Capitolo cinquantaseiesimo: Mai arrendersi

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"Mi avete sentito?!" urlò a voce ancora più alta Piton "Ho detto di sgomberare il corridoio!".
Ancora una volta gli studenti rimasero immobili.
Gli occhi di Piton fremettero di rabbia, la quale era stata covata dentro a lungo e che aveva trovato sfogo con gli studenti. Passò in rassegna i presenti e notò presto gli artefici di tutto ciò. Il suo sguardo puntò Harry, Ginny, Ron ed Hermione.
"È opera sua Potter?! Non è vero?! Lo ammetta!".
"Non doveva mettersi contro di noi professore" rispose l'allievo.
"È una minaccia?!".
"No professore, un dato di fatto".
Piton ormai era furioso, completamente fuori controllo, non si aspettava una simile reazione dal corpo studentesco.
Li fulminò tutti con lo sguardo, uno ad uno, ma anche questo non li fece demordere.
Il gruppo faceva forza e la McGranitt si era raccomandata di non cedere mai, promettendo che nessuno sarebbe finito nei guai.
"ORA BASTA! Farà la stessa fine della signorina Weasley chiunque non torna IMMEDIATAMENTE nei dormitori!".
Fin ora le sue grida non aveva suscitato alcun effetto negli studenti, ma questa esclamazione, forte, decisa e deterrente, provocò un brusio nel gruppo. Gli studenti si confrontavano su cosa fare, anche se erano stati rassicurati poco prima dalla McGranitt, Piton sapeva come spaventarli.
Forse per il tono della voce o per la furia scatenata, aveva avuto effetto.
Sulla faccia di Piton spuntò un lieve semicerchio, era contento di aver finalmente ottenuto qualcosa, tuttavia non era completamente soddisfatto, non gli bastava certo un mormorio, voleva che sparissero dalla sua vista, tutti e all'istante.
"Tornate nei vostri dormitori ho detto!".
Alcuni studenti si mossero, avevano ceduto, il piano si stava sgretolando, pezzo dopo pezzo, tutte le fatiche di Harry per Ginny erano state vane, era tutto finito. La sua ragazza sarebbe stata bocciata e non avrebbero più potuto farci nulla. Solitamente si ottiene qualcosa lottando ma non sempre, questa era l'eccezione alla regola.
No. Harry non ci avrebbe creduto finché non fosse avvenuto. Non era tutto finito, poteva ancora aiutare Ginny e riportare giustizia. Harry era un guerriero, lo era sempre stato, sin dalla sua nascita, aveva affrontato tante battaglie nella sua vita, non si sarebbe arreso in una di esse contro un professore.
Doveva continuare a combattere, avere fiducia e coraggio.
"Non muovetevi!" ordinò agli studenti.
Si fermarono. Piton scrutò Harry con tale furore e odio che se fosse stata una palla di vetro sarebbe esplosa e i vetri avrebbero ferito tutti i presenti.
"Non può bocciarci tutti, se rimanete qui otteremo giustizia e andrà tutto bene per tutti" proseguì Harry.
Aveva un filo di paura dentro di sé che alcuni di essi mollassero comunque ma tirò un sospiro di sollievo quando li vide riavvicinarsi a lui.
"Come osi?" domandò stizzito Piton.
"Come osa lei?!" ribatté Harry.
"Non ti rivolgere a me in quel modo Potter!".
"Ammetta Ginny agli esami e la lasceremo in pace".
"Io ammetto e non ammetto chi mi pare, non sarai certo tu a decidere per me".
"Se non ammette Ginny agli esami dovrà bocciare anche tutti noi, non ci presenteremo agli esami" disse una voce nel gruppo.
"Esatto" concordarono altri.
In poco tempo si levarono tra gli studenti cenni e parole di assenso alla dichiarazione dell'alunno che aveva parlato.
"Sciocchezze! Smettetela con questo teatrino!" ordinò Piton.
"A me sembrano piuttosto seri" intervenne Harry.
"Taccia Potter!".
"Dia il buon esempio e noi la seguiremo".
"Taccia!!!".
"No!".
"Sparisca dalla mia vista e si consideri finito!".
Per quanto si sforzassero Piton non sembrava demordere, e ora? Che fare?
Arrivò la professoressa McGranitt, proprio al momento giusto, e la sua presenza confortò e diede speranza a tutti.
"Professor Piton, ha appena minacciato degli studenti? Ho sentito bene?".
I suoi nervi erano tesissimi, se avesse avuto degli artigli avrebbero sicuramente colpito qualcuno.
"Lei non ha idea di cosa mi sia trovato davanti all'uscita dell'ufficio di Silente".
"Li ha minacciati dunque?" ripetè lei inflessibile.
"Avvertiti" precisò lui.
"È contro il regolamento minacciarli".
"È contro il regolamento anche fare ciò che stanno combinando loro".
"No, si sbaglia, stanno semplicemente esercitando un loro diritto: la protesta. E mi ci aggiungo anch'io" dichiarò la McGranitt stupendo Piton e anche alcuni studenti.
"Anch'io" dichiarò il professor Filius Vitious.
"Contate anche su di me" disse Hagrid.
In poco tempo si radunarono un altro paio di professori, nessuno sapeva da dove fossero spuntati ma tutti erano grati della loro presenza.
"Benissimo!" strillò Piton "Se le cose stanno così non posso fare altro che ammettere la Signorina Weasley agli esami" comunicò con amarezza.
Gli pesava tanto ammettere ciò che aveva detto ma non aveva scelta.
Si levò un coro di esulti e congratulazioni tra gli studenti.
Ginny non sapeva come ringraziare tutti per la loro presenza e per il loro supporto ma, soprattutto, non aveva idea di come ringraziare il suo ragazzo per tutto ciò che aveva fatto per lei. Gli era infinitamente grata. Lo guardò e fu come se si fossero baciati. Lui capì perfettamente tutto quello che provava la sua ragazza e la sua gratidune per lui. Le prese la mano e poi la strinse in un forte abbraccio.
Intorno a loro risuonavano grida di gioia.
Dopo un po' di festeggiamenti per la riuscita del piano, molti studenti tornarono nelle loro stanze e pian piano Harry e Ginny rimasero soli. Lei lo osservava innamorata come non mai e lui ricambiava. Le prese dolcemente la mano e la condusse in cortile, ad ammirare le stelle.
"Grazie davvero, per tutto" disse Ginny.
"Sai che non c'è bisogno che mi ringrazi".
"Lo so ma questa volta non posso tacere, sei stato mitico e hai rischiato per me".
"Perché io ti amo".
"Ti amo anch'io".
Si avvicinarono e abbandonarono a un romantico bacio sotto le stelle.

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⏰ Last updated: Jul 08, 2021 ⏰

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