32. Seventeen

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Newt è seduto sul bordo della scrivania bianca, la brezza pungente di novembre che entra dalla finestra aperta gli solletica le braccia. Ha le gambe a penzoloni, la sigaretta alla bocca. Thomas si avvicina a lui, con passi leggeri. Si mette proprio davanti, posa le mani sulle sue ginochia. Sorride, Newt anche. Sbuffa il fumo di lato, mostrando a Thomas la sua mascella e il collo scoperto. Thomas muore dalla voglia di baciarlo. E Newt sembra leggergli nel pensiero. Si fa avanti sulla scrivania, più vicino a lui, gli mette la mano libera sul fianco. Lo guarda con i suoi occhi marroni scuri, sorride. -Non riesci proprio a strami lontano...- Dice, battendo la sigaretta sul davanzale per far cadere la cenere. Thomas lancia un' occhiata alla strada fuori, una macchina passa ignara del suo cuore che batte forte. Posa anche lui le mani sui fianchi di Newt, appena sopra la cintura dei jeans chiari e larghi. Infila scattante le dita fredde sotto l' orlo della maglietta facendo il solletico. Newt inarca la schiena, rabbrividisce e ride, mentre si porta di nuovo la sigaretta alla bocca. Thomas lo bacia, piano, lui soffia fra le sue labbra e il sapore graffiante del fumo gli brucia la gola. Si baciano ancora. I libri di scuola abbandonati sul letto. -Sei tu che fai da calamita non è colpa mia...- Thomas sorride. Newt lascia che Thomas si avvicini ancora, divisi solo dalle magliette. Newt allaccia le gambe dietro la schiena di Thomas, che lo prende praticamente in braccio. Il biondo spegne la sigaretta sul davanzale, guarda Thomas. Di colpo il moro lo solleva, prendendolo per i fianchi. Newt stringe anche le braccia intorno al collo del suo ragazzo, mentre ride. -Tommy!- Esclama appena Thomas gli lascia un bacio umido sotto la mascella. Ormai i due stanno insieme da tre settimane. Tra pochi giorni sarà il compleanno di Thomas, finalmente diciassettenne. Newt si stringe forte a Thomas, forse pensa di poter cadere, di poter scivolare via dalla stretta del moro. Thomas sorride. Lo porta via dalla finestra, continuando a lasciare qualche bacio sul suo collo. Fa scendere Newt, che fa appena in tempo a poggiare i piedi a terra che Thomas lo spinge in modo che cada sdraiato sul letto, evita di poco il suo quaderno di biologia. Newt sorride, tira in alto le braccia facendo sollevare la maglietta. Thomas ride. -Coglione, volevo farti smettere di fumare. Adesso studia.- Si incrocia le braccia al petto cercando di mantenere un'espressione seria. Newt sospira, gli fa il dito medio. -Ma sei il mio ragazzo o mia madre?- Dice mentre si tira su, si passa le mani sulla maglietta e fra i capelli. Thomas si siede accanto a lui, prende il suo libro di esercizi con la matita in mezzo. Sente una strana fitta alla base dello stomaco, come calore. Newt è già di nuovo preso dal suo testo, troppo impegnato a tradurre tutti i casi di latino e i verbi per accorgersi dell'occhiata amorevole che gli lancia Thomas, o almeno così sembra. Le sue guance si colorano leggermente, cosa che non accade spesso. Il moro non può fare a meno di sorridere. -Tu sei arrossito!- Esclama. -Newton Elijah Brodie Sangster che arrossisce? Oh mio Dio, adesso finisce il mondo!- Thomas continua a prenderlo in giro, da bravo migliore amico. -Fottiti Tommy, non dovevamo studiare?- Replica lui, senza alzare gli occhi dal libro. -E non mi chiamare con il mio nome completo.- Aggiunge dopo qualche secondo, mentre si allunga a sfogliare il suo dizionario. Durante quelle settimane nessuno aveva scoperto la loro relazione, nonostante gli occasionali succhiotti sul collo dell' uno o dell' altro. Si incontrano ancora il lunedì e il mercoledì con Kate e Peter, nulla è cambiato e Thomas non potrebbe essere più felice. Ogni sabato esce con Newt, lo porta da qualche parte a fargli vedere la città o al bowling, a fare cose tranquille. Newt è sempre più sciolto, raramente è triste o giù di morale. Marcus con i suoi non gli rompono le scatole, si è fatto degli amici a scuola che ha presentato a Thomas. Kate ancora ride al ricordo di una ragazza di nome Klara che le aveva chiesto il numero di Newt. Il suo messaggio è tra le chat del biondo, accuratamente evitato da più di una settimana. Sono due o tre volte che la compagnia di Harriet si è unita a loro al pub il venerdì. Sono tutti simpatici, tipi ok, due ragazzi e tre ragazze compresa Harriet: Tyler, Luke, Sonya e Lauren. Oggi è giovedì, Newt è a casa di Thomas "per studiare". La mamma di Thomas ha preso piuttosto bene la loro relazione, vuole un gran bene a Newt ed è felice per suo figlio. Una volta aveva rivelato a Thomas che preferiva un bravo ragazzo come il suo a una qualsiasi ragazza poco vestita. Thomas non sapeva se ridere o piangere. Newt ha ricominciato a mangiare a cena, spinto da Kate e dal suo ragazzo. Thomas lo aveva inviato a rimanere quella sera, Newt aveva accettato anche se un po' titubante. Thomas non aveva parlato alla sua mamma dell' anoressia di Newt, ma le aveva accennato quella mattina di non fare commenti sulla corporatura del biondo o su quanto poco mangiasse. Adesso teme che la loro prima cena si possa rivelare un disastro, non sa neanche perchè, ma lui ha ansia per ogni cosa. Newt gli tira un pennarello sulla spalla per svegliarlo dai pensieri, non si era accorto di essersi incantato con lo sguardo nel vuoto. -Tommy, mi hai sentito?- Newt gli tira un secondo pennarello nonostante Thomas fosse ormai ritornato alla realtà, fa in tempo a proteggersi con le mani. -No, non ho sentito.- Ammette lanciando il pennarello di nuovo al proprietario. Newt lo prende al volo. -Ho detto che sei un coglione perchè non vuoi fare una festa per il tuo compleanno.- Thomas non vuole festeggiare, al massimo inviterà Kate e Peter (e Newt) per una serata film e basta. Non gli sembra un evento particolare compiere gli anni, l'unica cosa positiva è che Newt non dovrà più chiedere la birra per lui quando serve. Thomas chiude il quaderno che ha sulle gambe. Guarda Newt. -Ma che cosa dovrei fare? Sbandierare a tutto il mondo che sono il più piccolo del gruppo?- Newt fa una smorfia. -Non sarebbe male.- Si morde un po' il labbro prima di continuare. -Potremmo dire agli altri di vederci sabato e non venerdì, così a mezzanotte e zero uno ti cantiamo tanti auguri e tutta quella roba lì.- Il compleanno di Thomas, il ventidue di novembre, quest'anno cade di domenica. A Thomas non suona troppo malvagia come idea, annuisce. Un pensiero totalente fuori luogo gli attraversa la imente. -Newt, da quanto non dipingi?- Non sa perchè ci ha pensato, ma in effetti è un bel po' che Newt non si presenta da lui con la maglia o le mani sporche di vernice. Il biondo apre la bocca e la richiude, pensando. -Non lo so, forse due settimane.- Dice, non sembra preoccupato. In effetti neanche Thomas dovrebbe esserlo. Si ricorda della loro chiamata risalente al mese prima, alle tre di notte. Thomas aveva detto a Newt che gli avrebbe fatto di nuovo da modello, ma non avevano più tirato fuori l' argomento e gli era passato di mente. Adesso muore dalla voglia di essere il centro dell'attenzione di Newt come era stato quella volta. Newt si sporge in avanti per posare il libro di latino. Sono improvvisamente vicini, Thomas non resiste e affonda una mano nei capelli del biondo, sono così morbidi. Newt alza la testa di scatto, così il moro finisce per dargli una manata in faccia invece di una carezza fra i capelli. Newt protesta gemendo, poi ride accompagnato da Thomas. Il biondo poggia la testa sulle sue gambe incrociate, ancora rosso dalle risate. Thomas si sente avvampare. Newt si tira su, forse a disagio. Succedeva spesso che i due si ritrovassero vicini in modi strani per poi avvampare e allontanarsi, anche se certe volte la loro vicinanza degenerava in baci appassionati e magliette a terra. Non si sono mai spinti oltre per il momento, ma a Thomas basta e avanza. Non ha fretta. Vuole essere sicuro di ciò che fa, per ora si sente ancora troppo impreparato e timido per la sue prime esperienze. Nonostante la cronologia imbarazzante del suo google, non aveva nessuno a cui chiedere le cose da gay per il momento. E lui temeva che Newt non fosse dello stesso avviso, d'altra parte, anche se non era mai stato un vero e proprio argomento di conversazione, il biondo aveva dato indizio di non essere proprio senza esperienza sotto le lenzuola, anche se il suo volto si oscura ogni volta che si parla di quello. Cosa che incuriosisce Thomas particolarmente, ma non si azzarderebbe mai a chiedere. Comunque, Newt non aveva mai messo fretta al suo ragazzo, neanche facendo battute o allungando le mani di tanto in tanto come Thomas aveva sentito che i ragazzi facessero con le proprie fidanzate. Adesso Newt si porta una mano sulla spalla, mordicchiandosi il labbro, forse chiedendosi se debba scusarsi. Ormai Thomas ha imparato a leggere quasi ogni suo sguardo, vorrebbe baciarlo. Newt intercetta il suo sguardo, apre la bocca per parlare ma il moro lo ferma con un gesto della mano. -Non ti azzardare a scusarti.- Dice sorridente, sistemandosi il colletto della maglietta in modo che non gli dia fastidio. Newt alza gli occhi al cielo. -Stavo per dire che se potessi ti leverei la maglietta in questo preciso istante ma se tu sei convinto...- Il biondo alza le mani in segno di resa, Thomas ci mette un secondo per elaborare. -Cosa hai detto?- Chiede, quasi sperando di aver capito male, sentendosi avvampare. Newt si porta una mano alla bocca, succedeva spesso quando diceva cose un po' sconce, come se certe volte si pentisse o sorprendesse delle sue stesse parole. Thomas pensa che deve essere perchè non è abituato a dire queste cose, o almeno, pensa Thomas, non lo è più. Si chiede se con Adam queste cose le dicesse senza coprirsi la bocca.

bones. newtmas!auWhere stories live. Discover now