capitolo quarantasei

2.7K 155 50
                                    

Johanna

"Amore smettila, c'è papà di là" sussurro ad André che non la smette di baciare il pancione e piano sta scendendo sempre di più.
Siamo tornati da un mese ormai, fortuna che Isabella si è svegliata dal coma e piano si sta riprendendo, è stato emozionante vedere lukas baciarla con le lacrime, sono una coppia bellissima e ringrazio dio per averli ancora con noi.

Quello che mi preoccupa è mio padre e il comportamento che ha con Jennifer, André dice che sono paranoica ma non è così, ho visto Jennifer in momenti imbarazzanti con Vincent e anche con Maicol ma mai le ho visto quel rossore sulle guance che gli viene appena mio padre le parla, e anche Maicol se né accorto, ho paura che da un momento all'altro mena papà.

"Amore, ancora non ci credo, avremo una bambina" sussurra André baciandomi il monte di venere, ha gli occhi lucidi e l'ecografia che abbiamo fatto poche ora fa ancora in mano.
"Amore, vieni qui" gli chiedo con la voce bassa.
"Dimmi piccola" si stende al mio fianco e continua a tempestarmi di baci.

"Ti amo" mi guarda con lo stesso sorriso ebete che ho io, mi si riempie il cuore di gioia nel vederlo così innamorato.
"Non mi sembra vero sai, averti qui, avervi qui" emozionato accarezza il mio pancione facendomi il solletico, passerei tutta la vita così tra le sue braccia.

"Domani parlo con papà, vorrei che tornasse a casa" lo informo facendolo tornare serio.
"Non vedo perché devi mandarlo via, tu lo ami. E smettila di dire che ci prova con Jennifer! Ti stai facendo solo film mentali, sei più gelosa di lui che di me"ridacchia prendendomi in giro.

Sbuffo girandomi di spalle e rivivo gli ultimi mesi tra i pensieri, è successo tutto così in fretta che neanche mi sembra vero.
"Avrei voluto averti vicino quando ho capito di essere incinta" sbotto tra le lacrime ripensando a quanto male ho fatto ad entrambi.
"Ora stiamo assieme amore mio, e in primavera ci sposeremo, mi dispiace aver dovuto rimandare le nozze"

Mi stringe da dietro facendo aderire la mia schiena al suo corpo perfetto.
Sorrido mentre una sua mano alza la mia gamba sinistra e la posiziona sopra la sua, sposta leggermente i nostri indumenti e mi accarezza piano prima con la mano e poi strofina la sua erezione da dietro contro la mia entrata.

"Mh" mugolo appena entra, inarco la schiena e gli stringo la gamba.
Si muove piano con una mano aperta sulla pancia facendomi dimenticare ogni cosa.
"Non lasciarmi ma più" sussurra al mio orecchio provocandomi brividi lungo il corpo.

Jennifer

" ma Maicol, fa troppo caldo in casa per farli stare così" mi lamento iniziando a togliere i completini da orsetto ai gemelli

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

" ma Maicol, fa troppo caldo in casa per farli stare così" mi lamento iniziando a togliere i completini da orsetto ai gemelli.
"Pensavo di portarli fuori" risponde lui entrando nella camera dei piccoli.
"Tra un po' verranno i ragazzi per pranzare assieme non voglio che esci" rispondo irritata all'idea di rimanere sola con Robert, lo noto come mi guarda e mi mette soggezione.

"Da quanto ti fai problemi a rimanere sola?"domanda sospettoso.
"Devo preparare il pranzo, non posso stare pure dietro ai bambini, e non voglio che Isabella si stanchi!" Ribatto facendogli alzare un sopracciglio.
"Ho detto che porto i piccoli con me" mi spiazza completamente, non avevo neanche sentito la parte dove lo diceva.
"Quindi a meno ché il motivo non sia un altro posso uscire senza problemi"
Lo stronzo mi ha fregata.

"Se proprio ci tieni, andate pure" lascio un bacio delicato sulle sue labbra e scendo in cucina.
Inizio a preparare il pranzo con una certa agitazione, al suono del campanello salto come una bomba ad orologeria, sarà che dopo la nascita dei piccoli con Maicol è stato tutto bellissimo e a volte ho paura che qualcosa possa spezzare il nostro equilibrio.

"Buon giorno Jennifer"la voce suadente di Robert mi fa arrossire terribilmente, guardo dietro di lui ma non vedo ne Johanna ne André.
"Sono in anticipo, i ragazzi ci raggiungono tra poco." Dice entrando e andando in salotto, ormai conosce bene la casa visto che passiamo molto tempo tutti assieme.

"Isabella come sta?" Chiede poggiando il vassoio della pasticceria che ha portato sul tavolo.
"Bene, sta riposando" vado in cucina e finisco di preparare le ultime pietanze.
"Hai bisogno di aiuto?" Robert è alle mie spalle e mi parla piano, ingoio il nodo che mi si è formato in gola e decido di affrontare la situazione.

"No Robert! Ma vorrei che mantenessi le distanze" mi giro e lo fulmino con lo sguardo, lo vedo sorridere e passare una mano tra i capelli brizzolati.
"Non dirmi che ti spavento" mi deride scherzoso.
"No, ma non mi piace come mi guardi"
"E come ti guardo?" Afferra il mio mento e alza il viso per potermi osservare bene.

"Come non dovresti" rispondo avvilita cercando di mettere distanza tra di noi.
"Sei una donna bellissima, è difficile non guardarti" sgrano gli occhi.
"Robert, sono poco più grande di tua figlia, e sono sposata. Non mi piace come ti comporti" serro la mascella e stringo i pugni, sto iniziando ad arrabbiarmi seriamente.

"Da come cerchi il mio sguardo, non sembri dispiacerti" spalanco la bocca in un enorme o, incredula del suo comportamento.
Prima ancora che possa rispondergli, appoggia le sue labbra alle mie, un contrasto tra la mia pelle liscia e la sua barba che pizzica, non gli do neanche il tempo di appoggiare la lingua sulle mie labbra che la mano viaggia scontrandosi con la sua guancia.

Tremo dalla rabbia mentre lui si accarezza la mascella.
"Ora hai le risposte che cercavi" dice puntando quelle pepite grigie su di me.
"Come?" Rispondo stizzita.
"Avanti Jennifer, ti sarai chiesta mille volte se provavi attrazione per me, lo so non negarlo. Il tuo corpo ha reagito prima della testa, potevi rispondere al bacio e nessuno sapeva nulla"

"Robert, non so a che gioco stai giocando, ma non provarci mai più!" Ringhio furiosa.
"Tranquilla, ti starò lontano un miglio" risponde sempre con quel sorriso da chi la sa lunga. Ma che stronzo.

Johanna

"Jennifer è tutto il giorno che sei strana che ti prende?" I ragazzi sono usciti per bere una birra al bar, e noi siamo rimaste a chiacchierare in salotto.
"In effetti è vero, cos'hai?" Interviene Isabella portandosi una mano sulla fronte, è uscita solo da pochi giorni dall'ospedale e non può affaticcarsi.
"Sono solo stanca" risponde lei prendendo Michelle tra le braccia per cambiarla.

Vorrei indagare ma una fitta improvvisa alla pancia mi toglie il respiro.
"Jo, che hai?" Minimizzo con la mano ma appena mi alzo il dolore aumenta facendomi cadere sulle mie ginocchia.
"Johanna!" Isabella prende il telefono e inizia a chiamare l'ambulanza e Jennifer i ragazzi, ho la vista che mi si annebbia sempre di più e il dolore aumenta ad ogni secondo.

Buongiorno, scusate se non ho aggiornato per molto tempo😢
Questo è solo un capitolo di passaggio, ma spero che vi piaccia ugualmente. 😘

una verità rischiosa (Completa)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora