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Thomas sente il freddo penetrargli nelle ossa, fermo fuori dalla porta della casa di Newt, aspettando che la madre gli apra. Sono le cinque del mattino, il cielo è ancora buio. Non c'è nessuno per le strade, nessuna macchina. La porta si apre, lui stringe il sacchetto di carta che ha in mano, tira fuori l' altra mano dalla tasca. La madre di Newt, una donna minuta e bionda come il figlio, gli fa segno di entrare senza dire niente. Thomas entra senza esitare, si leva le scarpe velocemente e non si leva neanche la giacca, sale di corsa le scale, arriva alla porta socchiusa della camera di Newt. Tira un sospiro, si sente molto stanco, non ha chiuso occhio tutta la notte. Alle dieci della sera prima, Newt era svenuto tra le sue braccia. Letteralmente. Avevano appena finito di "litigare", anche se non era davvero una litigata, solo una dichiarazione d' amore molto molto triste. Stavano entrambi piangendo quando Newt ha rigirato gli occhi ed è semplicemente svenuto. Thomas ci aveva messo un attimo a realizzare che era davvero svenuto, per un attimo aveva pensato che avesse fatto finta di addormentarsi per gioco o per evitare di dover dire qualcos' altro. Ma quando Thomas aveva provato a scuoterlo e non aveva risposto, si era fatto prendere dal panico. Non si ricorda precisamente cosa fosse successonei minuti dopo, ricorda di aver chiamato sua madre, ricorda di aver sbloccato il telefono di Newt tremando, sa la password perchè Newt non è molto bravo a digitarla velocemente. Poi ha sconnesso il cervello, la madre di Newt era arrivata di corsa, bianca come un cencio. Thomas aveva portato Newt in braccio fino alla macchina, senza mai smettere di ripetere il suo nome, avrebbe voluto dire "ti amo", ma non era proprio il momento adatto per fare coming out. Non si era mai reso conto di quanto fosse leggero, non lo aveva mai tenuto così. Il suo cuore stava esplodendo, lo aveva seguito fino a casa, lo aveva messo sul letto, si era sentito il principe di una favola senza lieto fine. La madre di Newt, Hannah, aveva insistito perchè non chiamassero l' ambulanza, diceva che succede spesso e che Newt si sarebbe ripreso. Thomas stava per impazzire, non riusciva a stare fermo. Si era seduto accanto a Newt, che sembrava stare solo dormendo. Solo a mezzanotte aveva lasciato casa Sangster, in lacrime. Sua madre lo aveva riportato a casa e non aveva fatto domande, Thomas aveva la mente e lo stomaco in subbuglio. Erano successe così tante cose quella notte. A casa la madre non aveva fatto domande, Thomas sospettava che le due madri avessero scambiato due parole mentre era distratto. Non aveva dormito, solo mezz'ora prima Hannah, che gli aveva lasciato il suo numero, gli aveva scritto che Newt si era svegliato e che chiedeva di lui. Thomas avrebbe voluto correre da lui immediatamente, ma sua madre glielo aveva impedito e lui aveva dovuto trattenersi con tutte le sue forze dall' urlarle contro. Lo aveva accompagnato prima a prendere qualcosa da mangiare per Newt e a quel punto Thomas pensava di stare per esplodere. Adesso spinge piano la porta della camera, trattiene il respiro per paura di fare troppo rumore. Lo vede, steso sotto le coperte, che erano state rimboccate con cura. Newt è più pallido del solito, sembra più magro agli occhi di Thomas anche se sono passate solo poche ore, ha un braccio fuori dalla coperta, il braccio con i braccialetti, con la mano rivolta verso l' alto, come se aspettasse solo che Thomas la prenda. Il moro si avvicina con passi incerti al letto, si siede piano al bordo, posa il sacchetto con il cornetto sul comodino, accanto alle pillole e all' acqua. Le labbra di Newt sono leggermente dischiuse, il suo petto si alza e si abbassa regolarmente, Thomas lo guarda, il cuore a mille. La sua voce gli rimbomba nella testa. "Non lasciarmi rovinare tutto" gli aveva detto, Thomas aveva visto il suo ragazzo spezzarsi, aveva avuto l' impressione di sentire il cuore di Newt andare in pezzi. In realtà non si pente di quello che gli ha detto, alla fine si era convinto che era la cosa giusta da fare, impedirgli di fare come faceva con Adam. Aveva provato un senso di schifo verso se stesso quando aveva visto Newt piangere così incontrollato, si era chiesto cosa gli passasse per la mente. Gli aveva fatto così male guardare Newt in lotta con se stesso, non lo aveva mai visto così. Lo aveva visto triste, la mattina precedente al parco con Kate, lo aveva visto triste quella notte dopo la discoteca, ma non lo aveva mai visto così terrorizzato, così rotto. Era così diverso dal Newt che gli fa le frecciatine sconce e che rimorchia le ragazze a caso sugli autobus, che recita Shakespeare a memoria. Thomas teme che non si riprenderà mai dallo shock. Ma sa che deve, lo ha promesso a Newt. Posa lo sguardo sul viso tranquillo del biondo, nota le occhiaie e il sottile rivolo di bava che cola ad un angolo della bocca. Sorride, nonostante i capelli sparati Thomas lo trova bellissimo. L' immagine di Newt che crolla disteso scomposto sul suo letto lo colpisce in un flash, poi il ricordo di Newt che sorride, poi il ricordo di Kate e Newt a mensa un giorno qualunque, che si puntano le forchette addosso come spade. Il suo cuore batte piano ma rumoroso fra le costole. Allunga la mano e prende quella di Newt dolcemente, non gli importa se lo vedono. Comincia distrattamente a passare le dita sul polso ossuto del suo ragazzo, come gli piace tanto, Thomas lo aveva imparato solo due giorni prima. Sembra passata un' eternità. In quello stesso momento Newt gira la testa sul cuscino, cogliendo di sorpresa Thomas, che si blocca. -Non smettere...- La voce di Newt è un sussuro leggerissimo, non apre nemmeno gli occhi, sospira piano. Thomas arrossisce, poi riprende a passare le dite un po' dolcemente e un po' con le unghie sul suo polso. Thomas spera quasi che Newt non ricordi cosa è successo, ma in cuor suo sa che non è così. -Newt...- parla piano, ha paura di fare troppo rumore. Gli si blocca la gola, improvvisamente senza parole. Newt non ha ancora aperto gli occhi. -Tommy...- Sembra tranquillo, non ha la stessa aria distrutta della sera prima. Gira la testa verso di lui, in casa tutto è molto silenzioso. -Mi dispiace, ho fatto un casino...- L' ombra di una smorfia appare sul volto del biondo. Thomas abbassa lo sguardo sulle loro mani unite, si sente una stretta allo stomaco. Ma non ci riesce ad essere triste, non ce la fa, sente qualcosa scattare nel suo petto. Vedere la tristezza di Newt, quella notte, gli ha fatto troppo male per alimentarla, ha deciso che non lascerà che succeda di nuovo. Non aveva capito quanto fosse grave la situazione di Newt finchè non lo ha sentito dire che è "uno schifo di persona", non aveva capito quanto stesse male con se stesso finchè non ha detto con quel tono così schifato: "non farti bloccare da me". Si era chiesto più volte, aspettando nella sua camera che lui si svegliasse, come doveva aver vissuto Newt la relazione con Adam, si era chiesto come fosse quel ragazzo di cui sapeva solo cose brutte. Si era chiesto quanto stesse soffrendo in quel momento. Aveva pensato molto, ma Newt non gli aveva mai fatto pena, l' immagine di lui che risponde alle considerazioni razziste del Malan e di lui che salta una pozzanghera ridendo ancora troppo chiara nella sua mente per essere rimpiazzata da quella triste della sera prima. Adesso sorride, continuando a fare i grattini sul polso del biondo. -Se ti azzardi a scusarti per come sei di nuovo giuro che ti do un ceffone così forte che ti verrà voglia di essere rimasto a Londra, immigrato.- Il suo tono da migliore amico è tornato, seppure velato da una dolcezza incredibile. Newt manda la testa indietro, inarca la schiena gemendo, Thomas si spaventa per un secondo, teme che sia uno spasmo. -Stronzo.- La voce di Newt risuona un po' più forte di prima, anche se sta ancora sussurrando. Il sorriso di Thomas si illumina, guarda la mascella tesa del biondo. Vorrebbe dire qualcos'altro, ma non gli viene in mente niente, la gioia di vederlo scherzare di nuovo, anche solo così poco, gli ha bloccato la gola. Sente come se fosse appena uscito da una lunga apnea. Non si era nemmeno reso conto di esserci, in apnea. Newt si rilassa e torna a stare disteso, ha ancora gli occhi chiusi, la luce gialla della lampada sul suo comodino gli illumina il viso leggermente. -Tommy.- Il suo tono è tornato rassegnato, come se avesse messo tutte le forze che aveva in quello "stronzo" di prima. Thomas non dice niente, non ne sente il bisogno. Newt sembra in lotta con le stesso, ogni volta che abbassa il petto sembra morire e ogni volta che lo rialza sembra riprendere vita. -Salvami.- la sua voce è così sottile, una richiesta così disperata, un messaggio immediato. Il respiro di Newt si fa più affannoso, da sotto la coperta si porta una mano alla pancia. Inarca ancora la schiena. Il cuore di Thomas non regge il colpo, gli sembra che sia caduto, gli sembra di sentirlo fracassarsi al suolo. Newt tiene ancora gli occhi chiusi, una smorfia di dolore gli distorce il viso. Thomas si riprende in un solo secondo, stringe la mano di Newt, gli scuote il braccio. -Newt, che cos' hai? Dove senti male?- Ha alzato la voce, spera che Hannah lo senta dal piano di sotto. Adesso è sicuro che il cuore non lo ho ha abbandonato, perché sta battendo fortissimo. -Newt, Newt, Newt...- Thomas ha paura. Una paura folle. Newt non sembra sentirlo, Thomas penserebbe che è svenuto di nuovo se non vedesse i suoi occhi scattare sotto le palpebre abbassate. -Fa male...- Thomas a malapena sente quelle parole. Le sussurra così piano. Si sentono dei passi veloci salire le scale, pochi secondi dopo Hannah entra nella stanza, lascia la porta aperta e non parla, non guarda Thomas nè il figlio agonizzante nel letto. Apre di corsa l' anta dell' armadio, rovista in alto da qualche parte. Thomas non la guarda per più di qualche secondo, poi riporta la sua attenzione su Newt, gli stringe la mano, incapace di dire qualsiasi cosa. Thomas vorrebbe fare qualcosa, vorrebbe svegliare Newt e dirgli che va tutto bene, ma si sente bloccato. Gli stringe la mano più forte, il biondo geme, tendendosi ancora di più. Hannah prende una spalla di Thomas, lo gira verso di lei. -Ha mangiato qualcosa oggi? Lo hai visto mangiare?- Ha un flacone di pillole in mano. La donna è visibilmente tesa, il suo tono preoccupato. Thomas annuisce, come in trance. Ha mangiato i biscotti a colazione con lui e Kate. Tiene ancora la mano di Newt tra le sue. Hannah guarda Newt. -Newt, devi prendere la pillola subito.- dice in modo siuro. Thomas si sente improvvisamente fuori luogo. Newt ha una smorfia di dolore sul viso, la vena sul collo tesa, Thomas non riesce a guardarlo. Il biondo stringe la mano di Thomas, poi dice no. -Newton, non fare il ragazzino. Tirati su.- Newt apre gli occhi, guarda la madre con occhi tristi. -No, per favore, no.- Thomas si sente male, non ce la fa a vederlo così, ma non ha intenzione di muoversi dal suo fianco. Vorrebbe chiedere cosa sta succedendo, ma ancora una volta si sente bloccato. Sua madre e Newt si guardano per alcuni secondi che sembrano infiniti. Poi Newt si tira su, fuori dalle coperte, e si appoggia con la schiena al muro, la madre gli passa prima il bicchiere d' acqua, poi armeggia con il flacone e gli passa un pillola. Newt ha lasciato la mano di Thomas per prenderla, se la porta alla bocca e beve un grosso sorso di acqua. Thomas si sente ancora più fuori luogo, Newt non lo guarda, beve altra acqua dopo aver preso fiato. Riporta la mano libera su quella di Thomas, che non esita a stringerla. Hannah prende il bicchiere vuoto che Newt gli sta porgendo, lo posa sul comodino poi si porta le mani nei capelli, sospira. Newt chiude gli occhi di nuovo, respira forte. -Tommy non guardarmi così.- La voce di Newt è tornata normale. Si vede che ha ancora male. Hannah posa una mano sulla spalla di Thomas, che è terrorizzato, abbassa lo sguardo sulle loro mani. Pensa che forse non dovrebbero tenerle allacciate se c'è Hannah, ma la stringe più forte invece di scioglierle. -Thomas, penso che dovresti andare.- La madre di Newt lo dice in tono gentile, forse pensando di fare un favore a Thomas, che in realtà adesso si trova in difficoltà. Ha promesso a Newt che sarebbe rimasto con lui ma forse non dovrebbe essere lì, dovrebbe lasciarlo riposare e tornare a casa. Sta per alzarsi quando Newt parla, sistemandosi meglio addosso alla parete. -Hannah ci lasci soli?- Non la ha chiamata mamma. Sembra stare riprendendo colore, la suo voce un misto fra l' irritato e il disperato. Hannah non dice nulla ed esce dalla stanza velocemente, quasi sbattendo la porta. Newt sospira forte, Thomas è in imbarazzo, non sa cosa dire. Incontra gli occhi di Newt, che sembrano vuoti. -L' ho fatto, non è vero? Ho rovinato tutto.- Il biondo parla di nuovo piano, come se qualcuno stesse dormendo. "Salvami." La sua voce rimbomba nella testa di Thomas, che finalmente ha capito cosa intendesse prima Newt. Salvami da me stesso. Il moro scuote la testa, deciso. Ancora non riesce a parlare. Ma deglutisce e si fa coraggio, il petto gli brucia in un modo mai provato prima. -Non hai rovinato niente.- Newt si passa una mano nei capelli, un gesto così naturale che sembra fuori luogo in una situazione così. -E invece sì. Mi faccio schifo.- Thomas si figura il veleno uscire dalle labbra di Newt al posto delle parole. -Ma a me no, a me non fai schifo.- Lo dice senza pensare, senza rendersene conto. In pochi secondi Newt comincia a tremare leggermente, sembra stare per scoppiare a piangere. Continuano a guardarsi fisso negli occhi. "Mi prometti che non ti spaventerai quando scoppierò a piangere per ogni complimento che mi fai?" Si ricorda delle sue parole, si ricorda i suoi occhi puntati in alto, la sua postura accartociata della sera prima. Sorride un po' incerto, per lui era bellissimo anche così. Altre parole scivolano fuori dalla sua bocca prima che ci possa pensare. -In realtà ti amo, amo i tuoi capelli, la tua voce, amo le tue labbra, amo il tuo carattere, amo i tuoi dipinti e il modo in cui pieghi la testa quando sei annoiato. Ti amo, amo come sorridi, le tue battute, amo i tuoi occhi, amo come mi guardi. Dio, potrei continuare per ore.- Sente che è questo che deve fare, dirgli quello che prova, dirglielo e ripetergli quanto sia fantastico finchè non ci crederà anche lui. Le lacrime ricominciano a scivolare sul viso di Newt. Non lo sta pù guardando, si stringe leggermente nelle spalle come se fosse a disagio. Thomas sente un brivido attraversargli le schiena fino all' attaccatura dei capelli. Spera che tutto questo serva a far tornare il Newt che sorride, che salta fuori da dietro gli angoli per farlo spaventare, spera che serva per tirare di nuovo fuori il Newt che sale a cavalcioni su di lui per baciarlo meglio. Sembrano due persone diverse, messe in un corpo solo. Thomas pensa che sia così, che Newt-felice prevale quando sta con lui e che Newt-triste torni solo per fare danni ogni tanto. Thomas sente di volerli entrambi nella sua vita. Pensa che Newt non è mai un danno, in realtà, solo per sè stesso. E questo deve finire. 'Sì, certo, poi te lo sposi e adottate dieci bambini.' una vocina nella sua testa gli interrompe i pensieri, gli dice di smetterla di fare il romantico, Thomas sorride, non ha intenzione di smettere ora, a fare il migliore amico stupido ci penserà poi. Guarda Newt, nel modo più amorevole che gli riesce, sussurra il suo nome. Il biondo lo guarda di sottecchi. -Tommy, non...- le parole muoiono a metà. Thomas aspetta che Newt riprenda a parlare, sa che lo farà. -Mi abbracci?- è un sussuro, strozzato dalle lacrime. Il biondo fa una smorfia, come se si pentisse di averlo detto. Thomas tira il braccio del suo ragazzo per farlo avvicinare, Newt non oppone resistenza. Si abbracciano come possono, le gambe di Newt sono ancora sotto le coperte e Thomas è ancora sul bordo del letto, si avvicina. Sente le lacrime di Newt bagnargli la spalla, il suo naso freddo sul collo. Inspira forte il suo odore di pulito, nota adesso che la maglietta che porta non è quella della sera prima, deve averlo cambiato Hannah. Adesso capisce Newt quando dice che è iperprotettiva. Passano diversi secondi, forse un minuto, in cui i due rimangono così, Thomas stringe Newt stretto, ma gli lascia spazio per respirare.

bones. newtmas!auWhere stories live. Discover now