prologo

3.2K 198 75
                                    

Minho sbuffò, alzando lo sguardo verso il paesaggio illuminato che si poteva osservare oltre la finestra. –Ti ho già detto che non credo a questo tipo di cose.

Felix rise senza sentirsi offeso perché sapeva che quella era la verità. –Ho solo bisogno che qualcuno mi accompagni, ti prometto che non devi fare nulla. Solo venire con me!

Minho riportò gli occhi sull'amico. –Non è che mi dispiace venire con te, è che penso che sia uno spreco di soldi.– disse, sorridendogli.

Immagina poter buttar via soldi così.


E fu così che si ritrovò in un locale troppo piccolo per i suoi gusti, una stanza stretta piena di oggetti particolari, carte colorate sparse su un tavolo, quelle che sembravano delle pozioni strane sistemate in ordine su degli scaffali che parevano star per crollare da un momento all'altro.

Anche se Minho non credeva a quel tipo di cose, gli sembrava di essere davanti ad una vera e propria strega quando si sedette di fronte a una donna di una certa età, i capelli neri e ricci – che apparivano così unti come se non se li fosse lavata da mesi – che coprivano in parte il suo viso segnato da profonde rughe, gli occhi altrettanto oscuri e misteriosi.

La poca luce che entrava dalla finestra era di un colore diverso dall'ordinario, poiché il vetro era leggermente tinto di verde. Minho non sapeva se fosse perché era davvero colorato o perché si era accumulata così tanta sporcizia su di esso da creare quell'effetto.

Guardò di sbieco l'amico, tentando di alzarsi dal suo posto per andarsene ma venendo bloccato proprio da Felix.

–Hai promesso.– gli sussurrò, con un'espressione triste.

–Non vedi che schifo fa sto posto?– gli rispose, facendo una smorfia.

La donna si schiarì la voce, tossendo due volte, sorprendentemente con un pugno davanti alla bocca. –Lo so che pensi che io vi stia truffando, ma potresti essere un po' più cordiale.

Minho sospirò, provando empatia anche per una persona simile, tornando a sedersi e osservando il suo amico mentre tirava fuori dei soldi dal suo portafoglio e li appoggiava sul tavolo.

–Hey.– disse Minho, appoggiando una mano sul suo braccio e indicando con l'altra un cartello leggibile dal tavolo in cui erano segnati i prezzi dei servizi. –Perché così tanto? Basta la metà.

Felix gli sorrise una volta ancora. Quel suo solito sorriso che quasi obbligava Minho a seguirlo ogni volta che voleva fare qualcosa di stupido. –Chissà, magari vede qualcosa anche nel tuo di futuro.

Minho appoggiò un palmo sui suoi occhi, certo di non poterci far nulla. –Okay, okay.

La donna procedette a dare loro il benvenuto nel suo negozio, spiegando tutto ciò che avrebbe fatto per loro e chiedendo se fossero sicuri di voler utilizzare il suo servizio. Minho rimase fermo ad osservarla, confuso dal suo modo onesto di fare. Non se lo aspettava.

Felix confermò, chiedendole di parlare di ciò che era in serbo sia per se stesso sia per il suo amico.

Passarono vari minuti. Alcune letture erano semplici, erano previsioni di eventi che sarebbero potuti accadere a chiunque. Un po' come l'oroscopo, insomma. Altre però erano molto più precise e Minho si ritrovò con un sorrisetto sulle labbra, impressionato sia dalla fantasia della donna sia dalla sua fortuna nell'averci preso in alcune cose che caratterizzavano la vita di Felix.


Non sopportava avere il suo sguardo addosso. Gli sembrava che volesse leggere la sua mente attraverso i suoi occhi, estrarre dalla sua testa i suoi segreti più profondi. Minho distolse lo sguardo, scuotendo la testa e spettinandosi i capelli con una mano, attendendo che la donna finisse con le sue bravate.

–Un ragazzo ti ipnotizzerà, in futuro.

Minho spalancò gli occhi, tornando a fissare la donna. –Eh?


hypnotic. | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora