capitolo sedici

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Si alza le maniche del maglioncino e mi guarda sorridendo, la barba lunga quasi bianca e le braccia ricoperte di tatuaggi colorati, dire che lo amo è poco

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Si alza le maniche del maglioncino e mi guarda sorridendo, la barba lunga quasi bianca e le braccia ricoperte di tatuaggi colorati, dire che lo amo è poco.
"Amore, andiamo a cavallo?" Chiede dolce prendendo Jeremy il mio bellissimo cavallo bianco dalla stalla, naturalmente non ci penso la seconda volta e salto in groppa accarezzando la cresta del mio compagno di avventura.

"Pronta piccola?"
"Si, ma non chiamarmi piccola" rispondo facendo una smorfia e partendo al galoppo.
Entro nel  boschetto dietro casa e inizio a percorrere il sentiero che conduce alla sorgente naturale.
Mi giro cercandolo ma non lo trovo, tiro le redini per tornare in dietro ma Jeremy non si muove.

"Papà dove sei?" Urlo non vedendolo arrivare.
"Sono dove tu mi hai lasciato amore" la sua voce mi arriva nitida come se fosse a pochi passi, ma non c'è.
"Papà ti prego non scherzare" dico con la gola secca cercando di capire dove si trova.
"Mi hai abbandonato piccola mia" gli sento dire e il cuore mi si blocca in gola.

"Ho dovuto" rispondo piangendo.
"Hai dovuto!" Un urlo squarcia l'aria e la forma indistinta di mio padre mi si para davanti.
"Guarda cosa hai fatto, sono morto" dice cattivo e inizia a ridere, una risata fredda che mi congela.
Jeremy spaventato mi scaraventa al suolo e scappa via.
"No,papà no!" Piango disperata mentre lui continua a ridere.
"Eri la mia bambina, avevo solo te"
"Papà" urlo disperata mentre la sua figura sparisce nel nulla, mi sento legata e impotente.

"Hey Johanna svegliati" due occhi nocciola mi osservano preoccupati, fatico a respirare e ancora devo realizzare che stavo solo sognando.
Un lenzuolo ricopre il mio corpo ancora nudo e solo ora realizzo cosa ho fatto con André, o cosa gli ho lasciato fare.
"Amore, cosa succede?" Chiede dolce accarezzando i miei capelli
"Niente era solo un sogno"
"Ne vuoi parlare" sussurra baciandomi la fronte.
"Ho bisogno di una doccia" raccolgo la maglia e la metto per poi sparire in bagno sotto il suo sguardo.

Mi butto sotto al getto e inizio a piangere, mi manca mio padre e so di avergli dato un gran dolore, lui per me era tutto potevo confidarmi con lui senza paura, sempre pronto ad aiutarmi e a trovare una soluzione.
Ma quello che ho scoperto quella sera non potevo diglielo, lo avrei distrutto mi ama troppo per sopportare una cosa simile.

Esco ed entro nella cabina armadio prendo la mia tuta  rosa e le Nike nere e mi avvio verso la porta con le cuffie e il cellulare.
"Dove vai sono le cinque del mattino" André mi fissa con le braccia conserte e un'espressione strana mi ero dimenticata della sua presenza.
"Ho bisogno di andare a correre"gli rispondo fredda e apatica.

"Mi dici cosa ti prende?"chiede spazientito allargando le braccia.
"Nulla, sto bene ma ho bisogno di uscire" non gli do neanche il tempo di replicare che esco e inizio a correre senza riscaldamento.
Non so perché l'ho trattato male ma non ho voglia di avere nessuno intorno, tantomeno lui.

L'aria fredda mi colpisce appena scendo in strada mi dirigo verso il parco ascoltando un po' di musica.
Respiro a pieni polmoni e cerco di rilassarmi, quel sogno mi ha scosso e non poco. Mi sento in colpa verso il mio babbo, l'amore della mia vita perché lui è l'unico uomo di cui posso fidarmi senza pensarci su.

L'alba colora il cielo d'oro mentre passeggio per i sentieri del parco ignorando le chiamate di André, in giro si vedono le prime persone che scendono per una corsetta o per portare il cane a passeggio.
Oggi è sabato e non devo lavorare quindi resto fino alle otto seduta su una panchina ad osservare le persone che iniziano la loro giornata.

Il mio sguardo viene catturato da una figura che mi guarda da lontano appoggiato ad una macchina

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Il mio sguardo viene catturato da una figura che mi guarda da lontano appoggiato ad una macchina.
André mi osserva senza muoversi mi alzo e gli vado in contro, mi fermo a pochi centimetri da lui e ci guardiamo in silenzio.
"Mi dispiace" dico in fine passando una mano tra i capelli.
"Vorrei solo capire cosa ti succede" dice lui rammaricato, ogni volta che affrontiamo questo discorso mi chiudo, non riesco a parlagli della mia famiglia.

"Niente davvero" rispondo fingendo un mezzo sorriso che lo innervosisce solamente.
"Sono stanco Johanna, ogni volta che cerco di entrare nella tua vita mi respingi, non conosco nulla di te non mi dici nulla, quando io ti ho parlato per ore della mia famiglia e di tutto quello che mi riguarda" sbraita nervoso facendo girare alcuni passanti.
"Non te l'ho chiesto io!" Replico fredda facendo un passo in dietro.
Lui sgrana gli occhi e mi guarda come se fossi un mostro.

"Se ti sei stancata puoi anche dirlo, non c'è bisogno che mi tratti male" risponde rammaricato mettendo le mani in tasca.
"Sei tu quello che ha detto di essere stanco" sto tremando per la rabbia e per la stupidità della situazione, stiamo litigando per nulla.
"Senti carina io devo andare, parto per Tokio non so quando torno" e senza neanche guardarmi sale in macchina e sgomma lasciandomi come una povera scema.

André

Nervoso e irritato per il suo comportamento decido di allontanarmi per evitare che la discussione vada troppo oltre.
Sono già infastidito dal fatto che devo andare a tokio al posto di Maicol, ancora deve fare pace con Jennifer e la cosa si ripercuote anche sul lavoro.
Parcheggio la macchina e salgo a fare le valigie per la partenza.

"Hey buongiorno anche a te" Lukas mi sorride assonnato ed entra in camera mentre prendo quello che può servirmi.
"Che ti prende?" Chiede vedendo la mia indifferenza.
"Nulla" rispondo dando un pugno alla valigia che non vuole chiudersi.
"Il tuo niente riguarda la persona che ti ha lasciato quei graffi sul collo?" Chiede con un ghigno e io subito mi porto una mano sul collo.

Penso a Johanna che mi stringeva mentre la facevo godere per la prima volta, il suo volto eccitato e il profumo della sua pelle.
"Johanna" dico sospirando e scuotendo la testa.
"Johanna la segretaria?" Chiede Lukas urlando e facendomi capire che non ho solamente pensato il suo nome.

Gli tappo la bocca dicendogli di stare buono, ci manca solo che lo scopre Jennifer e mi ammazza, ha un senso di protezione verso quella ragazza.
"Sei andato a letto con lei?" Chiede con gli occhi sgranati.
"Senti lukas, non farne parola con nessuno tanto abbiamo litigato" lo supplico.
"E io che ci guadagno?" Chiede con un sorriso sadico.
"Che non dico a mia cugina dove nascondo i porno" rispondo facendolo sbiancare.
"Io non ho porno!" Si difende inutilmente visto che li ho visti quando gli ho dato una mano con il trasloco.

"Si certo, ora vestiti che mi accompagni in aeroporto"
Prendo il cellulare e apro la conversazione di Johanna, sto per digli che mi dispiace quando la vedo online sorrido pensando che magari mi sta scrivendo lei ma dopo pochi minuti stacca. Con chi stava parlando, un piccolo moto di gelosia mi fa pensare ad un uomo. Cancello la nostra conversazione e rimetto il cellulare in tasca, ne riparleremo al mio ritorno!

Buona sera, come ?
Allora una piccola e stupida discussione potrà mettere fine al loro rapporto?
E secondo voi chi sta sbagliando tra i due????
In ultimo cosa ne pensate del papà di Johanna? Un conte un po' particolare con tanti tatuaggi e un amore infinito per la sua bambina.
Presto la storia si arricchirà con nuovi personaggi spero tanto che vi sia piaciuto il capitolo.
💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖😘

una verità rischiosa (Completa)Where stories live. Discover now