Capitolo quarantuesimo: La sera

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Quando l'oscurità aveva ormai avvolto il castello, Fred, George e Harry, che stringeva la mano di Ginny, scesero in cortile diretti al campo da Quiddich.
Mancava poco, erano praticamente arrivati al campo quando George disse:"Vi lasciamo un attimo soli".
"Ti aspettiamo sotto le tribune" aggiunse Fred, allontanandosi col fratello. Harry gli fece un cenno col capo e poi si rivolse a Ginny. Lei lo guardò e lui non le tolse un secondo gli occhi di dosso. Si avvicinarono, abbracciarono e poi finirono fronte contro fronte. I loro respiri si toccavano, le labbra no.
Harry sussurrò:"Non voglio perderti".
"Non mi perderai".
"Ti amo".
"Ti amo".
Resistere era ormai impossibile, si stavano baciando e nessuno dei due parve felice di staccarsi dall'altro. Non volevano che un momento così magico finisse, eppure Ginny strinse forte la mano di Harry e subito dopo la lasciò allontanandosi. Il suo ragazzo la seguì con lo sguardo, fin dove potè, poi andò vicino a Fred e George, ad aspettare. L'attesa fu snervante, quelli che erano secondi a Harry parvero ore e quelli che erano minuti, giorni.
Finalmente il silenzio si ruppe e tutti videro Christian camminare verso Ginny, arrivare di fronte a lei, e iniziare ad accarezzarle i capelli, nonostante lei fosse rigida come non mai. Fred guardò Gerge e George guardò Fred. Sapevano cosa dovevano sbrigarsi a fare: in contemporanea presero Harry da una spalla e dall'altra, che si stava già dimenando. Provava una tale rabbia e gelosia, che non sapeva se sarebbe riuscito a resistere.
Christian si avvicinava sempre di più a Ginny, la quale cercava in tutti i modi di respingerlo.
Quando lei lo allontanò per l'ennesima volta continuando a chiedergli spiegazioni, Christian alzò le mani e le diede un schiaffo. Ginny si tastò il viso dolorante e guardando la sua mano sanguinante capì che il viso non era messo bene.
"ORA BASTA, E' TROPPO!" disse Harry alzandosi. Fred e George provarono ancora a trattenerlo ma non ci riuscirono. Ormai Harry aveva puntato la bacchetta contro quello schifoso e lo aveva schiantato. Dolorante, Christian si muoveva appena. Harry corse da Ginny e la abbracciò in lacrime. Lei sapeva qual era il punto debole di Harry e lui sapeva che lei lo sapeva. Il ragazzo non riusciva a guardare gli amici o peggio ancora la sua ragazza soffrire.
"E' stata durissima" le disse piangendo.
Lei lo strinse più forte.
"Lo so" disse in fine.
Poi i suoi fratelli le dissero di tornare a scuola con Harry e promisero a entrambi che si sarebbero occupati loro di Christian.
Harry avvolse Ginny nel suo cappotto, appena vide che tremava, e si incamminò al suo fianco.

Arrivarono in camera di Harry, erano soli. Lui fece sedere Ginny sul letto e intinse subito un fazzoletto di stoffa nella bacinella di acqua, che avevano in camera. Poi tornò da lei, le si sedette accanto e le accarezzò delicatamente il viso col fazzoletto.
"Non sapevo fossi anche un dottore" sussurrò lei a un tratto. Harry alzò lo sguardo su Ginny e lei fece un espressione lievissima, con l'intento di fargli capire qual era la vera medicina che voleva. Harry provava la stessa cosa e non potendo resistere la baciò.
Si ritrovarono distesi a osservarsi i lineamenti del viso. Il silenzio li avvolse e iniziarono a comunicare con gli sguardi. La notte passò fugace e il giorno arrivò splendente.
Ginny dormiva di gusto, quando Harry si alzò, e vedendola così dovette mettere a dura prova il suo desiderio di darle un ultimo bacio e svegliarla. Ma non lo fece, aveva bisogno di riposare, si diresse al suo baule e ne tirò fuori un'uniforme pulita e profumata. Una nuova giornata sarebbe cominciata a breve, anzi era già iniziata.

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