Il Festival della canzone italiana compie 70 anni. Storie e ricordi delle edizioni precedenti, capolavori dell'umanità e malefatte artistiche attraverso le orecchie e l'insindacabile gusto di chi scrive e di chi commenta. Un viaggio di lettura ed as...
Unisco queste due annate per la presenza di pochi brani indimenticabili e la totale mancanza di contributo dei giovani alla causa della creatività musicale.
Partiamo dai due vincitori. Non è certo indimenticabile il pezzo dei Matia Bazar "Messaggio d'amore" che, come capita spesso da queste parti, passa a riscuotere il successo fuori da Sanremo qualche anno prima. In questo caso parliamo di "Brivido caldo".
Mi piace invece parecchio "Per dire no", la canzone vincitrice del 2003.
Diremo che è un gospel se non lo si considera paragonato ai gospel americani antichi del Mississippi o a quelli moderni riproposti da Kirk Franklin e dai Take 6.
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Diremo che è ben cantato se non si paragona la voce di Alexia a quelle fuori classifica di Mahalia Jackson e Aretha Franklin.
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Precisato ciò diremo che Alexia stupisce in positivo già l'anno prima con un buon secondo posto conquistato con "Dimmi come..."
Stupisce perché la ritroviamo maturata a 35 anni nel proporre un brano nero dopo essersi rinsavita da un passato dance che comunque le aveva dato soddisfazioni con hit da discoteca come "Uh la la la" e "Happy".
Superata la pratica vincitori, andiamo a vedere quali sono stati i miei trionfatori morali. Nel 2002 faccio scegliere a voi, tanto al posto dei Matia Bazar avrebbe meritato sicuramente molto di più uno qualsiasi dei tre seguenti brani.
Addirittura quattordicesima la divertente "Salirò".
Divertente perché Daniele Silvestri è consacrato al successo nella successiva zona extra-Festival da un brano che è quasi uno svagato tributo vintage alla disco '80 (il video lo sottolinea), ma non aggiunge nulla alla sua già evidente creatività.