Capitolo cinquantaduesimo: Adolescenti

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Era una serata serena, il vento non soffiava, l'aria era ferma, nulla si muoveva. La natura mostrava calma assoluta, mentre il cuore di Harry era in preda alle mille palpitazioni. Si trovava di fronte alla porta della camera di colei che amava, avrebbe dovuto farsi perdonare, e l'emozione che provava era dieci mila volte superiore a quella che provano gli attori sul palcoscenico, prima che il sipario si apra. Bussò. Il cuore batté sempre più forte ma fu presto rallentato da un altro forte sentimento: la delusione. Non aveva ricevuto risposta, Ginny non aveva aperto né si era fatta sentire. Furono istanti davvero orribili, l'angoscia cresceva ogni secondo, come un attore sul palco, che una volta aperto il sipario si rende conto che non c'è pubblico. A Harry interessava una persona in particolare in quel pubblico, colei per cui avrebbe dato la vita, colei che desiderava lo perdonasse più di ogni altra cosa, colei per cui avrebbe lottato fino alla fine. Bussò di nuovo ma non accade nulla, la situazione rimase immutata. Si decise che avrebbe dovuto perseguire il suo obbiettivo ad ogni costo, fece un respiro profondo e poi dalla sua bocca uscirono parole limpide e sincere.
"So che sei arrabbiata e dulsa, e fai bene ad avercela con me. Sono stato uno stupido, lo riconosco, ma voglio che tu sappia che non avrei voluto fare quel che ho combinato. Non provo niente per Cho, sei tu quella giusta per me, sei sempre stata tu. Giustamente tu potresti dirmi 'Però l'hai baciata, i fatti sono questi' e avresti ragione a dirmelo, ad infuriati con me, ad odiarmi. Urlami contro, sgridami, rimproverarmi, torturami, sbattimi la porta in faccia, fai qualsiasi cosa, ma non ignorarmi, non posso sopportarlo".
Dopo questo discorso uscito dal cuore, Ginny aprì la porta e si affacciò. Per qualche secondo si guardarono senza dire una parola, dopo poco invece Ginny ruppe il ghiaccio dicendo:"Harry io non ti odio e, anche se vorrei, non riesco ad avercela con te".
"Mi dispiace tantissimo".
"Perché l'hai baciata?" chiese lei diretta.
"Mi ha detto che se lo avessi fatto mi avrebbe restituito il diario che, tra l'altro, ho qui".
Glielo passò, Ginny lo afferrò ed esaminò: copertina rosa e rigida, la sua calligrafia, le pagine consumate,... era proprio il suo diario. Spostò i suoi occhi dall'oggetto ad Harry, che non aveva smesso di osservarla nemmeno per un secondo.
"Grazie".
"Figurati. Mi sento malissimo all'idea di averti fatta soffrire, inutilmente per di più".
"Spiegati meglio".
"Cho non aveva il diario, mi ha imbrogliato".
"Quella vipera!" non riuscì a trattenersi Ginny, che la detestava.
"Già, indovina chi l'aveva rubato? Romilda Vane!".
"Cosa?! E perché?!".
"Credo fosse gelosa".
"Ci sono molti rischi a stare con il ragazzo più popolare della scuola" constatò Ginny.
L'attenzione di Harry si soffermò su un verbo in particolare.
"Stare?" ripetè convinto che Ginny avrebbe voluto piantarlo in asso.
"Sì, stare. Anche se ci sono rimasta male per quel bacio non posso che perdonarti, non lo hai fatto con cattive intenzioni".
Harry fu colto da stupore e incredulità, 'lo aveva perdonato!' gridava il suo cuore.
"Ginny... io non so cosa dire..." ammise Harry.
"Allora non dire niente" disse dolce lei.
Non gli lasciò il tempo di parlare, posò le sue labbra sulle sue e coinvolse il suo ragazzo in un bacio appassionato. In pochi istanti toccarono lo stelle, fecero il giro dell'universo, attraversarono galassie.
Tutto si era finalmente sistemato e potevano godersi pace e tranquillità per un po'. Ma purtroppo la quiete fu presto disturbata e la splendida atmosfera, che si era creata, rotta. La porta di spalancò è ne sbucò Ron con una faccia schifata e indignata, provava ancora fastidio nel vedere Harry così vicino a Ginny.
"Ron insomma!" lo richiamò Hermione per averli disturbati.
"Che ne dite se passiamo il resto della serata insieme?" propose Ron nell'intento di non lasciare soli Harry e Ginny.
"Che ne dici se torniamo di sotto e li lasciamo stare?" ribatté Hermione.
Ginny le lanciò uno sguardo di approvazione e Harry un sorriso di gratidune per la proposta.

La serata trascorse tranquilla, i due innamorati ebbero i loro spazi e trascorsero del tempo anche con gli amici.
La notte passò e con essa anche il ricordo di quella brutta vicenda del furto del diario che, nonostante tutto, aveva avuto un lieto fine. L'oscurità era stata scacciata dalla luce, la paura dal coraggio, la tristezza dalla felicità, l'odio dall'amore, la notte dal giorno.
Quando da grandi avrebbero ripensato a quelle peripezie, le avrebbero considerate sciocchezze adolescenziali, ma in quel momento, mentre le vivevano, avevano l'effetto di un tornado che travolge tutto ciò che incontra, perché a quest'età tutto sembra molto più grosso e forte di quello che realmente è, e le emozioni appaiono nettamente più potenti.
Essi stavano vivendo un'età stupenda, che non sarebbe tornata, quindi era giusto che se la gustassero.
Harry e Ginny erano così, un ragazzo e una ragazza alle prime armi con l'amore, sentimento che li aveva uniti e coinvolti in una grande relazione. Ogni volta che litigavano si rendevano conto che quella non era la fine di una storia ma l'inizio di un amore sempre più puro e dolce.
Era appena finita per loro una sventura e nessuno dei due immaginava che cosa li avrebbe aspettati la settimana seguente, per il momento gli bastava farsi una lunga dormita.

Hinny nasce l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora