2. Flashback

500 35 11
                                    

N.a. continuo del primo flashback :) è angst puro, se siete sensibili non leggete xx

La porta della sua camera si apre, Adam fa capolino in silenzio. Newt deglutisce forte, ancora senza la maglietta. Si copre freneticamente come può con le braccia, evita in tutti i modi gli occhi del suo ragazzo. In realtà è molto sorpreso che sia ancora lì, di solito se ne andava e basta, chiamava il giorno dopo al massimo. In silenzio, si avvicina a Newt. Il cuore del biondo batte veloce, indietreggia impercettibilmente. Adam respira forte, guarda le pillole a terra e il flacone aperto sul comodino. Lo prende in mano, lo rigira un po' facendo rotolare le pillole all' interno. Newt è bloccato, fermo immobile osserva i muscoli evidenti sotto la maglietta a maniche corte dell' altro biondo. Non gli piacciono, non gli sono mai piaciuti. Si concentra sul sorriso appena accennato che adesso aleggia sul viso del suo ragazzo. Adam gli tira il flacone di scatto, Newt fa a malapena in tempo a prenderlo al volo, lo stringe forte nelle mani. Il suo antidoto e il suo veleno. -Bambolo, non si sprecano le medicine.- Gli dice, sorride. Newt ha il respiro mozzato, gli gira la testa ancora. -Com'è che mi hai detto? Che quando le prendi poi non senti più niente? Allora dai, prendile. Vuoi che ti porti l' acqua?- Chiede, la sua voce ridotta un sussurro. Newt non capisce, scuote la testa, ancora il dolore alla pancia gli manda brividi in tutto il corpo. -Adam che cosa stai dicendo?- Mormora piano, chiudendo il flacone. Non gli importa più di essere mezzo nudo adesso. Adam sbuffa con fare teatrale. -Ti porto con i miei amici al cinema, prendi le medicine così smetti di tremare.- Newt apre e chiude la bocca, sorride. Non era mai successo. Adesso Newt non si sente abbastanza, come ha fatto a dubitare di lui? Adam si avvicina, si siede sul letto accanto a lui abbastanza vicino da far toccare le gambe ma non i fianchi. -Dammi un bacio.- Gli dice Adam, Newt non ha più paura, ma una scarica di dolore lo travolge ancora. Ma stringe i denti, troppo contento per far vedere che soffre. Si baciano piano, Adam non prova neanche ad allungare le mani. Newt prende subito una pillola dal flacone che ha in mano e se la porta alla bocca, deglutisce senza nemmeno bisogno dell' acqua. Mezza dose per rimanere con i piedi per terra, due pillolle servono quando ci sono le voci in testa e la nausea. Adam si alza, si avvicina al suo armadio che fa rumore quando lo apre, prende una delle sue camicie bianche senza colletto. Gliela tira e la camicia si apre in aria. Atterra sulle sue gambe, Newt se la infila veloce sotto lo sguardo attento di Adam, Newt non se ne cura. Si alza, Adam gli posa le mani sui fianchi, lo bacia piano. Newt non sta tanto male, le lacrime sono rimaste sul cuscino adesso. Deve essere forte e fico, per gli amici di Adam, deve essere abbastanza. Gli amici di Adam gli piacciono, non lo zittano quando parla dei suoi interessi e delle poesie. Adam gli tiene la mano, escono dalla camera di Newt mentre ridono piano. Hannah li blocca sulla porta di casa. -Dove andate?- Chiede, in realtà disinteressata. Adam sorride gentile. -Se posso, porto Newt al cinema.- Lei fa un gesto della mano scocciato, della serie "levamelo dai piedi" e poi rientra in cucina senza dire nient'altro. Newt prende la sua giacca con il telefono e le chiavi, escono velocemente senza guardarsi indietro tenendosi per mano. Appena sono sull'autobus, Adam si sporge per dare un altro bacio a Newt. Il biondo lo ricambia volentieri, finisce per dimenticare che non sono soli. Lo spinge via con una mano delicatamente appena se ne ricorda. Il suo ragazzo gli sorride, cominciano a parlare come fanno sempre. -Che materie avevi oggi?- Chiede Newt, giocando con le dita di Adam intrecciate alle sue sollevando le dita alternativamente. -Ho avuto mate, non sai cosa è successo: Riddle si è messo a urlare che aveva fame. La prof ha dato di matto.- Adam ride, Newt con lui, tutto il dolore cancellato dalla medicina. -Me la immagino.- Dice appena riprende fiato. Adam lo guarda intensamente, il piccolo arrossisce. -Dopo il cinema vieni da me?- Chiede, mettendogli una mano sul ginocchio. Newt annuisce, anche se non vorebbe. Ma Adam lo sta portando con i suoi amici, come può dirgli di no? -E poi Riddle ha continuato a rispondere, dicendo che lui voleva urlare e poteva. Siamo morti tutti dalle risate.- Adam si sistema la camicia aperta sopra la maglietta grigia, sorride al ricordo. -Tu cosa hai fatto oggi, Devan ti ha beccato?- Chiede, riferendosi al suo bullo. Newt scuote la testa. -No oggi niente, ho parlato con Chess alla seconda ricreazione, oggi viene?- Chess è una compagna di classe di Adam, è sempre molto gentile con lui. Dice sempre che vuole fare l' infermiera e lo aiuta sempre a medicarsi le ferite che gli fa Devan. Gli sembra strano pensare che solo poche settimane prima se ne stava con il suo gruppo di amici, come un ragazzo normale. E invece adesso il suo ragazzo diciottenne gli chiede se oggi è stato picchiato o no. -Sì viene, ma vedi di non annoiarla troppo che viene anche il suo ragazzo.- Adam lo ammonisce. Newt si sente mancare un attimo, ma non è come quel dolore. Si ricorda che è troppo tempo che non mangia. Stavolta ha esagerato. -No, non le dico niente.- Mormora. -Bambolo da quanto non mangi?- Newt capisce di essere sbiancato come aveva previsto. Gli riesce difficile repirare, la mano di Adam ancora sul suo ginocchio. -Non lo so.- Mente. Adam lo bacia d'improvviso e Newt sorride. -Ecco, adesso stai meglio?- Chiede Adam. -No in realtà. Mi serve ancora un po'.- Replica, sporgendosi per baciarlo ancora. Ad Adam piace sempre quando chiede di più. Il suo ragazzo lo accontenta, premendo forte le labbra sulle sue e modrendogli il labbro inferiore come lo fa impazzire. -Oh cazzo siamo arrivati.- Adam si alza velocemente, prendendo Newt per mano. Scendono dall' autobus e il sole timido di quella sera di fine giugno li investe. La giacca di Newt svolazza, troppo grande per lui. -Andiamo a prendere da mangiare per te, prima che mi svenga in braccio.- Annuncia il più grande, quasi trascinandolo per le vie di Londra. Newt fatica a stargli dietro con la gamba zoppicante. Adam gli sorride e ad un tratto Newt è felice, si sente leggero come non si sentiva da molti giorni. Adam lo lascia fuori da Starbucks, gli dice di aspettarlo fuori perchè gli vuole fare una sorpresa. Newt si appoggia al muro, tira fuori il cellullare dalla tasca. C'è un messaggio da sua madre. Dice: "Se torni con un succhiotto come l' altra volta non ti faccio entrare." Newt non risponde nemmeno, messaggi così sono all' ordine del giorno con Hannah. "L' altra volta" risale a un mese prima. Apre instagram e passano i minuti, Adam esce dal negozio con un sacchetto in mano. Gli sorride, gli lascia un candido bacio sulle labbra tenendolo premuto contro il muro, le mani sui fianchi. Un brivido gli attraversa il corpo. -Dai, tieni.- Newt prende il sacchetto. Non ha nessuna voglia di mangiare, ma non può davvero svenire per strada. Appena apre il sacchetto l'odore di zucchero lo investe, infila il naso dentro la busta bianca e inspira forte. Guarda Adam. -Sei serio? Avrà cinquemila calorie questo coso.- Quasi urla, però sorride. -Stai tranquillo, mi piaci magro ma dovrai pur mangiare.- Newt aspetta solo un attimo prima di infilare la mano nel sachetto e prendere la ciambella. Le sue parole gli rimbombano in testa:"mi piaci magro". Adam incrocia le braccia al petto, lo guarda sorridente. -Ma non ho fame.- Protesta Newt, con la ciambella in mano, ed è vero, ormai non la sente nemmeno la fame, mangia solo ed unicamente per non morire. -Dai, non rompere. Lo sai come la penso. Mangia.- Adam gli coccola il braccio da sopra la giacchetta, gli sorride ancora. Newt dà un morsetto alla ciambella, senza guardare il suo ragazzo negli occhi, punta lo sguardo in alto verso i tetti dei palazzi e guarda le nuvole sfumate di arancione nel cielo. -Sei morto?- Gli chiede Adam quando ha mandato giù. Newt scuote la testa, pulendosi la bocca dallo zucchero con il dorso della mano. -Cominciamo ad incamminarci, dai.- Adam riprende a parlare delle cose che succedono a scuola e a lezione, Newt ogni tanto gli racconta le cose che fa a casa. Gli parla dei suoi dipinti. Arrivati al cinema ha mangiato neanche metà ciambella. Adam lo guarda triste. Si siedono su una panchina lì davanti, nessuno degli amici del più grande è arrivato. Newt rimette la ciambella nel sacchetto, lo richiude e lo lascia ad Adam. -Piccolo, perchè non mangi? Mi fai preoccupare. Mi dici sempre che stai bene e poi Hannah mi viene a dire che vomiti la notte.- Newt deglutisce forte, si siede sulle gambe di Adam. L' entrata del cinema è in una via secondaria del centro, nessuno passa lì. Il cielo che tende alla notte si vede in alto stretto fra le file di palazzi, l' entrata scolorita e anonima del cinema davanti a loro. Cartelloni vecchi di film ai lati delle porte con il vetro incrinato e nessuna luce aggiuntiva se non un misero faretto al centro delle porte. -Te lo ha detto?- Chiede sottovoce, maledicendo sua madre. -Sì, bambolo. Me lo ha detto, quanto pensavi di tenermelo nascosto?- Newt scuote la testa, non sa che dire. Adam lo abbraccia cingendogli la vita con le braccia, gli bacia il collo al volo appena sopra il coletto allacciato della camicia. -Mi prometti che ti rimetterai in forze? Per me e per te, anche.- Adam gli passa una mano fra i capelli, lo coccola. Newt sorride incerto. -Va bene.- Dice, anche se non troppo convinto. Prende le mani di Adam appoggiate sulle sue gambe fra le sue. Passano diversi secondi di silenzio, Newt respira forte. -E comunque questa camicia è più rovinata dei capelli di Devan.- Gli dice Adam, scherzando. -L' hai scelta tu, non è colpa mia.- Replica Newt, ritrovando il buon umore e dandogli una spintarella. Adam si appoggia allo schienale della panchina, evitando il suo colpo. Newt, offeso, si alza dalle sue gambe, si piazza davanti a lui fermo. -E non è colpa mia se nell' armadio hai solo magliette pessime.- Adam lo prende per il polso e lo porta a sedere di nuovo accanto a lui. -Allora dammene una tua, visto che sono così fantastiche.- Newt imita la voce profonda di Adam, sorridendo. Si sposta meglio verso il suo ragazzo mettendo una gamba sotto l' altra. -Dopo te ne do' una, così almeno potrai dormire con un po' di stile.- Newt si ricorda che sull' autobus gli ha detto che sarebbero passati a casa sua, dopo il cinema. Gli passa la voglia di scherzare, ma deve fingere per non farlo preoccupare. -E perché devo dormirci? Non ci posso andare in giro a fare il fico come fai tu?- Adam sorride, lo prende per le spalle. -Le vedi queste?- Chiede, per poi mettersi le mani sulle proprie spalle. -E le vedi queste? Una mia maglietta ti starebbe dieci volte. Sembreresti un fantasmino.- Newt ride. -Lo vedremo.- Dice, passandosi una mano fra i capelli come fa spesso il più grande. -Non cercare di imitarmi, bambolino.- Lo riprende Adam, prendendogli forse un po' troppo forte il polso. Newt ride, nonostante faccia male. Adam lo lascia, si passa una mano fra i capelli e Newt pende dalle sue labbra, vuole essere come lui fra un paio di anni. -Si fa così, hai visto?- Chiede, ridendo. Newt si passa distratto le dita sul polso per togliere quella strana sensazione di dolore. -Mh, secondo me ero più bello io.- Newt non ci crede a quello che ha appena detto. Adam lo guarda fisso negli occhi, per poi baciarlo piano. Il più grande gli posa una mano sulla gamba, Newt rimane immobile. In quel momento sente Chess che li richiama. -Hey, piccioncini.- Adam si tira subito via, lasciando Newt con il fiato mozzato dal bacio. La ragazza ha i lunghi capelli lisci che gli ricadono sulle spalle, un sorriso in volto. Indossa i soliti jeans neri e una maglietta, una borsetta nera a tracolla al suo fianco. Newt fa per alzarsi, ma rimane bloccato appena vede un ragazzo dietro di lei, con il ciuffo nero, la giacchetta di pelle vecchio stile che acchiappa tutte le ragazze. Sebastian. Newt se potesse, morirebbe ora. Desidera tanto, tantissimo morire. Davvero, vorrebbe solo sparire. Adam si alza, saluta Chess con un abbraccio, saluta Sebastian con un gesto della mano. Newt non respira. Sebastian é il teppista che di solito lo tiene fermo quando Devan decide di dargli qualche sberla a scuola. Newt pensa che potrebbe scappare, tornare a casa e chiudersi in camera sua. Perchè Adam lo ha salutato? Vuol dire che non lo sa che Sebastian è uno di quelli che lo prendono in giro. Non può assoltamente rovinare l'amicizia di Adam, non può. Adesso deve solo andare via, prenderà l'autobus per tornare a casa, non saluterà il suo ragazzo, non è la prima e non sarà l'ultima volta. Deve solo trovare un modo per non farsi vedere da Sebastian. Ma come? La testa di Newt gira. Ha esitato un secondo di troppo e il danno è fatto, Sebastian lo ha visto. -Moccioso che ci fai qui?- Sebastian non si prende neanche la briga di salutare Adam di rimando, troppo preso da lui ormai. Newt non sa cosa rispondere, ancora seduto sulla panchina. Sucede tutto in un attimo, il sorriso di Chess si spegne, con il suo quello di Adam. Lo sguardo schifato di Sebastian dice già tutto. -Stavo andando via.- Sussurra Newt, stringendo i pugni per non tremare. Sembra una scena tipica nei corridoi di scuola, ma adesso ci sono i rispettivi fidanzati a guardarli. Newt si alza di scatto, abbassa lo sguardo. Ha deluso anche Chess. Prende a camminare velocemente come farebbe con il suo zaino in spalla e spera per un attimo che riuscirà a scappare da lì, a sparire dietro l' angolo prima che Adam lo fermi o che Chess lo richiami. -Bambolo dove vai?- Sente Adam afferrargli il braccio, forse con troppa forza come al solito. Newt si ferma, ma non si gira. Non lo vuole guardare. -Newt, guardami.- Gli dice, scuotendolo. La replica immancabile di Sebastian arriva subito dopo. -Adam lascialo andare fuori dai piedi.- Il suo ragazzo si gira di scatto verso Sebastian, tenendo ancora Newt. E poi lo lascia andare. E Newt se ne va come in un sogno, come se fosse uno spettro. Era troppo bello per essere vero. Era troppo bello poter uscire con Adam. Si guarda i piedi mentre se ne va, ha troppa paura di guardarsi indietro. Troppa pura di vedere lo sguardo  deluso di Chess, lo guardo odioso di Sebastian. Adam, semplicemente non sa che faccia abbia. Si impone di non ascoltare i sussuri concitati che sente alle sue spalle quando si è allontanato abbastanza. Non si rende conto che sta quasi correndo. La caviglia gli fa male e brucia. Newt gira l'angolo e si appoggia al muro, fuori dalla vista degli altri, si sfila la scatolina nera di metallo che tiene in tasca. Tira fuori il piccolo flaconcino viola pieno di quelle piccole palline bianche e tintinnanti che sanno di zucchero. Le pillole omeopatiche basteranno fino a casa. Newt ne prende tre e le fa scoppiettare in bocca e odia il sapore di zucchero. Ha la nausea. Si impone di non tremare mentre torna a casa in autobus, si impone di non piangere mentre torna in quell'edificio che non è casa. E se non tornasse?

bones. newtmas!auDove le storie prendono vita. Scoprilo ora