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–Tutto bene?– chiese Changbin a Jisung, osservandolo mentre prendeva un bicchiere e lo riempiva di acqua.

Jisung annuì, bevendo il liquido e sospirando. –Non so cosa sia appena successo, ma sto bene.–disse, sorridendo appena. Si sedette sul divano, guardando l'amico mentre faceva lo stesso.

–Vuoi parlare un po' di quello che è successo?– gli chiese.

–Non so perché tu voglia saperlo.

Changbin scosse la testa. –Perché sei mio amico, Jisung. Nell'ultimo periodo hai continuato a comportarti come se il mondo fosse contro di te, e ogni volta che ti chiedevo cosa stesse succedendo tu mi dicevi di star bene. Ma non stai bene. O almeno, non stavi bene. Forse..finché Minho non è venuto qui?

–Sai tutto quello che è successo a Minho, vero?

Changbin annuì, rifiutando una chiamata che stava arrivando sul suo cellulare.

–È stato un po' difficile far finta che nulla stesse accadendo, aspettare che lui potesse capire cos'era successo e cosa voleva fare da quel momento in poi. Mi mancava molto più di quanto avrei mai pensato.– disse, sorridendo, una stretta al petto che faceva male al suo cuore. –Ma non potevo fare nulla. Non potevo obbligarlo a parlarmi. Come avrei mai potuto farlo? Dovevo essere paziente, ma stava diventando difficile farlo.

–Tu e Minho state insieme?

–Sì, mi ha detto che si fida di me e che vuole provare ad avere una relazione con me.

–E prima che scoprisse dell'ipnosi e tutto..stavate già insieme?

Jisung annuì. –Pensa quanto dev'essere stato difficile per lui capire cosa provasse per me. Cosa fosse vero e cosa fosse falso.

–È per questo che hai bevuto ieri? Perché ti sentivi di merda dal momento che non sapevi cosa passasse nella testa di Minho quando stavate insieme fino a poco tempo prima?

Jisung si alzò dal divano, camminando verso i mobili della loro cucina e aprendoli solo per cercare qualcosa da mangiare. –Quello è il motivo più grande.– disse, afferrando un pacchetto di oreo e mangiandone un paio, nonostante tutto quello zucchero gli facesse venire un po' di nausea. –Changbin, ci sono così tante cose a cui devo pensare, ultimamente. Prima ero così libero..facevo quello che volevo, quando lo volevo. Stavo a dormire tutto il tempo, uscendo con voi ogni tanto e guidando in giro quando avevo voglia di stare solo. Non avevo nessuna preoccupazione.– disse, sospirando. –Forse è per questo che tutti mi chiamano un irresponsabile, ora. Non ne sono abituato.

–Non penso lo facciano con cattive intenzioni.– disse Changbin, comprendendo immediatamente che una di quelle persone che lo chiamavano in quel modo era il loro amico Chan.

–Non tutti. Ma qualcuno sì.– disse, ripensando a quella sera in cui i suoi genitori se n'erano andati, lasciandolo lì, solo.

–È successo qualcos'altro?

Jisung annuì. –Non so se ne voglio parlare ora, però. Ho solo..bisogno di respirare per un attimo.

–Hai voglia di andare da qualche parte? Guido io.– propose Changbin, disposto a fare il possibile per risollevare il morale all'amico.


Jisung lanciò un sasso nell'acqua cristallina, guardando le onde che si crearono sulla superficie.

–Digli tutto quello che provi.– disse Changbin, afferrando un sasso anche lui e facendo lo stesso. –Prova a spiegargli ogni dettaglio. Cosa senti, fisicamente e non. Il modo in cui ti fa stare. Penso capirà meglio cosa prova per te.

hypnotic. | minsungDonde viven las historias. Descúbrelo ahora