1984

73 17 115
                                    

Annata funesta per un paio di eventi.

Primo.
Il regolamento di voto si basa sulle giocate del Totip e, avallando una sorta di ludopatia musicale, più spendi più dai preferenze: quanto di più antiartistico si possa avere!

Secondo.
Dopo aver già esautorato, negli anni precedenti, l'apporto dell'orchestra che suonava dal vivo, adesso tutti gli artisti si esibiscono in un tristissimo playback: quanto di più antimusicale possa esistere!

Per completezza d'informazione registriamo che è anche la prima volta che vede la luce la gara per i giovani delle "Nuove Proposte", distinta da quella dei "Big".

Andiamo alle dirette conseguenze che si avranno da questi fatti.

Una è positiva: Sanremo si trasformerà in occasione di trampolino di lancio per giovani che non possono sfruttare i talent che ancora non esistono.
Ma di questo vedremo alla fine del capitolo.

Andiamo a quella negativa: le classifiche finali saranno eccessivamente influenzate da una giuria di quantità che non garantisce qualità.
Si vince con un giudizio di pancia e non d'orecchio.

Non è un caso che arriva prima la sdolcinata "Ci sarà" con l'inossidabile duo (ancora per poco) Al Bano & Romina, nella solita versione in stile amorevole famigliola del Mulino Bianco.

Non è un caso che dopo si classifica l'immancabile Toto Cutugno: con "Serenata" ha il suo primo piazzamento al posto numero due, ma negli anni arriverà così tante volte ad un passo della vittoria da poter sostituire la canonica scusa <<Vieni a casa mia che ti faccio vedere la collezione di francobolli...>> con <<Vieni a Sanremo che ti faccio vedere la collezione di secondi posti di Cutugno...>>.

Non è un caso che al terzo posto arriva Christian un emulo siciliano di Julio Iglesias che, tra rime banali e accordi prevedibili di "Cara", farà arrapare tutte le nonne d'Italia che si mettono a giocare schedine su schedine per votarlo, sperando in un rigurgito di goduria postsenile.

Non è un caso che, non essendo stata instituita la categoria "Bebè", partecipa tra i "Big" e arriva quarto il redivivo Pupo.
La canzone è "Grande amore" ma l'interprete è piccolo...

Non è un caso che ci si rimette anche Adelmo Fornaciari (per l'ultima volta a Sanremo non in veste di Zucchero) firmando, insieme ad altri, la ripetitiva musichetta di "Non voglio mica la luna" che arriverà quinta e diventerà l'unico brano simbolo di Fiordaliso.

A fronte di tanta musica da dimenticare si classifica quattordicesima Fiorella Mannoia che torna con un brano che resterà tra i più importanti delle sue scalette live.

"Come si cambia", in effetti, segna un piccolo cambiamento nella rossa romana.
La direzione ritmicamente più muscolare che stava prendendo la sua produzione, vira decisamente sulla ricerca di belle melodie e questa lo è, pur senza nessuna particolarità dell'arrangiamento.

Ma l'ossimoro artistico e contraltare di quei primi cinque posti di cui parlavamo è l'ultimo gradino della classifica occupata da un brano degli Stadio, un gruppo che nasce in sala d'incisione con Lucio Dalla e poi diventerà la sua tour band.
Quando arrivano a Sanremo hanno all'attivo un solo LP che contiene "Grande figlio di puttana" e il brano "Acqua e Sapone" scritto per l'omonimo divertente film di Carlo Verdone e con il testo targato Vasco Rossi.

Sanremo (Luci e ombre del Mascalzone Latino)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora