43. L'esame di maturità

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Mina

Uscire dall'aula al termine dell'esame orale di maturità fu il sigillo che richiuse a doppia mandata tutto il passato alle mie spalle. Più leggera come se avessi perso un intero rimorchio che mi frenava i movimenti, sbucai fuori dall'aula con un sorriso che mi stirava il volto e spalancava gli occhi. Gettai un urlo dalla finestra del corridoio che dava sulla strada. La bidella del nostro piano accorse e mi scoccò un'occhiata di rimprovero, ma ormai avevo vinto l'immunità. Non avrei più dovuto mettere piede in quel luogo che negli anni mi aveva riservato solo frustrazioni.

Ero l'ultima maturanda dell'ultimo giorno degli orali e i professori avevano cercato di sbrigarsi con me per concludere l'anno e abbracciare le imminenti settimane di ferie in riviera. Era finita. Finita.

Mi affrettai verso l'uscita, occhi attenti, alla sua ricerca.

Tom non c'era più. Non era nel corridoio, non lo trovai nel parcheggio e nemmeno nel nostro cortile.

Eppure, non l'avevo sognato. L'avevo visto solo pochi minuti prima.

Stavo aspettando il mio turno per salire sul patibolo, seduta su una sedia nel corridoio a torcere tra le mani la tesina rilegata, le gocce di sudore che mi scendevano dalla fronte e inzuppavano la benda che teneva ferma la steccatura del naso, l'aria ostaggio di un'umidità insopportabile, le mie Converse che tamburellavano sul pavimento, poi si fermavano di colpo, poi riprendevano, lo sguardo perso a rileggere righe di introduzione che ormai non avevano più alcun senso. Tom era apparso come un miraggio in fondo al corridoio. Mani ficcate nei jeans e polo sbottonata. Si era fermato a distanza quando mi aveva riconosciuta. Mi venne da sorridergli, chissà perché dato che lui non ricambiò. Per un breve attimo mi illusi che le cose non fossero mai cambiate tra di noi. Che Tom, il mio amico d'infanzia, il fratello che non avevo mai avuto, il mio unico amore, si sarebbe seduto accanto a me, prendendomi le mani nelle sue, sempre grandi e sempre ferme, coccolandomi e sostenendomi come lui solo sapeva fare, prendendomi in giro per i miei palmi sudati; Luca ci avrebbe raggiunti e insieme mi avrebbero costretto a ripassare la presentazione davanti a loro.

Non accadde nulla di tutto ciò. Tom mi si era avvicinato, ma non si sedette sulla sedia vuota accanto a me. Solo un angolo delle labbra si alzò. Aveva il viso teso, una maschera rigida che nascondeva tutte le sue emozioni. Mi porse un sacchetto di carta bianco tenuto sotto il braccio. La mia brioche.

«Ho immaginato che non avessi fatto colazione questa mattina», disse semplicemente. «Forse è troppo tardi, ma puoi prenderlo come un aperitivo.»

Imitai il suo mezzo sorriso e non dissi una parola. La gola era secca e lo stomaco annodato, ma aprii comunque il sacchetto e iniziai a sbocconcellare il cornetto. Non c'era più nessuno intorno. Se Luca fosse stato ancora con noi, sarebbe toccato a lui prima di me, e invece era il turno di Filippo Enna.

Tom non se ne andò. Non ebbi più il coraggio di guardarlo, fissavo la punta bianca delle mie scarpe nel tentativo di placare il tumulto che minacciava di sopraffarmi. Forse Tom mi stava fissando, oppure teneva lo sguardo verso la finestra aperta alle mie spalle, ritto in piedi, rigido come una tavola da surf conficcata nella sabbia. Nemmeno una parola da entrambi, solo corpi agitati e un vento di frasi non dette a muovere lo spazio che ci divideva.

E infine, troppo presto, Filippo uscì e il presidente della commissione mi invitò a entrare. Io e Tom ci guardammo, un suo cenno della testa per salutarmi e augurarmi buona fortuna. Entrai.

Speravo che mi avrebbe aspettato una volta uscita, ma così non era stato. Tom se n'era andato.

Passai buona parte del pomeriggio in soggiorno con la nonna, cosa che non facevo dall'età di cinque anni. Lei lavorava davanti alla macchina da cucire, io invece tenevo lo sguardo puntato al soffitto, abbandonata a braccia spalancate sul divano, vinta da un caldo opprimente. Mi sentivo in una sorta di stato vegetativo e rispondevo con frasi svuotate alle domande che la nonna mi faceva.

OUTSIDERSTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon