24. Mom

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Appena Thomas entra in casa si toglie la giacca e le scarpe velocemente, sta per entrare in camera e chiudere la porta a chiave deciso a non riaprirla se non per vedere Newt quando la madre lo richiama dal salotto. Thomas per poco non salta dalla paura, pensava che la madre fosse andata a dormire. Ma come al solito lo sorprende. Il moro si ferma, in mezzo al corridoio, non ha nè la voglia nè la forza di affrontarla adesso. -Tom vieni qui, dobbiamo parlare.- La sua voce sembra preocupata. Thomas non voleva farla preoccupare, non voleva coinvolgerla. Ma capisce anche quando un ragazzo che non è tuo figlio ti sviene in casa all' improvviso con evidenti segni di pianto ovunque, può essere anche in diritto di preoccuparsi. Esita ancora un attimo. Sa che se affronteranno la questione adesso Thomas probilmente avrà una specie di crisi isterica come gli succedeva da bambino, ma sa anche che sarebbe molto peggio se si rifiutasse di parlarne. Si affaccia in salotto, ha i capelli scuri scompigliati e delle evidenti occhiaie. Porta ancora gli stessi vestiti dalla mattina prima e cominciano a stargli scomodi. Decide che deve perlomeno mettersi in pigiama prima di affrontare sua madre. Lui non la chiama mai con il suo nome, Helen, la chiama sempre mamma o "ma" per abbreviazione. Ogni tanto la chiama madre per prenderla in giro. -Ma', ora mi sistemo e poi arrivo.- Si tiene allo stipite per non cadere. Sua madre annuisce, è seduta sul divano, ha un coperta in grembo e la tv è accesa senza volume. Thomas si passa una mano sul viso mentre va verso la sua camera per cambiarsi. Si rende conto che sono quasi ventiquattro ore che non dorme, sbadiglia. Ripensa che poterbbe fare finta di essersi addormentato e rimandare la conversazione. Ma poi pensa che lo deve fare, che se non è adesso sarà tra poche ore e più sarà lucido più sarà imbarazzante. Dopo essersi messo la tuta del pigiama e una maglietta pulita, va in bagno a lavarsi la faccia per svegliarsi un po'.

Thomas prende un respiro profondo, seduto scomposto sulla poltrona accanto al divano. Sua madre è di fronte a lui, che lo guarda con occhi vacui. Pensa che tutte le emozioni provate oggi gli potrebbero bastare per una vita intera. Ha ansia, non sa nemmeno perchè precisamente. 'Forse perchè tua madre ha forse scoperto che sei gay da quella stronza di Hannah. E non da te. E ha scoperto che sei gay.' La vocina nella sua testa non aiuta. In effetti non è sicuro del fatto che le due madri abbiano parlato. Aspetta in silenzio che sia la madre a fargli una domanda precisa, non ha tanta voglia di parlare. Ha deciso che per oggi dirà solo lo stretto necessario, poi per i dettagli ci sarà altro tempo. Helen apre la bocca, ha un' aria molto confusa. -Thomas, chi è Newt?- Sembra una domanda così semplice. Potrebbe rispondere un milione di bugie. -Il mio fidanzato.- Sembra così semplice anche dirlo. Ma non lo è, il tono di Thomas è teso. Sente di nuovo la stretta allo stomaco quando lo dice. Si rende conto che è la prima volta che lo dice ad alta voce. Il suo cuore batte forte, aspetta la reazione della madre, che non tarda ad arrivare. Helen perde un po' di colore, ma rimane ferma immobile. Thomas si pente di averlo detto così direttamente, forse avrebbe dovuto dare più tempo alla madre per considerare l' opzione "avere un figlio gay". Thomas per un attimo si sente perso, pensa di averla delusa, o disgustata. Deglutisce. -Okay.- Helen sembra essersi ripresa in fretta dallo shock iniziale. Thomas cerca disperatamente di intercettare suoi occhi per capire cosa pensa. -Va avanti da tanto?- Sembra una domanda così stupida. Thomas è deluso, anche se non aveva proprio un' aspettativa pensava che la madre avrebbe detto qualcosa di più profondo. Ci pensa un po' prima di rispondere, ha imparato dai suoi errori. -No, è il mio primo fidanzato se è questo che ti chiedi.- Sa che non è questo che la madre sta chiedendo. -Da quanto, insomma, ti senti attratto dai ragazzi?- Helen ha la voce spezzata, Thomas teme che stia per mettersi a piangere. Ci pensa seriamente, aspetta anche più di qualche secondo, spera quasi di aver cambiato risposta a quella domanda che si era posto da solo nella doccia tre giorni prima. -Fisicamente, seriamente, da quando mi sono innamorato di Newt. Mentalmente, penso... penso da sempre.- Era spaventoso dirlo, Thomas sente il peso delle sue stesse parole sul petto. Adesso capisce perchè non si è mai interessato troppo di avere una ragazza. La prima che ha avuto era stata al primo anno di medie, si chiama Emily, stavano in alcune classi insieme ed era stata lei a chiedergli di fidanzarsi. Lui aveva solo detto si, non avevano fatto niente di fisico, ancora troppo piccoli. Si erano lasciati dopo neanche quattro mesi, Thomas si ricorda a malapena. La seconda risaliva al secondo anno di liceo, in quel periodo Thomas si sentiva escluso perchè Peter e tutti gli altri amici cominciavano a fare le prime esperienze e lui non aveva neanche mai baciato nessuna. Gli era capitato di conoscere Alice ad una festa, è la cugina di un suo amico. La vede ancora per i corridoi a scuola ogni tanto. Si erano messi insieme dopo essere usciti un paio di volte, spinti entrambi dagli amici. Si erano baciati, anche alla francese, ma non era durata più di un' estate, si erano lasciati a settembre di comune accordo. Thomas aveva sempre scambiato la sua mancanza di sentimenti per immaturità. E adesso si sente così stupido a pensarci. Erano passati quindi più di due anni dalla sua ultima ragazza. Il suo cuore sorride al pensiero delle labbra di Newt sulle sue. Un po' fuori luogo come pensiero ma gradito. Torna alla realtà quando vede una lacrima scendere sulla guancia di sua madre. Si alza immediatamente e va ad abbraciarla, lo facevano sempre dopo aver litigato. Thomas si sta sentendo male. 'L' ho delusa' pensa. Ma sua madre ricambia l' abbraccio. -Thomas, va tutto bene, scusa.- La madre sembra dispiaciuta. Thomas si chiede se sia dispiaciuta a causa sua. -Mamma, sono sempre io, sono sempre Tom.- La guarda fisso. Si sente impossessato da una paura opprimente. Si ammobilizza. -Lo so Tom, lo so, non dubitare nemmeno per un momento che non ti voglia bene immensamente come ho sempre fatto. Mi dispiace, è solo che....- Non è la prima volta che Thomas la vede così shockata. Scaccia il pensiero, gli manca solo di pensare pure a suo padre. Sua madre prende un respiro profondo, poi abbozza un sorriso sincero. -Non pensare neanche che possa essere un problema, ok? Lo so che sei sempre il solito Tom rompiscatole che ho cresciuto con tanto amore. Dammi un bacino.- Thomas sente di poter tornare a respirare. Sua madre sorride, solo due lacrime solitarie scorrono sulle sue guance. Thomas si gode quel momento ancora un po', poi si fa avanti da un piccolo bacio sulla guancia della mamma. -Mamma, ho sedici anni adesso, la puoi smettere con questa storia dei bacini?- Thomas tira fuori suo miglior sorriso. Si porta le mani nei capelli, improvvisamente si sente leggero ma anche molto stanco. -Non la smetterò mai, Thomas.- Helen gli posa le mani sulle spalle. Aspetta un attimo prima di chiedere ancora. -Perché Newt stava piangendo quando è svenuto?- Thomas aspettava questa domanda, sente male al cuore, cerca di mettere delle parole in fila. Dopo qualche secondo riesce a formare una frase balbetta e interrotta dalle lacrime. -Lui, ecco, il suo ultimo ragazzo lo ha abbandonato molto male e quindi quando mi sono dichiarato lui si è spaventato ma poi abbiamo chiarito prima che svenisse.- Thomas si sente molto stupido a dirla così, anche se è vero. Helen sorride un po' incerta prima di abbracciare di nuovo suo figlio.

Thomas si lascia andare al pianto ancora una volta, sotto le coperte del suo letto. Sottili spiragli di luce si insinuano nella camera attraverso la serranda abbassata, dove si vede la polvere che danza nell' aria. La sua sveglia segna le otto del mattino, ora sono ufficilmente venticinque ore che non chiude occhio. Thomas sente il cuore pesante, il suo unico pensiero è Newt. Pensa a lui e a tutto quello che è successo. Sa già cosa fare adesso. Dovrà ripetere all' infinito a Newt quanto sia bello, quanto lo ama. Gli dovrà tenere la mano, il cuore. Lo deve salvare. La sua voce ancora nella testa. 'Salvami'. Pensa a quanto sarà bello quando finalmente riusciranno a uscire da quel casino, perchè lo faranno. Tutto il romanticismo represso in sedici anni esce adesso nella testa di Thomas, pensa a tutte le cose che possono fare insieme per distrarsi. Pensa anche che sarà imbarazzante, ma bellissimo. Pensa che non hanno ancora avuto il loro primo appuntamento. Nonostante le lacrime continuino a bagnare il cuscino, Thomas sorride leggermente. Sa che sarà difficile ma lo deve fare per Newt, lo vuole fare per Newt. Il ricordo del suo sorriso fisso in mente. Si chiede che cosa succederà, se Newt lo vorrà ancora. E un milione di paure si riversano nella sua testa, il ricordo del suo sorriso viene spazzato via dal ricordo del suo pianto. 'Ma noi ce la faremo.' Si stringe nelle coperte, si gode il calore. Piano piano riporta i pensieri sulla via felice, pensa che farà di tutto per Newt. Pensa che saranno felici, passo dopo passo, anche con il passato che si portano sulle spalle.

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