1972

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In musica ho sempre avuto un ottimo rapporto col signor Tempo.

Mi piace andare indietro per scoprire ciò che mi sono perso; non perdo occasione per starci dentro ascoltando tutto ciò che viene proposto da più parti; giudico solo dopo aver ascoltato ciò che pare più adatto per le future generazioni.

Nonostante ciò, non so nulla della vincitrice dell'edizione del '72: "I giorni dell'arcobaleno" neanche la conoscevo prima di cominciare a scrivere quest'opera.
Rivince Nicola Di Bari, firmando questa volta il suo brano.
Non chiedetemi aneddoti sul cantante o sulla canzone, già soffro tanto nel doverlo citare un'altra volta.

Noto oggi, al massimo, come fosse deficitaria la fantasia dei nostri discografici nello scegliere i nomi d'arte dei loro cantanti.
Il suo nome, Michele Scommegna, non piaceva per cui pensarono di far riferimento alla regione di nascita del cantante, la Puglia.
Andarono, quindi, sul tipico nome pugliese Nicola, mentre per il cognome fecero un ragionamento alquanto contorto: dov'è nato? A Zapponeta.
<<Bene – avrà pensato qualcuno- chiamiamolo Nicola Di Zapponeta!>>
Se questo avvenne davvero, immagino che il tizio dall'idea geniale fu subito licenziato.
Ma peggio fecero i seguenti, particolarmente dispettosi dal punto di vista geografico: siccome  il piccolo comune di nascita di Michele era in provincia di Foggia, lo ribattezzarono Nicola Di...Bari!

Una curiosità personale.
La sindrome da Giovanni Battista del resto colpì anche il proprietario di una delle radio private in cui io trasmettevo da ragazzo, il quale cambiava il cognome a tutti con poca fantasia: io ero Diego Ferri, ma avevo per colleghi Marco Argento e Luca Piombi.
Tutti metalli!!!

Ma torniamo al racconto di questa edizione che presenta un nuovo regolamento: una canzone = un cantante.

La mia memoria si sofferma, invece che sui primi posti, sui tre consecutivi classificati tra il sesto e l'ottavo posto.

Sesto posto.
Chi scrive nota, in una sorta di autocompiacimento artistico, che il bimbo di allora si dimostrerà di essere un buongustaio musicale.
Perché?
Senza falsi auto elogi, giurò che apprezzai già all'epoca il brano molto particolare arrivato sesto come "Jesahel" cantata dai Delirium, gruppo a metà tra gli hippy e i monaci buddisti.

A capo del gruppo, nonché autore del brano, avrete riconosciuto Ivano Fossati, un altro grande cantautore della nostra musica che si distinguerà in futuro per la scrittura, tra i tanti, di capolavori per se' o per gli altri come "Il bacio sulla bocca" e "La costruzione di un amore".

A capo del gruppo, nonché autore del brano, avrete riconosciuto Ivano Fossati, un altro grande cantautore della nostra musica che si distinguerà in futuro per la scrittura, tra i tanti, di capolavori per se' o per gli altri come "Il bacio sulla bo...

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Fui conquistato, infatti, da quella sorta di ritmi tribali in salsa mistica religiosa con sonorità ripetitive ma accattivanti come un gospel nostrano.
Ma, in realtà (lo capisco solo ora mettendo a confronto le date), la ricettività del mio udito era stata influenzata dalla presenza a casa mia del primo 45 giri dei Delirium uscito l'anno prima: "Canto di Osanna".

Sanremo (Luci e ombre del Mascalzone Latino)Where stories live. Discover now