42

1.1K 96 8
                                    

La serata procedette senza intoppi. In fondo, come avrebbero potuto esserci intoppi? Erano solo un gruppo di amici che stava cenando insieme.

Quando ormai tutto il cibo era stato mangiato, e le voci dei ragazzi stavano iniziando a farsi più deboli, capirono che era ormai giunta l'ora di salutarsi.

–Io penso di andare.– disse Seungmin, salutandoli uno per uno e allontanandosi verso la porta che portava alle scale che scendevano poi per il palazzo.

Jeongin sbadigliò, tirando un pugno per qualche motivo a Hyunjin, mentre quest'ultimo tentava di abbracciarlo. –Giù le mani!– lo minacciò, prima di chiamare i nomi di gran parte dei suoi amici e avvertirli che anche lui sarebbe andato.

Hyunjin e Felix si guardarono per qualche istante, chiedendo a Chan e Changbin se potessero portarsi dietro una bottiglia di cocacola che era rimasta intatta e lasciando anche loro il tetto dell'edificio.

–Se ne stanno andando tutti.– mormorò Minho.

–Meglio così.– disse Jisung, sbadigliando. Prese poi la mano di Minho, camminando con lui un po' più verso il bordo del tetto, reso sicuro da un'alta barriera, in un posticino in cui erano poste delle casse contenenti chissà cosa. Gli chiese di sedersi vicino a lui, il suo sguardo che cominciava a perdersi in lontananza sui dettagli che componevano la vista sulla città. –Allora, cosa mi dici tu?– gli chiese dopo qualche istante.

Minho scosse la testa. –Sono io quello che vuole sapere qualcosa da te.

–Mhm, cosa vuoi sapere allora?

–Non lo so, cosa c'era di tanto orribile nel tuo primo giorno di lavoro?– chiese, ridacchiando.

Jisung sospirò. –Non sono abituato.–disse, alzando una mano verso il cielo. –Ho passato tutto il tempo correndo di qua e di là mentre metà dei miei colleghi mi urlavano contro. Non la mia cosa preferita.

Minho girò la testa verso di lui. –Lo vuoi un abbraccio?

Jisung sorrise, sporgendosi un po' verso di lui e stringendolo fra le sue braccia invece che rispondere. –Meno male che ci sei tu.

–Domani andrà meglio.– disse Minho, dandogli delle pacche sulla schiena.

–Oh, domani devo tornarci. Quasi dimenticavo.– disse, sbuffando. –Comunque.– disse poi, lasciandolo andare e continuando a guardarlo negli occhi. –Anche tu devi essere stanco dopo essere stato a lavoro. E nessuno ti prepara queste sorprese!– disse, indicando con una mano il tavolo che era ormai quasi totalmente libero, ripulito da Chan e Changbin.

–Io sono abituato.

–Lo stesso!

–Allora preparami qualcosa anche tu.

–Lo farei se solo fossi libero dopo i tuoi turni.– mormorò Jisung, infelice del fatto che il suo lavoro occupasse un po' delle sue ore giornaliere, che in passato poteva utilizzare per qualunque altra cosa. –Però posso sempre venirti a prendere a casa. O puoi venire qui e possiamo stare un po' insieme.

Minho annuì, tenendolo a mente.

–Com'è la situazione a casa?– gli chiese poi Jisung. –I tuoi sono ancora tanto via?

–Più o meno, sempre il solito.

–Ti senti solo?

Minho scosse la testa. –Sto bene.– disse, sorridendo. –Sono felice di poterti vedere e anche gli altri durante la giornata.

–Però non vorrei che ti sentissi solo di notte.– disse Jisung, alzando lo sguardo verso il cielo ormai scuro. –Non hai paura, ora?

–No.– rispose subito Minho. –È tutto illuminato, e poi non sono solo. E lo so che sono al sicuro qui.– spiegò, portando una mano verso il centro del suo petto, afferrando tra le dita il ciondolo della collana che Jisung gli aveva regalato.

hypnotic. | minsungWhere stories live. Discover now