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I miei ricordi di bambino sono sempre protagonisti in questa edizione del Festival .

Lo vincono Adriano Celentano e gentile consorte Claudia Mori con "Chi non lavora non fa l'amore", un pezzo da "bastian contrario" qual è sempre stato il celeberrimo molleggiato nazionale.
Mentre gli anni settanta divampano e tutti usano l'arma dello sciopero, l'alternativo Celentano non segue la contestazione e anzi va controcorrente con il tema scelto.

Ma non è questo il brano che mi resta scolpito nella RAM, ma il terzo classificato Sergio Endrigo (sì, ancora lui e sempre in coppia con Bacalov) che così chiude il suo curioso trittico sul podio, dopo il secondo e il primo posto dei due anni precedenti, con "L'arca di Noe'".
L'altro interprete sarà la già citata Iva Zanicchi che ancora non "gira la ruota" in Tv.

Non un brano memorabile, se consideriamo che questo artista aveva già scritto quella che ritengo sia una delle canzoni più belle di tutti i tempi come "Io che amo solo te" (non ne inserisco il video per non andare fuori tema, ma consiglio, tra le tante versioni, quella acustica di un cantautore non molto conosciuto di nome Joe Barbieri di cui parleremo più avanti).
Un motivo di questa involontaria registrazione della mia memoria, però, è evidente: questa canzone diventerà un classico per i bambini quattro anni prima che pubblicasse il celeberrimo inno alla natura "Ci vuole un fiore".

Eppure questa sarà un'annata ricca di bei brani che rimarranno dei classici italiani come la seconda classificata "La prima cosa bella", interpretata da Nicola Di Bari (del quale ricordo solo una tristissima immagine da Willy il Coyote con gli occhiali).

Il brano era eseguito anche dai debuttanti Ricchi e Poveri: un caso di successo particolare perché i gruppi italiani che armonizzavano così bene a quattro voci non avevano molto spazio nel panorama discografico di allora ("La prima cosa bella" pur...

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Il brano era eseguito anche dai debuttanti Ricchi e Poveri: un caso di successo particolare perché i gruppi italiani che armonizzavano così bene a quattro voci non avevano molto spazio nel panorama discografico di allora ("La prima cosa bella" purtroppo fu anche una delle loro... ultime cose belle fatte poiché, nei decenni seguenti, persero questa loro dignitosa dimensione artistica per scadere in una sorta di Family Pop per Over sessantenni).

Al quinto posto si classificò un altro brano ancora oggi apprezzato per la sua spinta ritmica: si tratta di "La spada nel cuore" cantata dal già citato Little Tony e da quella Patty Pravo che ha attraversato indelebile tutti i mutamenti della musica italiana senza mai esserne travolta.

Brano, firmato da Mogol, del quale, peraltro, ai nostri tempi verrà fuori il provino, presentato per le selezioni del Festival, eseguito dall'inconfondibile voce di Lucio Battisti

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Brano, firmato da Mogol, del quale, peraltro, ai nostri tempi verrà fuori il provino, presentato per le selezioni del Festival, eseguito dall'inconfondibile voce di Lucio Battisti.

Ma la canzone che da adulto ho riscoperto è la quarta classificata: "Eternità", cantata dal gruppo dei Camaleonti, ma soprattutto da Ornella Vanoni, una delle voci regine della musica nostrana che, grazie alla propria timbrica calda, ho amato particolarmente per la sua collaborazione con Vinicius De Moraes e Toquinho grazie alla quale sei anni dopo pubblicò l'album italo-carioca"La voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria" (contenente pezzi che dovrebbero essere protetti come patrimonio dell'umanità dall'Unesco come "Samba in preludio", "Samba per Vinicius" o la divagazione napoletana di "Anema e core". Per ulteriori approfondimenti leggete "Note di Poesia" di Ben4You .)

Una paio di curiosità.

L'esordio di un giovane sedicenne con "Pa' diglielo a ma'": si chiama Rosalino ma sarà conosciuto come Ron.

La seconda.
Ancora non ero consapevole che quell'anno faceva la sua comparsa, seppur come autore del brano "Ahi! Che male che mi fai " sul palcoscenico sanremese, il primo Toto Cutugno: futuro freddo architetto di brani, quasi tutti, costruiti a tavolino per conquistare voti dalla massa con testi banali e musiche dal ritornello prevedibile.

La canzone non entrò neanche nella serata finale, ma l'insuccesso purtroppo non ci salvò dall'evolversi positivo (addirittura spesso anche all'estero) della sua carriera nel decennio successivo

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La canzone non entrò neanche nella serata finale, ma l'insuccesso purtroppo non ci salvò dall'evolversi positivo (addirittura spesso anche all'estero) della sua carriera nel decennio successivo.

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