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Non avrebbe detto di no ai suoi amici facilmente, in passato, ma gli piaceva la sensazione del vento tra i suoi capelli mentre era seduto affianco a Jisung, sfrecciando un po' troppo veloci lungo una strada a caso.

–Okay, okay, rallenta.– disse Minho. –Doveva essere una bella giornata, se facciamo un incidente non lo sarà.

Jisung sorrise, ascoltando il suo ragazzo anche se avrebbe preferito continuare. –Oh.

–Cosa?– chiese Minho, seguendo il suo sguardo mentre rallentava.

–Un parco giochi.

–Un parco giochi...? E quindi?

Jisung parcheggiò lungo la strada, spegnendo la sua auto. –E quindi voglio andare sull'altalena.

–Okay, andiamo a rubare i posti a quei bambini.– disse Minho, aprendo la portiera e scendendo dalla macchina, camminando velocemente verso il parco giochi, seguito da Jisung.

Sì, forse non era la cosa più morale del mondo utilizzare quelle altalene mentre dei bambini tristi li guardavano, incapaci di fare nulla a riguardo, ma non era qualcosa che li preoccupava più di tanto.

–Scusate!

Jisung girò la testa, trovando lo sguardo di una madre arrabbiata. –Oh, cattive notizie. Andiamo!– disse, alzandosi dall'altalena e afferrando la mano di Minho, correndo via con lui.

Salirono di nuovo sull'auto, continuando a gironzolare per un po' di tempo, cercando qualche posto interessante in cui andare.

–Pensavo sarei riuscito a stare più tempo su quell'altalena.– si lamentò Jisung. –Voglio dire, che cosa cambia se ho 21 anni? Un'altalena è un'altalena. Ho tutti i diritti di starci quanto voglio.

–Li avresti se fossi l'unica persona su questo mondo.

–Allora voglio comprare un'altalena tutta per me.

–Beh, sarebbe fattibile se avessi qualche posto in cui metterla.

Gli occhi di Jisung si spalancarono.–Ti ricordi quel posto sperduto in cui siamo stati qualche tempo fa?

–Mh-m.

–L'albero! Posso usare quell'albero.

–Jisung, non sono sicuro che sia una buona idea, quell-

–Andiamo!


Come si ritrovarono alla fine del pomeriggio di nuovo in quel posto, Jisung arrampicato e Minho a guardarlo dal basso leggermente preoccupato.

–Okay! Ora scendo!– disse Jisung, aggrappandosi forte e un ramo e guardando sotto di se.

–Stai attento! No, guarda quel ramo! Sì, quello.

Servirono vari minuti affinché Jisung potesse scendere senza farsi male, ma alla fine ne era valsa la pena.

Il ragazzo sorrise, sedendosi sull'altalena appena legata e assicurandosi che i nodi fossero sicuri. –Ora posso stare qui quanto voglio.

–Dovresti controllare le funi, dopo un po'. Finiranno per spezzarsi a forza di toccare il ramo.

Jisung annuì, sospirando. Sì, ora aveva quello che voleva, ma a che costo?

La loro giornata era ormai finita, e non avevano fatto niente di particolarmente entusiasmante. Voleva inventarsi qualcosa di interessante per Minho, ma era finito per fare quello che voleva, quasi come se fosse solo. Il suo sorriso si appiattì, mentre alzava la testa per trovare gli occhi del suo ragazzo.

hypnotic. | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora