12. Imbarazzometro

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Mina

«Mina, è pronta la colaz... oh, santo cielo!»

La porta si era appena spalancata e Tom, svegliatosi di soprassalto, capitombolò giù dal mio letto.

«Merda», imprecò, facendo poi seguire un lamento.

Posai una mano sul cuore nel vano tentativo di placarne i battiti. «Nonna, potresti bussare o evitare di entrare come se ci fosse un incursione di cacciabombardieri?!»

Nonna aggiustò gli occhiali da vista – che usava solo in casa perché ci teneva alla sua immagine – e poi rilassò le spalle. Sembrava delusa. «È troppo tardi ormai, vero?»

«Troppo tardi per cosa?» Scivolai giù dal letto per aiutare Tom a divincolarsi dalle lenzuola.

«Avete fatto sesso. Dovevo immaginare che prima o poi sarebbe successo.»

«Cosa?!» strillammo in coro, ma lei non badò alle nostre espressioni attonite.

«Avete diciotto anni eppure continuo a vedervi come due bambini e...»

«Melania, non abbiamo fatto quello che pensi tu», la rassicurò Tom.

In tutta risposta, lei portò le mani sui fianchi. «E io ho ventidue anni, sono bionda naturale e porto la quarantadue. Insomma: tu sei senza maglietta e Mina è in mutande. Cosa dovrei pensare?»

«Dovresti preoccuparti se a lui mancassero i pantaloni, non la maglia. Lo sai che Tom dorme a torso nudo da quando è bambino e a me in estate i pantaloni del pigiama pizzicano.»

Sembrò non ascoltarci nemmeno e si posizionò al centro della stanza. «Ora sedetevi. È arrivata l'ora di fare il discorso.»

«Il discorso?» attaccò di nuovo il coro.

«Dobbiamo parlare di pericoli e precauzioni.»

Perché non c'era mai un buco nero pronto a inghiottirmi quando ne cercavo uno? «Nonna, il discorso sul sesso no, ti prego. Piuttosto mi sposo con Ramsey Bolton.»

Aggrottò la fronte, come al solito senza capire la mia passione per Il trono di spade. «Con chi?»

«Sarei davvero interessato ad assistere, ma ora è meglio che vada.» Non appena Tom comprese la gravità del pericolo imminente, pensò bene di abbandonarmi al fronte senza alcuna protezione da parte del fuoco amico. «Avevo promesso a mia madre che l'avrei aiutata in casa.»

Balla colossale. Quando mai hai aiutato qualcuno nelle faccende domestiche?, avrei voluto dirgli.

«Ti farebbe bene ascoltare, sai?» disse la nonna in tono conciliante.

«Ti ringrazio molto, ma... mio padre mi ha già fatto un discorso molto simile qualche anno fa. E poi, io e Mina siamo solo amici. Non devi preoccuparti di certe cose.» Si infilò rapidamente la maglia del pigiama e si affrettò verso la porta.

«Come se essere amici possa essere un deterrente. In ogni caso, non salire più dalla finestra di notte, è troppo pericoloso.»

«Mina lo fa sempre nella mia camera.»

«Lo so, ma tu hai più sale in zucca di mia nipote, quindi fai attenzione.»

Inciampò mentre indossava le scarpe in fretta e furia e, arrivato alla porta, si voltò per cercarmi con lo sguardo. Era il segnale di avvertimento: doveva parlarmi.

«Do una cosa a Tom e torno.» Afferrai l'action figure di Darth Vader che gli avevo rubato il giorno prima e lo raggiunsi sul pianerottolo fuori dalla camera.

OUTSIDERSWhere stories live. Discover now