere notata in mezzo a tante donne di alta società?" André è appoggiato alla parete e mi guarda tra un misto di fastidio e di sfida.
"Come?" Chiedo iniziando a scaldarmi per la rabbia.
"Sai in mezzo a tante donne quel farfallone potrebbe anche mollarti per correre dietro un'altra, se fossi in te eviterei di essere umiliata in pubblico" sogghigna André.

"Pensi che io non sia all'altezza di un evento del genere? Sei solo un bamboccio e un maleducato, non ti azzardare mai più  a parlarmi in questo modo. Anzi non parlarmi mai più, hai già la tua segretaria svampita a distratti lasciami lavorare in pace!"
Urlo fuori di me, fortuna che è fine giornata e quasi tutti i dipendenti sono tornati a casa.

Mi alzo furiosa e vado via mettendo quanta più distanza possibile da quei occhi nocciola che mi fissano senza smuoversi.
******
"Ma tu ti rendi conto di cosa mi ha detto?" Ripeto per la millesima volta ad Adreea.
"Piccola tu gli piaci" ridacchia lei, sento il sottofondo dei piatti che sicuramente sta lavando dopo giorni.
Sospiro rumorosamente guardandomi intorno, le persone camminano frettolose ognuno con la loro vita da affrontare, chi corre a lavoro chi a casa chi dal proprio innamorato.

"Smettila di dire cretinate!" Passo il telefono all'altro orecchio e mi fermo davanti ad una vetrina di abiti da cerimonia.
"Sono seria cucciola, tu gli piaci solo un pazzo non perderebbe la testa per te!"
"Lasciamo stare dai" le dico scuotendo la testa, proseguo verso casa mentre Andreea mi racconta di come ha trascinato una collega per tutta l'azienda, a quanto pare le ha dato della raccomandata e non so cos'altro e naturalmente la mia amica le ha fatto fare una panoramica dell'edificio trascinandola per i capelli.
"Tu sei pazza"
"Tranquilla tesoro, mi hanno sospesa solo per una settimana, è intervenuta Jennifer e ha mandato quella in un'altro edificio, anche perché qui si è fatta già tutti. Samantha che la da come una matta" ride lei.
"Andreea! Magari sono solo dicerie, forse " ma le parole mi muoiono in bocca.

Mark alza lo sguardo dal cellulare e mi fissa senza ritegno

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Mark alza lo sguardo dal cellulare e mi fissa senza ritegno.
"Hey ti ha morso una tarantola?"
Dice Adreea, io rimango a fissare i suoi occhi senza riuscire a muovermi.
Un piccolo sorriso si insinua sul volto di Mark, rimette velocemente il cellulare nella tasca e si avvicina pericolosamente al mio viso.

"Devo essere stato particolarmente buono, per aver incontrato una dea due volte di seguito" sussurra all'orecchio dove ho il cellulare, poi mi prende la mano libera e la bacia.
"Puoi dirlo forte zuccherino" urla Andreea dal cellulare, oddio! Ora muoio.

Salve, come ?
Spero che la storia inizi a piacervi, questi sono solo capitoli transitori dal prossimo entreremo nel vivo della storia. Per Qualsiasi cosa vi prego scrivetemi, se ci sono errori o cose che non vi piacciono.
A presto kiss💖💖💖

una verità rischiosa (Completa)Where stories live. Discover now