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–Posso rimanere qui per un po'?– chiese Minho.

–Sì, certo.– rispose Jisung, tornando a sedersi vicino a lui, chiedendosi in che direzione sarebbe andata la loro relazione, a quel punto.

–Lo sai, da quando sono libero da quell'"ipnosi", chiamala come vuoi, tante cose sono cambiate. Ho iniziato a vedere quanto in realtà mi fossi comportato diversamente dal solito me durante quelle giornate.– disse, i suoi occhi in direzione della finestra. Si accorse che era stata chiusa, ma decise di non preoccuparsi su chi lo avesse fatto. Sapeva di essere al sicuro in quella casa. –Di solito sono una persona piuttosto riservata, quindi..non racconto certe cose di me così facilmente. Non capivo cosa stesse succedendo quando parlavo con te.

–Pensi sarebbe stato meglio se io non le avessi mai sapute?– chiese Jisung, pronto a dimenticarsi di tutto se solo lui glie l'avesse chiesto.

–No, non penso.– rispose Minho, scuotendo la testa. –Non me ne pento.

–Sei davvero così diverso?– chiese Jisung.

–Sì, lo sono. Non mi affeziono così tanto alle persone, mai. E quindi non finisco mai per parlarci per così tanto tempo. Quando stavo con te, ero sempre io quello che parlava di più. E non è da me. Ma di nuovo, non me ne pento.

–Come mai?

Minho sorrise. –È stato come togliermi un peso dalle spalle. Come sciogliere delle catene che mi tenevano legato. Una volta mi sentivo così obbligato a tenere tutte le mie emozioni nascoste alle altre persone. Non esattamente perché non volessi che si preoccupassero. No, non sono esattamente il tipo da essere così premuroso da pensare alle altre persone prima di me stesso. Era più perché mi faceva sentire debole. Non ho mai capito bene le mie emozioni. Forse è per quello che non ho mai avuto una relazione e ho già 23 anni.– disse, ridendo. –Ma quello è un altro discorso.

–E tu hai raccontato tutte quelle cose a me?– chiese Jisung, ancora incredulo di ciò che gli stava dicendo.

Minho annuì. –Solo tu. Senza neppure volerlo. Tutta la storia della mia paura del buio e della notte..sei l'unico a saperla, oltre ai miei genitori. Neppure Felix la conosce. E tutte le altre cose che ti ho raccontato quando abbiamo passato del tempo insieme. Tutte quelle cose, ora mi sembra così strano di averle dette così facilmente.

–Sono felice del fatto che tu possa averne parlato con qualcuno, però..– disse Jisung, realizzando la situazione in cui si trovava l'altro ragazzo. –sei sicuro che vuoi che io sappia tutto ciò? Non ti dà fastidio?

Minho si girò verso di lui, guardandolo in silenzio per qualche istante, poi sorridendogli leggermente. –No, non mi dà fastidio. Quelle volte..mi sentivo come se finalmente una parte di me avesse trovato pace. Una parte di me che aveva continuato a tormentarmi per chissà quanto tempo. Prima di incontrarti, non potevo farci nulla. Non sapevo come risolvere i miei problemi, facevo fatica a chiedere aiuto a qualcuno. Era così difficile. Ma grazie a questo casino in cui sono finito..è stato molto più semplice farlo. E mi è piaciuto farlo, al tempo stesso.

–Magari se ne parlassi a Felix, oagli altri-

–No, non importa. Capisci ciò che intendo? Grazie, Jisung. Grazie per avermi ascoltato. Forse sarò un po' diverso d'ora in poi, diverso da quello a cui sei abituato, ma non posso negare che tu ora sia una persona importante per me.

Quel legame che si era formato tra di loro, non sarebbe mai stato sciolto. Era superiore a tutto ciò che avevano passato. Magari era stato costruito con l'aiuto dell'ipnosi, ma la base l'avevano posta loro. E ora non poteva essere spezzato in alcun modo.

Il silenzio calò nella stanza. Minho diede un'occhiata a Jisung, girandosi con il corpo verso di lui e appoggiando la sua testa sulla sua spalla, senza dire nulla. La sua testa era ancora piena di domande, ma si sentiva felice in quel momento. Si sentiva a suo agio, a stare lì in quella stanza, anche in quel silenzio che altrimenti sarebbe stato imbarazzante. Jisung fece passare un braccio intorno a lui, attirandolo ulteriormente verso di lui.

hypnotic. | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora