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La luce del sole era parzialmente coperta da tutti gli alti edifici nei dintorni della strada che stavano percorrendo, ma sarebbe presto riuscita a colpire in pieno il loro veicolo senza alcun problema. Stavano uscendo fuori dalla città, diretti in un luogo che Jisung conosceva molto bene ma in cui Minho non era mai stato. Pensava gli sarebbe piaciuto. Quella solitudine, quella pace che regnava lì.

Il sole sarebbe tramontato presto, colorando il cielo di tanti toni caldi, ma il respiro di Minho era regolare, come anche il suo cuore, a parte alcune volte in cui Jisung gli diceva qualcosa che trovava una qualche parte nascosta di lui e lo faceva arrossire. Non aveva paura. E sapeva che non l'avrebbe avuta neppure più tardi.

–La strada è un po' lunga.– disse Jisung, un braccio fuori dal finestrino, l'altro sul volante. Decise presto di cambiare, afferrando il volante con la mano sinistra e posando la sua mano destra sulla gamba di Minho, che sorrise appena all'azione.

–Ci vai spesso, in quel posto?

–Mhm, più o meno. Non c'è nulla di che, in realtà, quindi non aspettarti chissà cosa. Ci vado soltanto quando voglio stare solo. Completamente solo.

L'aria che entrava dai finestrini totalmente abbassati spettinava i loro capelli, li tirava all'indietro, lontani dai loro visi. Se solo Jisung avesse potuto guardare l'altro ragazzo, lo avrebbe fatto, ma purtroppo era impegnato in un'azione che richiedeva massima attenzione e non poteva distrarsi. E sapeva che si sarebbe distratto fin troppo a lungo se avesse guardato Minho.

Gli edifici della città iniziarono a farsi meno fitti e più bassi, finché non furono finalmente fuori dal centro abitato.

Minho posò la sua mano sopra quella di Jisung, leggera abbastanza affinché l'altro ragazzo potesse rimuoverla non appena gli sarebbe servita. Vide il sorriso che si formò sul suo viso, girandosi poi dall'altra parte, continuando ad osservare il paesaggio che sfrecciava al di fuori del finestrino abbassato.

–Changbin mi ha detto che non sarà a casa questa sera.

Minho sorrise, tornando a guardare il suo ragazzo. –Perché me lo stai dicendo?

–Lo sai perché. Potresti..rimanere da me oggi? – spiegò Jisung, lo sguardo fisso sulla strada.

–Se riusciamo a tornare indietro vivi.– rispose Minho.

–Fidati di me.

–Certo. Mi fido di te.

Quando arrivarono al solito posto, quello con l'albero che copriva giusto uno spazio, e i grandi prati interminabili, il sole stava ormai tramontando. L'aria si era fatta meno calda, il cielo non era più azzurro come prima, anche se, quando guardavano nella direzione opposta rispetto al tramonto, lo era. Un azzurro pieno, saturato, che sfumava in un arancione altrettanto vibrante.

I raggi del sole colpivano il viso di Minho, dando un tono più caldo al suo viso. E Jisung non riusciva più a smettere di guardarlo, da quando si erano fermati. Davvero, era lui quello ipnotizzato ora?

Scesero dall'auto, appoggiandosi alla macchina di Jisung e continuando a chicchierare mentre il sole scendeva sempre più in giù, iniziando a nascondersi dietro all'orizzonte. Jisung abbassò lo sguardo solo per un attimo, raggiungendo la mano di Minho con la sua e stringendola forte. Era sempre stato così. Da quando erano tornati insieme, era sempre stato Jisung ad afferrare la sua mano per primo. E non era esattamente che Minho fosse troppo imbarazzato per farlo, ma piuttosto che ormai se lo aspettava. Aspettava che lui facesse il primo passo. E adorava quando le sue previsioni erano corrette.

–Sei sicuro di voler stare qui? Possiamo iniziare a tornare, se vuoi.

Minho scosse la testa. –Restiamo qui ancora un po'. Mi piace.

hypnotic. | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora