Capitolo quarantottesimo: Il diario scomparso

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Si precipitarono nel dormitorio femminile, Ginny in testa e Harry e Ron dietro di lei, anche se non avrebbero potuto seguirla fino in camera sua secondo il regolamento. Ma in fin dei conti, se proprio doveva essere sincero, Harry l'aveva violato un milione di volte e Ginny pure; l'unica a preoccuparsi di queste cose era Hermione che, tra l'altro, non aveva più rivolto la parola a nessuno dei due da quando avevano litigato per la diversa concezione dello studio.
Ginny aprì la porta di scatto, con la bacchetta pronta in mano, sperando di incastrare il ladruncolo che si era intrufolato in camera sua durante la festa, ma non trovò nessuno, l'unica cosa che vide fu un grande disordine: libri aperti, vestiti a terra, armadio svuotato, letto pieno di oggetti. E' vero che lei non era la regina dell'ordine ma questa non era certo opera sua, non lasciava mai così stato scompiglio in una stanza.
Iniziò a scrutare ogni angolo della camera, lo stesso fecero Harry e Ron, e alla fine concluse che mancava una sola cosa: il suo diario segreto.
"Mi sembra quasi di avere un dejavu" disse il suo ragazzo.
"Il diario che mi hanno preso è molto diverso da quello scomparso al tuo secondo anno, questo è il mio diario personale, ci ho scritto quasi tutto quello che mi è successo in questi mesi".
"Non vedo quale sia il problema" intervenne Ron, che pensava le avessero rubato qualcosa di molto più importante.
"Harry io non...".
Non ebbe bisogno di concludere la frase, il suo ragazzo aveva già compreso tutto e le disse:"Lo ritroveremo".
Gli era bastato uno sguardo per capirsi al volo, per una volta Ginny era assalita dall'ansia e il timore che qualcuno potesse scoprire quello che aveva scritto nel suo diario, ovvero il racconto della sua relazione con Harry, che era già pubblica ovviamente, ma non le andava che tutti conoscessero ogni singolo particolare.
"Fatemi capire!" si spazientì Ron che, come al solito, veniva escluso dai ragionamenti.
Ginny abbassò lo sguardo ma Harry la incoraggiò a parlare, ad aprirsi con suo fratello.
"Harry non ce la faccio, diglielo tu".
Lui non avrebbe voluto farlo, non era suo diritto, ma dal momento che era stata la sua ragazza a domandarglielo lo fece, parlò e spiegò all'amico perché era grave quella scomparsa.
"Ricapitolando: Ginny ha scritto tutto quello che le succedeva in quello stupido libricino e ora ci andiamo di mezzo tutti?! Ma sei forse impazzita?! Come ti è saltato in mente di raccontare lì la tua vita?!".
"Non trattarla così!" intervenne Harry.
Non si rivolgeva spesso con quel tono al suo migliore amico ma nessuno, tanto meno lui, aveva il diritto di trattare così Ginny.
"Ha ragione, sono stata stupida" ammise lei.
"No, non c'è nulla di male in quello che hai fatto, era solo un modo per liberarti ed esprimerti. Chi se ne è appropriato è stato stolto, perché ora se la dovrà vedere con noi".
"E siamo ottimi maghi".
Questa frase era provenuta da una dolce voce femminile: Hermione.
Tutti si voltarono, era ferma alla porta, Ginny le corse incontro e senza averlo premeditato l'abbracciò. Poi toccò a Harry che fu felice di riavere la sua migliore amica accanto e infine a Ron, che rimase fermo dov'era, fu l'unico a non avvicinarsi a lei, le cose tra loro erano rimaste in sospeso dalla litigata dell'altro giorno.
"Tu ci stai?" gli chiese Hermione.
"Certo" rispose lui.
"Bene".
Si guardarono e rimasero così per circa un minuto, a scrutarsi e ognuno a sperare che l'altro parlasse.
"Vi lasciamo soli" disse Ginny uscendo e portando Harry con sé.
"Ci vediamo in sala comune tra dieci minuti" annunciò Hermione che, come sempre, dava appuntamenti molto precisi.
Harry e Ginny scesero e notarono che la confusione con cui avevano lasciato la sala era svanita, non c'era più nessuno, tranne Fred e George che stavano stranamente sistemando.
"Ginny ci dispiace tanto" dissero appena la videro.
"Come fate a sapere....".
"Ce lo ha detto Ron, abbiamo fatto uscire tutti e li abbiamo controllati prima di lasciarli andare ma nessuno lo aveva".
Si passarono alcune informazioni, parlarono per qualche minuto e poi i due gemelli andarono in dormitorio.
Ginny si vergognava e Harry aveva compreso anche questo.
"Hey hey hey" le disse dolce, prendendole il viso tra le mani.
"Ginny guardami".
Lei obbedì e nell'istante in cui i loro occhi si incontrarono tutto il resto scomparve.
Harry le prese la mano e la accarezzò, Ginny lo lasciò fare e dopo non molto si ritrovò stretta in un'abbraccio.

Hinny nasce l'amoreWhere stories live. Discover now