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Minho seguì Felix, camminando accanto a lui lungo una strada che riconosceva ma che non comprendeva dove l'avrebbe portato. La pioggia era fortunatamente diventata più sottile e leggera, nonostante stesse ancora scendendo lentamente intorno a loro.

Qualche minuto più tardi, si fermarono davanti a un ristorante, accanto a cui erano presenti delle scale che salivano verso l'alto, raggiungendo il secondo piano. Una porta scura li attendeva. Sarebbe stata chiusa solo per qualche istante. Minho percepì una sensazione di dejavù dentro di sé, per qualche motivo che non riusciva a comprendere.

Ma quando Felix bussò alla porta e una certa persona vi si affacciò, gli fu chiaro. Ricordò quei capelli lunghi e ricci. Ricordò quel volto rugoso.

–Oh, siete tornati!– disse la donna, sorridendo ai due ragazzi.

–Io..sono già stato qui.– mormorò Minho.

–Sì, siamo tornati.– disse Felix. –Si può sapere che è successo al mio amico?– chiese alla donna.

Lei rise, facendo loro segno di entrare. La porta si richiuse come se accompagnata dal vento, ma l'aria era ferma in quella stanza. Quella piccola stanza chiusa e probabilmente piuttosto sporca.

–Sedetevi.– disse la donna, mostrando loro le due sedie che Felix ricordava perfettamente ma Minho faceva fatica a riconoscere. Diede loro le spalle, afferrando una delle sue strane bottigliette da uno degli scaffali e aprendola, riempiendo poi con il suo contenuto un piccolo bicchiere di vetro, posandolo sul tavolo.

–Bevilo.– disse, rivolta a Minho.

Felix la guardò male. –Sta cercando di drogarlo o cosa?– chiese, alzandosi in piedi.

La donna scosse la testa. –È la soluzione.

–La soluzione?– chiese Minho, confuso, osservando il liquido leggermente azzurro nel bicchiere davanti a sé. Lo afferrò, annusando il contenuto, ma non aveva alcun odore.

–Bevila e saprai di cosa sto parlando.– disse la donna.

–Aspetta, come faccio a sapere che non gli stai dando nulla di strano?

–Non mi serve. Ormai ho già giocato abbastanza con il tuo amico.

–Ehhh??

Minho avvicinò il bicchiere alle sue labbra, stranamente attratto da esso, prendendone un sorso e dopodiché finendo l'intero contenuto.

–Minho, che fai?!– chiese Felix, spaventato da quello che era appena successo.

–Ora sei a posto. Tutto quello che ti è successo è passato. Non sarai più inutilmente ossessionato da quel ragazzo. Non sentirai più quella pressione a parlargli, a stare con lui. Né a parlargli. Né penserai costantemente a lui. Puoi essere te stesso, ora.

–Di cosa cazzo..

–Cosa mi hai fatto?– chiese Minho, alzando gli occhi sulla donna, lasciando stare qualsiasi forma di cortesia perché non era nel mood adatto. Il suo sguardo era quasi feroce, nulla di quello a cui erano stati abituati i suoi amici e Jisung nelle scorse settimane. –Cosa cazzo è successo?– chiese, alzandosi in piedi e guardandosi intorno.

–Minho?– chiese Felix, preoccupato.

La donna alzò le spalle. –Proprio non ci volevi credere al fatto che io potessi vedere il futuro, eh? Ora lo sai che so fare ben altro.

–Maledetta strega, ripagami per quello che hai fatto!– disse Minho, sporgendosi e afferrando la donna per il colletto, nonostante odiasse toccare il suo vestito con la sua mano nuda.

hypnotic. | minsungOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz