40. Bed

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Thomas ci mette un po' a realizzare tutto quello che ha detto Newt. Sta fermo in silenzio, guarda fisso quel polso marchiato dal dolore. Newt lo tiene lì sulle gambe come se fosse una cosa che non gli appartiene, come se non fosse pelle sua. Tutto il suo racconto era stato poco più di un sussurro. Thomas non sa che dire. -Ok.- Esordisce poi, cominciando a mette ordine in testa. -Quindi hai provato a toglierti la vita con le tue stesse mani, tagliandoti le vene, mentre avevi una relazione con un tipo che ti scopava contro il tuo volere. Nel periodo in cui studiavi a casa da solo perchè a scuola ti picchiavano principalmente perchè esisiti. Ed eri anoressico e zoppo. Poi hai passato dei mesi in un'ospedale psichiatrico per rimetterti e adesso ci sono io e tutti gli altri tuoi amici e la tua vita va a meraviglia.- Guarda Newt, cerca i suoi occhi, non li trova. Gli scappa un sorriso amaro. -E ti vergogni pure?- Chiede. Newt gira di scatto la testa verso di lui, sorpreso. Apre e chiude la bocca, forse in cerca di parole. Thomas continua. -Cioè, davvero pensavi che avrebbe cambiato quello che provo per te sapere che Adam ha due anni in più e che hai provato a suicidarti?- Newt non reagisce. Thomas sta in realtà ancora cercando la risposta a quella domanda nella sua testa. Gli occhi di Newt hanno una muta richiesta. -Ovviamente no, scemo.- Dice Thomas, con il cuore impazzito. Newt continua a non reagire, incredulo. -Newt...- Thomas ha esaurito le parole. Pensa che potrebbe baciarlo, ma non è il momento. Passano diversi secondi imbarazzati, poi Newt si sporge in avanti. Si danno un bacio piccolo, solo labbra su labbra. -Tommy...- Newt si sporge per dargli un' altro bacio, stavolta un po' più umido. Thomas lo spinge via delicatamente appena il bacio minaccia di diventare un po' più approfondito. -Basta.- Dice, sorridendo. -Adesso io e te parliamo, ok?- Newt annuisce, anche se un po' preoccupato. Si risistemano sotto le coperte, come stavano prima di addormentarsi, le braccia di Thomas strette attorno al corpo magro di Newt. -Allora.- Esordisce Thomas. Sente Newt irrigidirsi un po'. -Ti amo. Sei bellissimo. Sei intelligente. Sei gentile. Sei dolce. Sei complicato. Sei un cretino.- Comincia a coccolarlo da sopra la maglietta, sussurra per non farsi sentire dalla madre che dorme nella stanza accanto. Sa che sta facendo la cosa giusta e si sente stranamente bene a farla. -E poi hai questi capelli biondi che al sole sembrano fatti d'oro e quel sorriso che ha conquistato metà scuola.- Dice ridendo. -Ma che dici, Tommy.-  Thomas stringe più forte Newt fra le sue braccia, infila il naso nell'incavo del suo collo. Gli lascia qualche bacio veloce, sente Newt rilassarsi e ridere. -Tommy... non serve che mi fai i complimenti perchè sono triste...- Thomas non si sente se stesso e insieme adesso gli sembra completamente naturale fare così. Come se con Newt riuscisse ad essere un'altra persona, però non porta maschere nemmeno quando è senza di lui. -Allora ammetti di essere triste...- Dice, ancora ridendo piano. -No, non è vero.- Replica il biondo, sistemandosi di nuovo fra le sue braccia. Passano diversi secondi ancora, Thomas riprende a coccolare Newt. In realtà quelle cicatrici cambiano un po', ma decide di scacciare il pensiero almeno fino a dopo il suo compleanno e un giorno ne parleranno. Faranno tutto a piccoli passi, come hanno sempre fatto. -Tommy ma lo hai letto quel libro che ti avevo dato?- Chiede Newt, spezzando il silenzio. -Sto a metà, giuro.- Risponde Thomas, allungandosi per prendere il libro del suo ragazzo dal comodino. Il volume è piccolo, colorato di azzurro, il titolo scritto in un font anonimo, niente di speciale. A Thomas il libro stava piacendo davvero, non legge molto di solito, ma questa volta era stato Newt a spingerlo e non aveva detto no. Newt prende il libro tra le mani, lo apre e ne sfiora le pagine con la mano sinistra, il polso improvvisamente nudo. -Me lo stai trattando bene, sì?- Chiede, osservando attentamente i lati, in cerca di macchie o simili. -Sì, mi hai fatto una testa così prima di darmelo che Luke ancora mi chiede perchè siamo amici.- Newt ride, al ricordo del loro amico presente al giorno dello scambio. -Già, amici.- Dice, per poi sporgersi a lasciargli un bacio veloce sulle labbra. -Amici.- Ripere Thomas, per poi baciarlo ancora. -Che dici, al tuo compleanno glielo diciamo?- Chiede Newt, un sorriso sulle labbra. -Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Newt?- Esclama Thomas, mantendo un tono di voce sempre basso. La sveglia sulla scriva segna le tre e trenta del mattino. Newt ride, si sporge per rimettere il libro al suo posto. -Dovrei chiederlo io a te, che cosa mi hai fatto, Tommy?- Thomas si trattiene dal chiedergli se stava parlando sul serio, non vuole rovinare il momento. Il silenzio cala per l' ennesima volta. Newt incrocia lo sguardo di Thomas, sorride. -Ero serio.- Dice, per poi riprendere a baciarlo. Thomas sorride sulle labbra di Newt, poi allunga una mano e con un rumore secco la luce si spegne e i due tornano a dormire dopo una lunga sessione di baci, i braccialetti di Newt dimenticati sulla coperta.

Appena la sveglia del telefono suona Newt quasi sobbalza dallo spavento e Thomas, forse per la prima volta in vita sua, si sveglia con il sorriso. Allunga subito il braccio per spegnerla, un gesto ormai abitudinario. Però non è abitudinario trovarsi il proprio fidanzato dall' altra parte del letto, con una mano sul cuore, gli occhi spalancati, i capelli biondi scompigliati. Thomas gli dà il buongiorno per la prima non sull' autobus nè per messagio, ma un vero e proprio buongiorno con tanto di sorriso. -Buongiorno un cazzo.- Replica Newt, però sorridente. Thomas non resiste proprio e affonda la mano fra i capelli fini del suo ragazzo, mettendoli solo leggermente più in ordine di prima. -Sangster, tu non hai una sveglia?- Gli chiede, mentre il biondo gli leva la mano forzatamente. -Sì, ma non con questo suono. Immagina tu, di svegliarti accanto ad un orso scompigliato, in un letto che non è il tuo, con una sveglia che non è la tua e senza...- Newt si ferma a metà frase, la mano che istintivamente cerca i braccialetti di solito legati intorno al polso sinistro. Arrossisce, era stata solo la svista di un attimo. In pochi secondi Thomas si affretta a recuperare tutti i braccialetti di cotone dalla coperta, mentre in silenzio Newt si sta già allacciando quelli di cuoio. -Scusa.- Mormora, forse un po' a disagio. Thomas gli passa i due oggettini colorati, per poi mettersi alla ricerca dell' ultimo, quello nero di perline. Thomas lascia cadere la conversazione lì, cambia argomento, rivolgendo al suo ragazzo un sorriso smagliante. -Abbiamo cinquanta minuti secchi e poi dobbiamo uscire di corsa sennò addio autobus.- Newt ha finito di chiudere anche quello nero, guarda Thomas. -Ma sei serio? Perchè così tanto tempo?- Chiede, mentre si alzano entrambi. Il moro si stringe nelle spalle, a lui cinquanta minuti bastano a malapena di solito. -Che cosa ti spinge ad alzarti la mattina così presto?- Chiede ancora, rimettendosi a sedere con una smorfia. -Devo essere decente per andare a scuola, forse?- Replica Thomas, andando dall'altra parte del letto e tirando Newt in piedi quasi di peso. Il biondo ride, involontariamente stretto in un abbraccio. -E poi tu fai colazione.- Sussurra, girando la testa di lato. Thomas non lo lascia andare, gli dà un bacio sulla guancia. -Sì, esatto, noi umani facciamo colazione. Però se tu non vuoi non fa niente.- Newt sorride, ricambia finalmente l' abbraccio. -No, la faccio. Però ad una condizione.- Thomas inarca le sopracciglia, facendo un passetto indietro ma mantenendo sempre le mani sui fianchi del suo biondo. -E quale sarebbe?- Chiede, un sorrisetto che gli scappa all' angolo della bocca. -Adesso devi baciarmi fino a lasciarmi senza fiato come hai fatto stanotte.- Dice Newt, avvicinandosi. Thomas ride, spinge Newt sul letto di nuovo, il biondo gli sorride, sistemandosi meglio sul letto. Il moro è subito sopra di lui, i gomiti poggiati ai lati della sua testa. Si baciano, quasi fosse l' ultima volta che possono farlo, le mani di Newt che vagano sulla schiena di Thomas fino ad infilarsi sotto la maglia. Le labbra di Thomas scendono fino al collo di Newt, già marchiato dal giorno prima. Si riprendono solo quando si sente la madre di Thomas urlargli di svegliarsi dal corridoio, i due scoppiano a ridere per niente pentiti. -Soddisfatto?- Chiede Thomas, allontanadosi dal suo fidanzato sorridente, si passa le mani sulla maglietta del pigiama per sistemarsi almeno un po'. Newt si stringe nelle spalle, seduto sul letto.

bones. newtmas!auWhere stories live. Discover now