Capitolo cinquantesimo: Il sipario

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"Anche noi" affermò decisa Ginny.
Prese il ruolo di guida e si diresse alla porta della sala comune, intenta a raggiungere la torre di corvonero.
"Ginny dove vai?" le chiese Hermione.
Ginny la ignorò e proseguì nel suo cammino.
"Ginny ascoltami!" tentò nuovamente l'amica.
Ma lei continuò imperterrita.
Il tragitto sarebbe stato silenzioso se Hermione si fosse rassegnata ma erano entrambe testarde e nessuna mollò.
Arrivarono davanti alla porta per entrare nella sala comune di corvonero.
"Ora come entriamo?".
Ginny pronunciò la parola d'ordine e, suscitando grande stupore in tutti, la porta si aprì.
"Ma ma ma..." iniziò Ron stupefatto.
"Vengo spesso a trovare Luna" spiegò brevemente la sorella.
Salirono le scale e infine giunsero davanti a una porta.
"Ti degni di spiegarmi cosa ci facciamo qui o hai intenzione di continuare così?" domandò Hermione scocciata.
Ginny la guardò ma non fece in tempo ad aprire bocca che l'amica le aveva già posto una seconda domanda.
"Che ci facciamo difronte alla porta della stanza di Cho?".
"È stata lei a compiere il furto".
"Che cosa?!" intervenne Ron basito.
Ginny sospirò per l'ingenuità del fratello ma si trovò presto immersa in una discussione con Hermione, che sosteneva che Cho non centrasse nulla.
"Ora basta" le fermò Harry.
Calò il silenzio e tutti gli occhi finirono su di lui.
"Visto che siamo qui, verifichiamo la teoria di Ginny".
Detto questo bussò alla porta e ne sbucò una ragazza dai lunghi capelli neri e lisci, che le ricadevano sulle spalle e la tunica di corvonero. Le spuntò un enorme sorriso in volto, appena vide Harry, che però svanì quasi subito, nell'istante in cui Ginny si affiancò al suo ragazzo.
"Possiamo entrare?" chiese bruscamente Ginny.
"Perché?".
"Perché hai qualcosa che mi appartiene".
"Ti sbagli".
"Io non credo proprio".
"In ogni caso, in camera mia non ci entri".
Ginny stava per perdere il controllo e fu sul punto di esplodere quando, ignorando completamente lei e gli altri, Cho si rivolse all'unico per lei degno di nota.
"Vuoi entrare Harry?".
Lui guardò Ginny e intuì che le stavano fumando le orecchie. La tirò da parte e disse:"Ti fidi di me?".
"Ciecamente".
"Entro, recupero il diario e chiudiamo questa storia, okay?".
Le prese il viso tra le mani, diede un bacio sulla fronte al sorriso costretto di Ginny e il suo lieve "Okay", oltrepassò la porta e fu chiuso nella stanza con Cho.
"Da quanto non eravamo soli, io e te, come ai vecchi tempi. Che mi racconti?".
"Ridammi il diario".
"Non so davvero di cosa parli".
"Ma sul serio? Sei ancora così infantile?".
"Vedo che desideri tanto questo oggetto".
Lui annuì.
"Va bene, te lo ridarò, ma ad una condizione: devi baciarmi".
"Te lo scordi".
"E Ginny si scorda il diario".
Dopo averci riflettuto un attimo, Harry giunse a una conclusione. Per lui non significava niente quel bacio, era solo un mezzo per prendere ciò che voleva e Ginny l'avrebbe perdonato, anche se sapeva quanto lei fosse gelosa di Cho e che una cosa del genere avrebbe potuto spezzare il cuore. Intanto era il suo di cuore ad essere traffico, doveva fare una scelta. L'avrebbe perdonato si ripetè mentalmente.
"Un bacio".
"Sono felice che tu abbia accettato".
Harry rimase immobile per qualche altro secondo, avrebbe desiderato baciare Ginny al posto di quell'arpia. Poi si avvicinò a Cho e posò le sue labbra sulle sue.

Nel frattempo Ginny stava impazzendo fuori da quella porta, camminava avanti e indietro da qualche minuto ormai.
"Basta, io non ce la faccio più".
Ron ed Hermione provarono a trattenerla ma non ci fu nulla da fare, Ginny aveva aperto la porta con un incantesimo e le tende del sipario si erano aperte, rivelando il primo atto di una lunga tragedia.

Hinny nasce l'amoreWhere stories live. Discover now