3. Insieme ad aggiustare il mondo

4.1K 305 83
                                    

Tom

Trovare l'angolazione giusta non era poi così difficile. Amavo l'attesa preliminare, la ricerca della cornice perfetta che avrebbe accolto il piccolo quadro catturato dalla mia macchina fotografica. Il vero problema era l'esposizione. Continuavo a non trovare la luce giusta.

«Solo tu puoi studiare proprio adesso, con questo caldo insopportabile», borbottò Mina a braccia incrociate e i capelli corti sparati in aria peggio di un Sayan. «Porco riccio, ma possibile che tu abbia sempre un libro davanti alla faccia?»

Adocchiai di sfuggita Luca. Seduto all'ombra del pino sulla sua sedia a rotelle, non fece una piega. «Studiare è importante.»

«Studiare è importante», gli fece subito il verso. «Per la prima volta non abbiamo compiti in estate, dato che iniziamo le superiori tra nemmeno di una settimana. Non potresti parlare e divertirti un po' con noi?»

Una zazzera di capelli castani perennemente spettinati fece capolino dietro lo spesso tomo. Fondamenti di trama e intreccio: come scrivere un romanzo di successo. «E dove sarebbe il divertimento? Tom fissa da mezz'ora una pigna sull'albero, o forse sta cercando di fotografare il culo di una formica, e tu invece... ma si può sapere che stai facendo lì in alto appesa come un Bonobo? Mi stai facendo venire il mal di mare a furia di dondolare.»

Tornai a occuparmi della mia foto, sperando che prima o poi il sole si spostasse per illuminare lo scorcio che volevo cogliere. Quel tardo pomeriggio di settembre le ombre dipingevano lunghe striature sulla pigna che stavo cercando di fotografare. Cercando, dato che Mina se ne stava appesa a testa in giù alla modica altezza di quasi due metri e continuava a ondeggiare, facendo muover tutto l'albero.

«Che cazzo è un Bonobo?» chiese.

Luca sospirò e tornò a nascondersi dietro il libro. «Il Bonobo è una scimmia, detta anche scimpanzé nano.»

Solo quando il proiettile cadde a terra dopo aver centrato la fronte del mio amico, capii che si trattava di un rametto lanciato dal maleducato primate in questione. «Stronzo. E comunque, se proprio vuoi saperlo, passo il tempo. Voi due mi annoiate troppo, così mi diverto da sola. Mi reputo una compagnia migliore di voi due messi assieme.»

«Ehi, Luca, pensa se ci fossero due copie esatte di Mina nel mondo.» Finsi di rabbrividire.

La risata alle mie spalle esplose sincera. «Impossibile, il nucleo della Terra non potrebbe reggere alla sua idiozia al quadrato.»

Ero troppo impegnato a ridacchiare per ricordarmi che la scimmia oggetto del nostro discorso era dotata di braccia, e anche parecchio lunghe e agili. Mi sorprese con uno schiaffo sulla nuca prima di balzare giù con grazia. «Ah, ah. Simpatici tutti e due. Senza di me vi annoiereste a morte.»

«Oh, no. Abbiamo le battute sensazionali di Tom in arrivo fresche ogni giorno. Come potrei annoiarmi?»

Quasi, quasi credetti che per una volta il mio amico non fosse sarcastico. «A proposito, sentite questa: sapete cosa ci faceva uno sputo su una scala?»

Ero pronto per sparare la mia battuta superba e vederli ridere a crepapelle, e invece mi anticiparono in coro: «Saliva.» Luca alzò gli occhi al cielo, Mina invece rideva anche se l'aveva già sentita e mi diede il cinque con la mano.

Ritornai alla pigna e scattai la foto. Controllai sul monitor, ma non mi soddisfaceva. Non trasmetteva nulla. Mi ripromisi di provarci con le luci del tramonto. Per di più, faceva così caldo che non riuscivo nemmeno a pensare. Dopo aver protetto la macchina fotografica nel mio zaino tenuto all'ombra, tornai a prendere qualche ultimo residuo di sole in quei giorni d'estate ormai vicini alla fine. Spinsi Mina più in là per farmi spazio sul nostro unico asciugamano.

OUTSIDERSDonde viven las historias. Descúbrelo ahora