capitolo ventiquattro

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Usciamo dalla caffetteria senza lasciarci mai la mano, ci incamminiamo verso l'ufficio nel freddo del mattino.
"Stasera andiamo a cena fuori?" Chiede André strofinando il pollice sulla mia mano.
"Preferirei cenare a casa, magari passiamo a prendere qualcosa già pronto" rispondo con una strana sensazione.

"Si hai ragione, meglio restare a casa" dice malizioso, scuoto la testa con un sorrisino, se solo sapesse cosa mi urla la mia coscienza ogni volta che lo guardo.
Entriamo nel palazzo e gli lascio la mano,lui mi guarda perplesso e riprende la mia mano.
"Ora le cose sono diverse, non ti mollo più, per nulla al modo" sussurra sulle mie labbra rubandomi un bacio casto.

Con la coda dell'occhio vedo i dipendenti guardarci e bisbigliare, ma poco importa cosa pensano.
Arriviamo alla mia scrivania e André mi da un tenero bacio sulle labbra sotto lo sguardo attento della signora black.
"A dopo" sussurra per poi sparire nel suo ufficio, elettrizzata e un po' spaesata inizio le mie solite mansioni, senza farmi sfuggire le occhiate e i vari bisbigli dei miei colleghi.

"Pronto" rispondo al cellulare che continuava a suonare da un po' senza distogliere gli occhi dal computer.
"Non dovevi raccontarmi qualcosa tu!" Sbraita Andreea dal telefono, facendomi ricordare che negli ultimi tre giorni non le ho mai risposto.
"Amore come stai?" Le chiedo continuando a scrivere il contratto per un carico proveniente dalla Germania.

"Amore un corno!" Urla lei arrabbiata.
"Mi dispiace veramente credimi, ma sono stata impegnata"
"Almeno che tu non abbia passato tre giorni a fare sesso sfrenato non ti perdono!" Rido pensando al viso della mia amica imbronciato, e decido di mollare la tastiera e fargli un breve resoconto.

"Hai presente la sera che ti ho mandato quella foto?"
"Spara!"
"Beh, sono andata ad una serata di beneficenza con Erich, quello della discoteca"
"Cosaaaaa, cazzo e ora me lo dici"
"Farmi finire" la riprovero
"Allora, siamo andati a questa serata ed André era li, si sono presi a pugni e sono tornata a casa con Erich"
"Frena frena, cosa? Ma racconta come si deve e che diavolo"

Ridacchio e le racconto per filo e per segno tutta la serata, la loro lite e il bacio, gli racconto di André e di come in questi giorni ho evitato ogni contatto con lui.
"Quindi quel bonazzo della madonna era un tuo amico?" Chiede riferendosi ad Erich.
"Il padre e papà sono grandi amici e spesso passavamo le giornate assieme, almeno fino al giorno dell'incidente."
Le dico con un nodo in gola ripensando a mio fratello.

"Stai bene?" La voce di André mi fa alzare di scatto la testa e un paio di lacrime scendono incontrollate sul mio viso.
Afferra il cellulare e lo porta all'orecchio.
"Chi parla?" Chiede con un tono duro.
"Ah, ciao Andreea, temo che dovrai richiamare Johanna dobbiamo uscire" le dice cambiando tono.
"Non ne dubito" ridacchia lanciandomi un'occhiata preoccupata.

Posa il cellulare nella mia borsa e prende il giubbotto per farmelo indossare.
"Cos'hai?" Chiede prendendomi il viso tra le mani.
Sorrido per questo dolce contatto e mi lascio andare tra le sue braccia.
Mi stringo al suo petto lasciando che il profumo di fresco mi si attacchi addosso.
"Andiamo a casa?" Chiedo riprendendo controllo del mio corpo.

Un ora più tardi

André

"Ma non è impossibile" dico iniziando a togliere ogni fungo dalla sua fetta di pizza.
"Cosa vuoi mi fanno schifo" fa lei con una smorfia di disgusto.
"Perché non me lo hai detto? Avrei preso un'altra cosa" la rimprovero.
"Ma tu volevi questa" risponde sistemando un'altro cuscino sul pavimento.

Stiamo nel suo salotto, tra coperte e cuscini davanti al camino acceso, strano come un pavimento posso diventare il posto più bello del mondo con lei vicino.
"Ma cosa ti hanno fatto i funghi?"
"Se te lo dico non devi ridere!" Chiede facendo la faccia da cucciolo che già di per se fa ridere.

"Dai racconta" le chiedo passandole la fetta di pizza senza i funghi.
"Quando avevo nove anni io e Richard, andammo a fare una scampagnata in montagna"
"Richard?"
"Si Richard, quello dell'altra sera Erich" dice coprendosi subito la bocca.
"Lo conosci da tanto" chiedo con la mascella serrata dal nervoso.
"Si ma dopo il funerale di mio fratello non l'ho più visto, avevo tredici anni"
Bisbiglia triste.

"Stavo dicendo, andammo in montagna ma i nostri genitori non lo sapevano, ad un certo punto vidi un cervo e iniziai a seguirlo, Richard mi segui a sua volta e perdemmo il sentiero. Restammo tutta la notte e anche il giorno dopo a girovagare in cerca del sentiero. E Richard mi costrinse a mangiare i funghi che trovavamo visto che non avevamo cibo con noi" racconta scuotendo la testa con la lingua in fuori.

Riderei alla scena che sto vedendo, ma la mia mente si è fermata al funerale.
"Mi dispiace tanto" le dico accarezzando il suo viso.
"Anche a me, ci ho messo giorni per togliere il sapore dalla bocca."
"Per tuo fratello" sospira e toglie il cartone con la pizza dal suo grembo.

Si appoggia alla mia spalla e inizia a giocare con le dita tra i bottoni della mia camicia.
"Amavo mio fratello più di qualsiasi altra cosa" bisbiglia con un piccolo sorriso triste.
"So cosa vuol dire, perdere chi ami" le dico pensando ai miei genitori.
Istintivamente le prendo il viso e inizio a baciarla con passione, non ci metto molto per adagiare il suo corpo sotto il mio.

I suoi seni grandi sono schiacciati contro il mio petto, e la cosa mi eccita in un modo impressionante.
Mi accarezza la schiena timidamente e mi ricordo che con lei devo andarci piano.

Le tolgo la maglia e inizio a baciarle il collo, sospira e si irrigidisce appena le slancio il reggiseno.
"Tranquilla, non lo faremo questa sera, ma permettimi questo" le chiedo quasi pregandola.
Annuisce e prende ad accarezzare i miei capelli, ho un erezione che sta per scoppiare ma cerco di non pensarci.

Le bacio ogni centimetro del suo corpo, le ho lasciato solo lo slip di pizzo nero e appena appoggio una mano sopra sento la staffa bagnata e Johanna gemere per il contatto.
Le tolgo anche questo ultimo pezzo di stoffa e lei grana gli occhi, ma non mi ferma, piano le bacio tutta la sua intimità che profuma di zucchero filato.

Johanna

André inizia a baciare il clitoride e con le dita gioca sulla mia entrata, non resisto e gemo un'altra volta, ho il cuore a mille e mi vergogno tantissimo.
Porta le mani sulle labbra aprendole e inizia a stuzzicarmi con la lingua.
Un calore mi invade e non capisco più nulla, appoggio le mani sulla sua testa.

Stringo i capelli di André e il bacino si muove senza controllo cercando più contatto con la sua bocca.
Non ci metto molto e vengo sussurrando il suo nome con la voce strozzata.
Gli lascio i capelli appena gli spasmi si calmano e lui si rialza con le labbra gonfie e sorridenti.
"Non faremo l'amore finché non lo chiederai tu" sussurra per poi baciarmi con passione.

Buona sera, spero che il capitolo sia piaciuto 😘😘😘😘

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