Capitolo trentacinquesimo: Il campo da Quiddich

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Era fredda l'aria quella sera ma Ginny lo era ancora di più, il cuore si stava dividendo in mille pezzi e lei, inizialmente convinta di poterlo riparare, stava perdendo le speranze. Passeggiava vicino al lago e sentì di aver bisogno di staccarsi da tutti i problemi, così decise che c'era un solo posto dove poteva andare e dove non l'avrebbero potuta raggiungere.
Si diresse al capo da Quiddich, prese la sua scopa e iniziò a volare, più in alto, sempre più in alto, le sembrò di toccare le stelle e tutta la sofferenza svanì tra quelle confuse nuvole, che la accompagnavano e parevano tirare fuori da lei tutto il male, come se la stessero purificando.
Harry intanto la stava cerando dentro la scuola ma non trovandola da nessuna parte si rassegnò e diresse verso il parco, dove si sedette a pensare. Aveva sbagliato tutto e ora era troppo tardi, questo pensiero lo tormentava da giorni. All'improvviso vide una striscia di rosso volare nel cielo, abbassarsi e rialzarsi, un momento, quella era Ginny! La riconobbe quasi subito per i suoi bellissimi capelli rosso fuoco e andò rapido verso il campo. Prese la sua nimbus 2000 e la raggiunse in brevissimo tempo.
"Non dovresti volare da sola a quest'ora, non hai fatto nemmeno abbastanza lezioni" disse Harry per farle percepire la sua presenza. Ginny si voltò e lo guardò, ci mise un po' a realizzare ma poi provò a spiegarsi con lui e, quando arrivò a Christian, fu troppo impegnata nel pensare e svivolò.
"GINNY!!!".
Harry si precipitò e riuscì a non farle sbattere la testa ma la caviglia era rotta.
"Mi dispiace tantissimo Ginny. Per tutto, ho sbagliato in tutto e ora è troppo tardi".
Lei era dolorante ma avrebbe sopportato di tutto in quel momento pur di non perdere quell'occasione:"Harry dispiace a me, non avrei dovuto trattarti così".
Si sarebbero chiesti scusa all'infinito per tutto quello che avevano fatto ma in quel momento, entrambi avevano il cuore in gola, per lo spavento, l'emozione, la rabbia ma soprattuto per essersi capiti. Harry, senza pensare a quello che faceva, prese Ginny e la baciò, come non aveva mai fatto e lei ricambiò. Finalmente tutto il ghiaccio si era sciolto con il calore del cuore ed era diventata acqua che scivolava via veloce.
Quando si staccarono si guardarono negli occhi e non servirono parole, perché entrambi sapevano che ora era tutto chiarito.
"Ora ti porto in infermeria però".
Ginny si lasciò trasportare da Harry finché non furono da Madame Pomfrey, solo lì Harry la mise giù e le permise di appoggiare il piede.
Lei provava parecchio dolore ma sapeva quanto Harry non riusciva a vederla soffrire, per questo rimase in silenzio e soffocò tutto il male alla caviglia.
Dopo aver spiegato a Madame Pomfrey quanto era accaduto, lei mise Ginny su un lettino e Harry restò lì accanto, mentre Madamme Pomfrey le dava delle pozioni che l'avrebbero riportata in forze in breve tempo.
Dopo trenta minuti, infatti, Ginny stava perfettamente in piedi ma Madame Pomfrey, voleva tenerla ancora lì.
"Devi riposare!"
"Lo farò, glielo prometto. Mi lasci solo riposare in camera mia. Ci sarà Hermione a prendersi cura di me".
"Hermione Granger?".
"Sì".
Madame Pomfrey ci pensò un attimo e poi acconsentì, perchè si fidava di Hermione. Mentre salivano le scale Harry si assicurava continuamente che Ginny non si affaticasse troppo e quando furono di fronte alle scale, vide che lei era diretta al dormitorio maschile.
"Ginny ma il tuo dormitorio è di là".
"Lo so" rispose lei continuando a salire le scale.
"Infatti sono diretta al tuo" aggiunse sorridente, mentre guardava Harry, che ricambiò.
Quando entrarono in camera Ron era ancora sveglio e gli raccontarono tutto. Poi lui acconsentì che Ginny dormisse con Harry, a patto che lasciassero le tende aperte, e con una risata corale glielo promisero.

Hinny nasce l'amoreWhere stories live. Discover now