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Jisung si guardò intorno, uscendo dalla sua camera per dare un'occhiata al resto dell'appartamento e accertarsi che il suo coinquilino non fosse più lì. Si diresse poi verso la porta di casa, uscendo e chiudendosela alle spalle, scendendo con calma i gradini che portavano all'uscita del suo condominio.

I suoi occhi erano pesanti, il suo corpo coperto da vestiti larghi e colorati, un po' perché non aveva voglia di indossare qualcosa di elegante se significava stare scomodo, un po' perché quello era il suo stile. Quasi inciampò sui suoi stessi piedi mentre seguiva la stradicciola di ciottoli che portava al di fuori del giardino comune, quello stupido posto che nessuno curava e in cui non si recava mai. Sulla strada, parcheggiata in parte, c'era la sua auto. Salì senza esitare un attimo, chiudendo la portiera e sospirando quando notò che aveva bisogno di andare a fare benzina. Si risvegliò in fretta dal suo mondo nella sua testa, accettando di affrontare le sue responsabilità prima che fosse troppo tardi. Ovvero, prima di rimanere a piedi.

Una volta fatto il pieno, si diresse con la sua solita calma nel caffè in cui i suoi amici gli avevano detto che sarebbe dovuto andare. Chan aveva organizzato un incontro con altre quattro persone. Jeongin conosceva un ragazzo di nome Hyunjin, e aveva parlato loro di come era anche lui in un gruppo di quattro amici. Una cosa tira l'altra e il più socievole dei suoi amici si era ritrovato ad organizzare un incontro, stabilito per quel giorno.

Jisung era in ritardo. Di mezz'ora. Sapeva che non era una buona prima impressione, ma contava di poter far ridere i nuovi ragazzi con qualche battuta improvvisata e farseli tutti amici. Era consapevole del fatto che fosse estremamente timido e ansioso con persone nuove, ma era deciso a superare quel problema. In fondo, doveva solo essere se stesso. Sapeva di essere naturalmente simpatico.

Parcheggiò l'auto vicino al locale, spegnendo le luci solo quando sentì il rumore assordante del segnale acustico che gli ricordava di farlo, dando un'ultima occhiata al suo cellulare pieno di messaggi e chiamate che non avevano ricevuto una risposta, spegnendo lo schermo e infilando poi il telefono in tasca, prima di uscire dalla macchina e dirigersi verso l'ingresso del caffè.

I campanelli che indicavano la sua entrata risuonarono nella grande stanza, il suo sguardo raggiunse il tavolo dei suoi amici, 4 altri individui che non riconosceva. Chan lo guardò male, Changbin lo salutò con una mano, Jeongin si mise a ridere.

Jisung fece di testa sua, avvicinandosi al banco e ordinando un americano, attendendo lì in piedi finché il suo ordine non fu pronto. Pagò e afferrò il bicchiere con una mano, prendendo un sorso del liquido scuro e freddo, camminando verso il grande tavolo a cui erano seduti i ragazzi.

–Guardate chi è arrivato! Questo è il nostro pezzo forte.– disse Changbin, ridacchiando mentre indicava Jisung con una mano.

Chan attese affinché si sedesse accanto a lui, avvicinandosi al suo orecchio per lamentarsi del fatto che non era stato puntuale.

–Sono Jisung.– disse, ignorandolo, continuando a giocare con la cannuccia nel bicchiere anziché alzare gli occhi verso le altre persone. –Mi ricorderete facilmente, ve lo assicuro. Sono piuttosto..sorprendente.

–Ti ricorderanno perché non sei in grado di arrivare puntuale.– disse Jeongin con un ghigno.

–Un altro motivo per cui sono così fantastico.

–Alza gli occhi, idiota con finta alta autostima.– gli disse Chan.–Hyunjin, Minho, Seungmin e Felix. – disse poi, presentandogli i ragazzi di fronte a lui.

Jisung li guardò per un attimo confuso, non notando nulla di strano per questa volta. –Mi sono già dimenticato tutti i nomi che mi hai detto.

Ma quando alzò di nuovo gli occhi, si accorse che qualcuno era particolarmente incuriosito dal suo viso. –Cosa c'è, sono così attraente che non puoi smetterla di guardarmi? Non ti biasimo.– disse, fissando il secondo ragazzo, quello davanti a Chan.

hypnotic. | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora