DAL 1951 AL 1953

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In origine era il Festival della Canzone Italiana.
Poi, il settimo giorno, la Musica si riposò e vennero in primo piano i cantanti.

Per il principio dell'involuzione della specie, poi, un giorno vinceranno anche i vari Al Bano e Toto Cutugno...

Chiedo scusa per l'inizio biblico.
Volevo rendere chiaro il fatto che, mentre oggi diciamo che ha vinto Tizio o ha vinto Caio, un tempo si giudicava il brano cantato che era più importante dell'interprete stesso.

Nella prima edizione, ad esempio, le venti canzoni in gara furono cantati da soli tre interpreti: Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano.
L'anno successivo si aggiunsero Gino Latilla e Oscar Carboni.
Il terzo anno già si raddoppiarono e saremo a quota 10 cantanti.
Da lì in poi aumenteranno sempre più.

Non esistevano ancora ne' Berlusconi ne' le sue illusioni elettorali, ma Sanremo per dare nuovi posti di lavoro canterini inaugurerà quasi subito il regolamento che prevedeva la doppia esibizione per una stessa canzone.

Le due prime canzoni regine sono cantate proprio dalla prima Regina della canzone italiana: all'anagrafe Nilla Pizzi.
"Grazie dei fiori" vince la prima edizione e diventa un must della canzone sentimentale quando ancora era inevitabile fra rime tra amor e cuor.
Qui, per giunta, ci sono pure i fior!

Autori della prima canzone trionfatrice a Sanremo sono i migliori parolieri del momento, Testoni e Panzeri, mentre Seracini compone la musica di questa beguine.

Dopo "Grazie dei fiori", Nilla Pizzi vince anche l'anno successivo passando dalla flora alla fauna.

Non aspettatevi testi a favore del WWF: "Vola colomba" vince parlando sempre d'amore.

Come se fosse il Padre Pio della canzone, la cantante dimostra di avere una sorta di ubiquità musicale classificandosi quell'anno in tutti e tre i posti del podio con tre canzone diverse.

Se la terza, "Una donna prega", in effetti pare avere riferimenti mistici, la seconda classificata sembra affrontare argomenti decisamente più ameni.
Ma sempre di animale e fiori si parlerà!

"Papaveri e papere" rimarrà nella storia musicale divenendo soprattutto un tipico brano apprezzato dai bambini, anche se in realtà utilizzava il sarcasmo a fini politici: una scrittura tra satira e metafora, nascosta in apparenti banali e spensierati versi, per un augurio di rivoluzione sociale contro i potenti.

Il paroliere, insieme a Nino Restelli, è l'ironico Mario Panzeri che già nel 1939 aveva scritto testi come  "Maramao perché sei morto" e "Pippo non lo sa" che avevano turbato la censura fascista per la loro ambiguità .

Panzeri, lo abbiamo visto, è nella storia di Sanremo perché ha firmato anche il testo della prima canzone vincitrice, ma lo ritroveremo tra gli autori di musiche di successo degli anni 60/70 ("Nessuno mi può giudicare" di Caterina Caselli e, purtr...

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Panzeri, lo abbiamo visto, è nella storia di Sanremo perché ha firmato anche il testo della prima canzone vincitrice, ma lo ritroveremo tra gli autori di musiche di successo degli anni 60/70 ("Nessuno mi può giudicare" di Caterina Caselli e, purtroppo, "Fin che la barca va" di Orietta Berti).

Ho riunito le tre edizioni perché, all'inizio della sua storia, Sanremo è donna.
Nel 1953, infatti, vincono Carla Boni, insieme a Mammola Sandon che in arte si fa chiamare come un genitivo sassone: Flo Sandon's.
Cantano una tristissima "Viale D'autunno".

Due citazioni per il 1953: una canzone e un cantante.

"Vecchio scarpone" è la canzone che arriva al terzo posto, ma che rimarrà nell'antica tradizione della musica italiana degli anni 50.
A cantarla Giorgio Consolini e Gino Latilla.

Con loro il Doppio Quintetto Vocale: più che un gruppo musicale una complessa operazione aritmetica...

Certo dedicare una canzone ad un paio di scarpe, per giunta usate non è il massimo, ma era il periodo in cui ci si ispirava anche ai canti montanari sui ricordi di guerra.

Una curiosità.
A scriverla il papà di Mogol (paroliere con lo pseudonimo Calibi) e Donida, un musicista che sarà fonte d'ispirazione di Lucio Battisti: sarà in futuro l'unico autore del quale canterà una canzone.

Teddy Reno è il cantante che voglio ricordare.
Qui è uno degli esordienti e arriverà secondo con "Campanaro".

Nei primi anni 60 inventò il Festival degli sconosciuti di Ariccia (una sorta di talent ante litteram) e la sua prima edizione fu vinta dalla diciassettenne Rita Pavone, che diventerà poi sua moglie nonostante una ventina d'anni di differenza.

Nei primi anni 60 inventò il Festival degli sconosciuti di Ariccia (una sorta di talent ante litteram) e la sua prima edizione fu vinta dalla diciassettenne Rita Pavone, che diventerà poi sua moglie nonostante una ventina d'anni di differenza

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Lui, voce calda e figo dell'epoca, canterà canzoni anche in una serie di pellicole cinematografiche tra cui "Chella llà" in un favoloso "Totò, Peppino e la Malafemmina".

Lei, famosissima negli anni 60, non avrà molta fortuna a Sanremo con tre partecipazioni quasi ignorate.
Come ignorata sarà da pubblico e discografici negli anni successivi, dopo quella sbornia di successo popolare.

Ancora oggi, però, nonostante sia ultra settantenne la potete trovare in giro per qualche trasmissione tv a cantare la sua passione per il rhythm n blues mentre suo marito siede tra il pubblico.

Ancora oggi, però, nonostante sia ultra settantenne la potete trovare in giro per qualche trasmissione tv a cantare la sua passione per il rhythm n blues mentre suo marito siede tra il pubblico

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