Capitolo trentasettesimo: Concentrazione

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Era passato ormai quasi un mese dal ritorno dalle vacanze e le interrogazioni stavano diminuendo ma forse questo la fece prendere troppo comoda ai ragazzi, che come Ginny una mattina avevano ben altro a cui pensare.
"Dunque oggi sentiamo..." stava dicendo la professoressa McGranitt una mattina.
"Signorina Weasley venga pure su" continuò.
Ginny si alzò in silenzio, con tutti gli occhi dei compagni posati su di lei, che da quando si era messa con Harry l'avevano guardata in modo diverso.
Era in piedi di fronte a tutta la classe, con la professoressa affianco a lei, che le fece subito una domanda.
"Ehm" balbettò Ginny non avendo idea di cosa dire.
"Le faccio un'altra domanda allora".
Ma neppure a quella seppe rispondere e a quel punto la McGranitt disse:"Signorina Weasley ultimamente mi sta davvero stupendo".
A quelle parole Ginny abbassò lo sguardo, pensando a quella sera in cui l'aveva fermata con Harry, entrambi avvolti in dei caldi asciugamani.
"La voglio risentire domani. Per oggi non le metterò una valutazione, visto che è sempre stata un'alunna modello, ma domani le metterò un voto. Vada pure al posto".
Finite le lezioni Ginny si diresse in sala grande, dove vide Harry, Ron e Hermione seduti ad aspettarla.
Per un primo momento ci fu silenzio e lei non ebbe neppure il coraggio di guardarli, finché Harrry domandò:"Tutto bene?".
"Sì certo".
Ma lui non parve convinto.
"Ah già, com'è andata con la McGranitt?" chiese a un tratto Hermione.
"Ehm".
"Ti ha chiamata?".
"Sì e beh non è andata benissimo".
Hermione iniziò subito a rimproverarla per non aver studiato abbastanza e dopo lunghe ramanzine Ginny disse:"Mamma mia quanto la fai tragica, non mi ha neppure messo il voto".
"Sì, infatti" aggiunse Harry, supportando Ginny, che sorrise.
"TU! Non pensare di passarla liscia eh! Ti avevo detto che la stavi distraendo troppo" proseguì Hermione sgridando Harry, che abbassò lo sguardo colpevole.
Ma Ginny ribatté veloce:"Scusa? Io non sono come te, preferisco passare un bel pomeriggio e magari essere impreparata per una volta, piuttosto che stare tutto il giorno sui libri e non avere un secondo libero per stare con gli altri".
"Tu la pensi così?" domandò furiosa Hermione a Ron, che impassibile stava continuando a mangiare.
"Io beh sì, cioè no, cioè ni" rispose nel panico, preso alla sprovvista, mentre masticava.
Hermione si alzò e se ne andò e Ron la seguì rapido.
Harry e Ginny rimasero soli, lei sorrideva, lui un po' si sentiva in colpa.
"Mi dispiace Ginny".
"A me no, io sono felice di stare con te".
"Anche io ovviamente ma mi spiace averti distratta tanto".
"Non ce l'avrei fatta comunque. Sono argomenti troppo difficili per me".
"Sono certo che non è così, hai solo bisogno di capirli. Mi concede questo onore?" aggiunse modi cavalire.
"Sei serio?".
"Certo, te li spiego io".
Lei gioì e lo abbracciò raggiante.
Andarono in sala comune e dopo soli trenta minuti di studio Ginny iniziava già a distrarsi.
"Devi rimanere concentrata".
"Non ce la faccio se ho tale bella vista" rispose lei provocando Harry.
Lui sospirò e disse:"Allora devo andarmene?".
"Sarebbe ancora più inutile, perché avrei solo te in testa".
Certo era brava a provocare pensò Harry e decise di fare così.
"Ho avuto un idea" disse.
Ginny gli cenno col capo di proseguire.
"Studiamo fino alle cinque e poi ti porto a fare un giro, ma solo se sai tutto per quell'ora".
"Affare fatto" rispose lei.
Il pomeriggio passò veloce e Ginny si divertì a studiare con Harry, riuscì anche a capire concetti difficili e dopo varie domande di Harry per controllare che fosse pronta, disse:"Quindi?".
"Sei preparatissima, non può che andare bene domani".
"Adesso però mi hai promesso una cosa".
Harry rise per come si comportava Ginny quel giorno ma ogni secondo che passava con lei si sentiva completo, come se finalmente avesse capito cosa lo faceva stare bene.
La portò al lago e fecero una lunga passeggiata al tramonto.
Quando rientrarono a scuola erano quasi le sette e si diressero subito in sala grande, dove Ron e Hermione avevano già cominciato a mangiare. Lei tenne il muso a tutti e due per tutta la cena ma poi Ginny le spiegò la situazione e chiese scusa per quello che le aveva detto. Dopodiché si riappacificarono e la serata trascorse tranquilla. Ciò che rimaneva da fare era affrontare l'interrogazione del giorno seguente.

Hinny nasce l'amoreDonde viven las historias. Descúbrelo ahora