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Jisung uscì dal suo appartamento, diretto una volta ancora verso la casa di Chan. No, non doveva uscire di nuovo con i suoi amici. Era stato lui a chiedere al ragazzo di incontrarlo perché voleva parargli di quello che stava succedendo con Minho e sapeva che il suo amico, nonostante fosse un po' esasperato per via dei suoi comportamenti irresponsabili, sarebbe sempre stato pronto e felice di aiutarlo. Chan aveva sempre amato aiutare le persone.

Ne aveva già parlato un po' con Changbin, ma non voleva che il suo coinquilino sapesse troppo. Quel tizio viveva con lui, non poteva rischiare di venir preso costantemente in giro per qualcosa che non poteva controllare.

La sua guida lenta lo portò davanti alla casa che conosceva fin troppo bene. Il colore leggermente rosato delle mura, l'invitante portico decorato con una pianta d'edera che si arrampicava verso l'alto, salendo più che poteva. La porta chiusa, ma che si sarebbe aperta non appena Jisung avrebbe suonato il campanello. Era sempre stato il benvenuto lì, dal primo giorno in cui aveva incontrato Chan.

Quando furono entrambi seduti sul divano su cui era stato seduto qualche giorno prima, Chan lo invitò a parlare.

–Sai..Minho.

Chan annuì. –Mh-mh. Cosa c'è che devi dirmi di lui? Ti piace?– chiese, ridendo.

–No. Non mi piace.– rispose Jisung, serio. –Se sai il motivo per cui me ne sono andato quel giorno in cui eravamo qua, perché me lo chiedi? Ti sembra che potrebbe piacermi una persona da cui sto fuggendo?

–Se la metti così sembra che sia uno stalker.

–Uno stalker? No, non va mai così lontano. Non mi segue da nessuna parte. Vuole solo parlarmi costantemente. Stare con me costantemente.

–E che problema c'è in questo? Fagli sapere soltanto i tuoi limiti e vedrai che ti lascerà stare.–disse Chan, prendendo un sorso del suo tè mentre ascoltava il suo amico.

–No, tu non capisci. È letteramlmente venuto a mettere a posto il nostro giardino. Era venuto a casa mia una sola volta, mentre lo stavo accompagnando indietro da lavoro e-

–Oh? L'hai riaccompagnato a casa?

Jisung annuì. –Ero passato ad un convenience store a comprare del gelato e lui lavorava lì. Il suo turno era finito e quindi gli ho chiesto se volesse un passaggio.

–Magari voleva ripagare il tuo favore.

–Ti pare?? Gli ho solo dato un passaggio, lui è rimasto per ore sotto al sole cocente a piantare fiori nell'aiuola. E l'ha fatto per me. Chi farebbe qualcosa di simile?

–Magari sei tu a piacere a lui, allora.

–Ma non ha senso. Ci conosciamo da così poco. Nessuno farebbe così tanto per nulla. Il modo in cui si comporta..sembra quasi come se non fosse cosciente di quello che fa. Come se non vedesse tutto il tempo che passa a pensare a me. Hai notato che non esco più con voi, no?

Chan annuì. –C'è un motivo?

–Come si comporta quando non sono lì?– chiese Jisung, ignorando la domanda del suo amico.

–Beh..– disse Chan, grattandosi la nuca. –Se ne sta solo la maggior parte del tempo. Non parla molto, a dire il vero. È strano, effettivamente.

–Come può una persona così silenziosa diventare il completo opposto solo quando è con me? Non ha senso. Neanche mi conoscesse da chissà quanto. No. Sono stato l'ultimo a conoscerlo. E poi..il modo in cui mi ha cercato di fermare la prima volta che ci siamo incontrati. Pensavo stesse solo flirtando con me, ma non è così.

hypnotic. | minsungOù les histoires vivent. Découvrez maintenant