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La luce del sole stava ormai svanendo, completamente sostituita dall'oscurità della notte. L'auto di Jisung si muoveva non troppo veloce su una strada che conosceva fin troppo bene, i lampioni che illuminavano periodicamente il sedile vicino al suo, su cui però era seduta una persona.

Si fermò davanti ad una sala da bowling dove i ragazzi avevano pensato di incontrarsi per quella sera. L'idea era stata di Jeongin e Jisung sapeva che Chan lo avrebbe odiato terribilmente tanto, dal momento che era sempre stato estremamente scarso a quel gioco.

Spense l'auto, girandosi alla sua destra e sorridendo dolcemente al ragazzo seduto vicino a lui. –Sei sicuro? Non hai cambiato idea?– gli chiese, pronto a tornare indietro se solo glielo avesse chiesto.

–No, sono sicuro. Resterai qui, no?– gli chiese Minho.

Jisung annuì, sentendo una lieve fitta nel petto. Si slacciò la cintura, raggiungendo l'amico dall'altra parte dell'auto e camminando al suo fianco verso l'entrata del locale. Minho si accostò a lui, stringendo i denti e afferrando il braccio di Jisung con le sue mani senza accorgersene neppure.

Jisung sorrise lievemente, affrettando il suo passo ed entrando finalmente nel locale, dando un'occhiata a Minho per verificare che stesse bene e cercando i suoi altri amici.



–Fai davvero schifo a bowling!– esclamò Hyunjin, ridendo.

Chan lo guardò sorpreso. –Perché mi attacchi così? Non è che tu sia tanto meglio comunque.

–È il mio turno!– disse Changbin, saltando in piedi e correndo a prendere una boccia di colore rosa e osservando con cattiveria i birilli prima di tentare la sua fortuna facendo rotolare l'oggetto verso di essi.

Minho alzò lo sguardo verso una delle finestre della sala, fissando il nero che indicava che ormai era tardi. Non poteva più tirarsi indietro, ormai. Era lì. Ma sapeva di essere al sicuro. No, questa volta non sarebbe successo nulla. Era totalmente al sicuro.

–Tutto bene?– gli chiese Jisung, notando i suoi occhi distanti. Era così abituato a sentire il suo sguardo addosso che gli sembrava un po' strano il fatto che non fosse così in quel momento. Come anche gli sembrava strano il fatto che non sentisse costantemente la sua voce come al solito.

Minho annuì. –Che ora è?– chiese, il suo tono di voce nervoso.

–Sono le dieci e mezza. Hey, non preoccuparti, okay? Non pensare a che ora è.

Minho annuì di nuovo. Quel solito impulso che aveva solitamente di parlare quando era con Jisung era scomparso in quel momento, sostituto dalla sua più grande paura. Non poteva far nulla per evitare di pensarci.

–Jisung!– lo chiamarono i suoi amici, risvegliandolo dal suo mondo.

Si alzò in piedi, afferrando una boccia e preparandosi a lanciarla. Non ci pensò nemmeno su più di tanto, voleva solo tornare da Minho.

Tornare da Minho.

Il ragazzo da cui aveva tentato di fuggire, il ragazzo che aveva evitato così tanto nei giorni scorsi. La sua testa non funzionava proprio in un modo logico, evidentemente.

Si girò subito dopo aver lanciato, camminando verso l'amico che aveva i suoi occhi luminosi puntati sulla pista. I suoi amici urlarono, dandogli il cinque e abbracciandolo. Aveva fatto uno strike quando quella non era minimamente il suo obiettivo.

–Oh. Ovvio. Ovvio che ho fatto strike. Vi aspettavate di meno da me?– chiese ridendo, sedendosi al suo posto.

–L'hai fatto apposta?– gli chiese Minho, ridendo.

hypnotic. | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora