Capitolo cinquantaquattresimo: Ingiustizia

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Correvano tutti verso un'unica direzione, si sbracciavano, spingevano, sembravano impazziti, come se avessero subito una metamorfosi che li avessi trasformati da persone ad animali.
Erano appena stati pubblicati i voti di ammissione agli esami per gli studenti del quinto anno. Ginny era curiosa di scoprire il suo ma non osava immischiarsi in quella folla matta e delirante, avrebbe aspettato che si fosse creato un piccolo spazio, sufficiente a farla passare senza ricevere sgomitate, e poi sarebbe andata.
"Vuoi che venga con te?" le chiese Harry.
"Certo" rispose Ginny.
"Andiamo" disse il suo ragazzo prendendole la mano.
Ginny aveva bisogno di un pizzico di coraggio, oltre che del suo spazio, ed Harry era lì, pronto a fornirle ciò che le serviva.
Si incamminarono e raggiunsero il muro in cui erano appesi dei fogli con tutti i nomi degli studenti di quinto anno e i loro voti. Ginny si bloccò, quasi meccanicamente.
"Devo guardarlo io?" domandò il ragazzo.
"No" rispose lei.
Doveva farlo da sola, era una cosa che spettava a lei e solo a lei. Alzò lo sguardo e i suoi occhi passarono in rassegna tanti nomi prima di arrivare al suo, essendo disposti in ordine alfabetico, Weasley era tra gli ultimi cognomi.
Finalmente raggiunse il suo cognome e nome.

Ginny Weasley..... Non ammessa....

Queste poche parole scossero Ginny come non mai. Non era stata ammessa. Non poteva crederci, non poteva essere vero, ci doveva essere un errore. Sì, si era sicuramente trattato di un terribile sbaglio. Non ammessa, si ripeté. Non voleva piangere, né mostrare debolezza ma non riuscì a trattenersi. Anche se una parte di lei era convinta ci fosse stato un disguido, l'altra la spingeva a esplodere dal dolore e dalla delusione.
Le lacrime le rigarono presto il viso, se ne asciugò una ma ne arrivò subito dopo un'altra.
"Hey hey, ma che succede?" le chiese Harry stupito.
Ginny non aveva la forza di rispondere, le sembrava di aver perso la voce.
Allora Harry si sporse e guardò lui stesso il tabellone. Anche lui provò sgomento ma dovette nasconderlo, alla sua ragazza serviva forza in quel momento.
"Vieni, andiamo via di qui" le disse.
Le prese la mano e la condusse nell'atrio.
"Si sistemerà tutto, te lo prometto" le disse Harry.
Ogni volta che la vedeva soffrire era una pugnalata al cuore per lui, detestava osservarla e non trovare il suo sorriso su quello splendido viso. Avrebbe voluto assorbire il suo dolore per liberarla ma non aveva idea di come fare, cercò di tranquillizzarla ma alle semplici lacrime si erano aggiunti singhiozzi e la voce pareva averla abbandonata.
Doveva fare qualcosa e al più presto, ma cosa?
Innanzitutto portarla via da lì, era un luogo troppo affollato, salì le scale per raggiungere la sala comune di grifondoro e in quel momento apparvero Ron ed Hermione, pronti a congratularsi. Harry gli lanciò uno sguardo, nella speranza di fargli comprendere che sarebbe stato meglio se non avessero detto niente ma non ci fu nulla da fare.
"Complimenti Ginny!".
"Perché piangi?" chiese Ron.
"Sarà l'emozione" suppose Hermione.
"Devi essere felice!" aggiunse.
"Hermione" tentò di fermarla Harry.
"Però ora devi dare il massimo e studiare tanto" continuò Hermione come se non fosse stata interrotta.
"Hermione!".
"Che c'è Harry?!".
"Non è stata ammessa agli esami" annunciò sottovoce lui.
Questa notizia scioccò anche Ron ed Hermione, fu come una forte scossa di terremoto che perquote e lascia turbati. Sulle prime pensarono fosse uno scherzo ma, vedendo che Ginny continuava a piangere e Harry a essere serio, appresero che si trattava della realtà.
"E ora?" chiese Hermione, che per una volta non aveva la risposta.
"Verifichiamo se è uno sbaglio o meno" annunciò Harry.
"Come?".
"Andiamo dalla McGranitt, lei saprà dircelo".
Attraversarono vari corridoi. Ron ed Hermione guidavano e, dietro di loro,  Harry teneva Ginny, che ormai stava perdendo le forze.
Finalmente, dopo pochi minuti che sembrarono ore, giunsero nell'aula che la McGranitt stava per lasciare.
"Professoressa aspetti! Gridò Harry.
"Signor Potter! Che modi sono mai quest-".
Si interruppe vendo Ginny logorata dal dolore.
"Mi scusi professoressa, ma Ginny non è stata ammessa agli esami e noi crediamo ci sia un errore" continuò Harry.
La McGranitt sembrò colta alla sprovvista e sentire quelle parole parve ferire anche lei.
"Signorina Weasley, lei è una tra le migliori allieve del suo corso, mi spiace davvero tanto comunicarle che quanto trova scritto nei tabelloni è corretto".
"Ma perché?! Ha detto lei stessa che è una tra le migliori allieve!".
"Io ero contraria a questa decisione ma un professore ti ha messo un'insufficienza molto grave che non ti ha permesso l'ammissione".
"Chi è stato?!".
"Non sono sicura di potervelo comunicare".
"Siamo noi professoressa!".
"E va bene. Il professor Piton ha insistito per la sua bocciatura".
"Quello è perfido!" disse Ron furioso.
La McGranitt non poteva esprime la sua approvazione per quelle parole ma, con il suo silenzio, fu come se lo fece.
Harry prese tra la mani il viso di Ginny, la guardò e fece in modo che lei facesse lo stesso.
"Te l'ho promesso, si sistemerà tutto".
Lei non rispose, era ancora incapace di farlo e la parola 'bocciatura' aveva provocato in lei altrettanto dolore.
Alla professoressa McGranitt scese una lacrima, dovuta sia alla tristezza per la decisione presa nei confronti di quella giovane ragazza che per la commozione e tenerezza nel guardare un ragazzo e una ragazza così innamorati l'uno dell'altro.
I quattro amici si guardarono e parlarono in silenzio, sarebbero andati da quel perfido professore.
"Grazie professoressa, ora dobbiamo andare".
"Se vi serve aiuto, potete contare su di me" ebbe il coraggio di dire la McGranitt.
Si mossero rapidi nella scuola, diretti all'aula del professor Piton, ma non riuscirono ad evitare numerosi studenti che guardarono male Ginny, probabilmente la notizia della sua bocciatura si era diffusa velocemente, come tutti i pettegolezzi, più sono brutti, più girano veloci.
Bussarono alla porta del professor Piton, che con la sua voce lugubre disse:"Avanti".
Entrarono, Ron ed Hermione con un briciolo di paura, Harry con tanta rabbia e coraggio e Ginny con una forza nuova che le aveva donato il suo ragazzo.
I singhiozzi erano spariti, anche se il viso faceva trasparire il pianto passato. Fu lei la prima a parlare.
"Buongiorno professore, ho appresso poco fa che non sono stata ammessa agli esami".
"Ebbene?" domandò lui, come se quella conversazione gli stesse solo facendo perdere tempo.
"Ho anche saputo che è stato a causa di una grave insufficienza nella sua materia, ma io ho sempre avuto buoni voti con lei".
Seguirono un paio di istanti di silenzio, poi Piton parlò di nuovo.
"Peccato signorina Weasley, lei era davvero brava a scuola".
"Se posso permettermi, a cosa è dovuta la mia insufficienza?".
"Lei è un'ottima maga, inutile tacerlo, ed è realmente brava nella mia materia. Purtroppo però ha frequentato le compagnie sbagliate".
Pronunciando le ultime due parole lanciò uno sguardo ricco di disprezzo e odio a Harry, che mantenne la sua corazza senza batter ciglio.
"Chi frequento fuori da scuola non dovrebbe influire sui miei voti" dichiarò Ginny.
"Ha detto bene signorina Weasley 'fuori scuola'. Ricorda qual è la prima regola del mio corso?".
Ginny ci rifletté e poi realizzò tutto, aveva pagato per la sua bravata e a caro prezzo ma non se ne capacitava.
"La ricorda signorina Weasley?" insisté Piton.
"Non si saltano le lezioni se non per problemi di salute".
Espresse questa frase come una regola imparata a memoria.
In quel momento capirono anche gli amici, Harry per primo. Ma come faceva Piton a sapere che Ginny aveva saltato le lezioni per stare con lui?L'angoscia lo afflisse e toccò anche Ginny, che era però decisa ad arrivare a una conclusione di quella orribile conversazione.
"Lei è mancata giovedì scorso" continuò Piton come se niente fosse "Così sono andato a chiedere sue notizie in infermeria ma nessuno l'aveva vista.  Poi casualmente l'ho vista rientrare con il signor Potter! Ha buttato via un anno di impegno e risultati per una relazione infantile ma ognuno fa le sue scelte ed è stata lei a decidere per la sua bocciatura".
Piton li aveva visti, avevano marinato la scuola ed erano stati beccati, l'avversione che Piton provava verso Harry aveva trovato una valvola di sfogo: punire la sua ragazza.
Nonostante lo sconforto, la tristezza, l'angoscia, la rabbia, la frustrazione, la delusione e l'afflizione, Ginny pronunciò decisa una semplice parola.
"No".
"Come prego?".
"No" ripeté "Ho commesso una sciocchezza ma non ho deciso io per la mia bocciatura, è stato lei e la sua mancata clemenza. Ci pensi, sono una tra le migliori allieve del suo corso, se qualcuno venisse a sapere che mi ha bocciata per ripicca verso Harry, che figura ci farebbe?".
"Non si rivolga a me in questo modo!".
"Non ci arrenderemo professore" aggiunse Harry.
"Le conviene tacere signor Potter!".
"E' in atto un'ingiustizia e noi combatteremo affinché venga fatta giustizia" proseguì Harry.
Ginny gli rivolse un sorriso di approvazione.
"Cosa credete di fare?" domandò Piton con occhi frementi di rabbia.
"Lo vedrà professore".

Hinny nasce l'amoreWhere stories live. Discover now