capitolo ventidue

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"Ai mi fai male!" Si lamenta Erich mentre cerco di medicare il labbro tagliato

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"Ai mi fai male!" Si lamenta Erich mentre cerco di medicare il labbro tagliato.
"Sei messo male"gli dico dispiaciuta.
"Lui sta peggio" risponde fiero facendomi serrare la mascella.
"Potevi anche evitare di colpirlo così forte!" Rispondo irritata spingendo un po' troppo sul taglio, e facendolo imprecare per il dolore.
"Scusa"
"Potevi dirlo che eri fidanzata"
"Non è il mio fidanzato!" Ribatto infastidita
"Intanto appena ci ha visti ballare mi guardava come se mi valesse ammazzare" risponde lui alzandosi e raccogliendo la giacca dalla sedia.

"Si è fatto tardi meglio che vada" dice andando verso la porta.
"Aspetta Erich, dimmi quanto ti devo per il vestito" dico prendendo il libretto degli assegni consapevole che costa sicuramente una cifra.
Lui scoppia a ridere e si passa una mano sul viso.
"Oddio, principessa è un regalo. Da piccola li amavi" mi casca il libretto dalle mani e lo guardo con gli occhi sgranati.

"Come scusa?" Chiedo con il cuore in gola.
"Da piccola amavi i miei regali, proprio non ricordi?" Sussurra avvicinandosi.
Osservo attentamente i suoi occhi cercando indirizzi che mi portino a capire chi è.

Ma non riesco a riconoscerlo, si avvicina sorridendo e appoggia la mano sulla mia guancia iniziando ad accarezzarla con il pollice.
"Quando ti ho vista in discoteca non potevo crederci, sei diventata una donna stupenda" sussurra sulle mie labbra.
Resto immobile con il suo respiro sulla bocca, ho il cuore che batte follemente e non riesco a staccare lo sguardo dal suo.

"Sono passati tanti anni piccola, ma ancora ricordo il sapore dolce del primo bacio che ti rubai" smetto di respirare e spalanco gli occhi.
"Tu?" Riesco a dire con voce strozzata prima che le sue labbra catturino le mie.

André

"Mi spieghi cosa cavolo ti prende?"
"Ti prego se volevo la paternale chiamavo Maicol" dico a Lukas che è passato a prendermi, visto che ho un occhio completamente nero e tremo dalla rabbia.
"È per lei?" Chiede cauto, sa che c'è stato qualcosa tra me e Johanna, ma non sa cosa. Lui crede che siamo solo andati a letto, ma la verità è che c'è molto di più, nonostante non abbiamo avuto nessun rapporto fisico.

"Portami in albergo, non me la sento di tornare a casa così" gli dico sviando la conversazione.
"Ti porto da me"
"No ti prego, che poi mi devo subire le macerie tra te e mia cugina, blah"
"Non c'è stasera, sta cercando di consolare Jennifer" risponde lui serrando la mano intorno al volante in modo nervoso.

"Ha litigato di nuovo con Maicol?" Chiedo passandomi una mano sul naso insanguinato.
"Magari" sospira lui.
"Questa mattina ha ricevuto una lettera anonima, in questa lettera affermano che la madre se la facesse con un Evans, quindi lei ti sarebbe cugina, o sorella a quanto pare"

Scoppio a ridere così forte che il dolore alla faccia aumenta in modo sproporzionato, e il taglio sul naso riprende a sanguinare.
"Ma cosa dici?" Chiedo riprendendo il controllo, la faccia seria di Lukas mi fa passare la voglia di ridere.
"Avanti, non dire stupidaggini, non può essere" i miei pensieri vanno subito a Maicol, sarà a pezzi.

"Purtroppo sono serio fratello" risponde parcheggiando sotto casa.
"Portami a casa mia per favore" gli chiedo con il cuore in gola.
Durante il tragitto penso solamente a lei, Johanna mi piace più di qualsiasi altra donna al mondo, sono pazzo di lei e non voglio che finisca così.

Tornato a casa mi congedo una lunga doccia calda, i segni dei pugni sono evidenti sul mio viso ma non importa.
Mi affaccio nella camera di Isabella ma è vuota, così vado il quella di Maicol.
Isabella stessa su un lato accarezza la schiena di Jennifer, si sarà addormentata piangendo tra le sue braccia.

I lunghi capelli neri di mia cugina ricoprono il cuscino e cadono giù dal letto formando una cascata.
Entro cercando di non fare rumore e bacio la testa di Jennifer, lo sguardo accusatore di Isabella passa in rassegna il mio viso, e la fronte corrugata mi fa capire che presto le dovrò qualche spiegazione.

"Devo uscire, per qualsiasi cosa chiamami" le dico a bassa voce baciandole la fronte.
"Hey, non andare in cerca di guai!" Risponde lei.
Sorrido ed esco di casa pensando che ormai ci son dentro fino al collo.

Dopo quella che mi sembra un eternità arrivo a casa di Johanna, ho ancora i pensieri confusi e non so bene cosa le voglio dire, ma è arrivato il momento di chiarire questa faccenda.
Salgo le scale con il cuore in gola, le immagini di lei con quel vestito mi tornano vivide in mente.
Bella come una dea, vederla sorride a quello mi ha fatto salire una rabbia che non immaginavo di poter provare.

Arrivo alla porta e facendomi coraggio appoggio le nocche su di essa per bussare, ma non è chiusa e si apre da sola mostrandomi un'immagine che mi fa gelare il sangue.
Quel tipo le tiene il viso tra le mani e la bacia con passione, lei è ferma non lo allontana e ha gli occhi spalancati.
Appena mi vede il suo sguardo cambia, come se solo ora si rendesse conto di quello che sta facendo.

Scuoto la testa incredulo e scappo via come un codardo, ho fatto tutta questa strada per nulla.
"Ti prego André aspetta" la sento urlare ma non mi fermo, scendo le scale sentendo il rumore dei suoi tacchi fare eco.
"Porca miseria, aspettami!" Ma non mi fermo ugualmente.

Arrivo al portone ma una mano mi blocca il braccio.
"Ti ho chiesto di fermarti!" Ansima lei con i capelli che le ricadono sul viso e il vestito alzato fin sopra le ginocchia.
È scalza e le tremano le gambe, mi guarda attenta con un'espressione triste sul viso.
Lascia andare il vestito per liberare la mano e passarla piano sul mio viso.

Accarezza la bocca il naso, i lividi e i tagli, sembra acqua santa per il mio viso in fiamme.
"Non ti conviene lasciare aspettare il tuo ragazzo!" Le dico con tono rabbioso, si morde le labbra e scuote la testa.
"È solo un vecchio amico" sussurra guardandomi negli occhi.
"Se è così che saluti i vecchi amici, non oso immaginare cosa fai con quelli che esci"

Apro il portone lasciandola con le mani in aria e vado via.
La rabbia mi acceca, avrei solo voluto prendere a pugni quel salame spocchioso fino a ridurlo in brandelli.
Il viso addolorato di Johanna mi perseguita tutta la notte, tanto che non riesco a prendere sonno.

Mi alzo stanco alle nove passate e scendo in cucina per prendere un po' di caffè.
"Dobbiamo parlare!" La voce dura di mia cugina mi fa venire i brividi.
Mi siedo e lei mi mette davanti una tazza enorme di caffè.
"Cosa stai combinando?" Chiede sistemandosi i capelli in una coda.
"Nulla" rispondo subito cercando di essere convincente.

"Senti, già abbiamo Romeo e Giulietta in crisi, senza contare che se è davvero nostra sorella siamo fottuti, visto che Maicol partirebbe per sempre. Non ho bisogno di fare da badante anche a te, gli affari stanno andando a puttane! Jennifer non è in grado di tornare a lavoro, Maicol c'è ma è come un fantasma. Ora ti ci metti pure tu a fare il coglione, non voglio sapere cosa combini, ma tra mezz'ora ti voglio in ufficio! Io vado ora prima che ci troviamo tutti in mezzo ad una strada" sbraita uscendo e sbattendo la porta alle sue spalle.

Buona sera.....
Cosa ne pensate?
Spero tanto che il capitolo sia piaciuto, e vi prego scusatemi per gli errori. 😘😘😘😘

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