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Jisung cercò di connettere la voce di Changbin a delle parole, di capire cosa stesse cercando di dirgli l'amico. Ma riuscì soltanto a guardarlo mentre si avvicinava a lui, poi abbassava lo sguardo verso la bottiglia caduta sul pavimento.

–Perché stai bevendo?– gli chiese, avvicinandosi a lui ulteriormente.

Jisung rise, tossendo un paio di volte. –Cos'altro dovrei fare?– disse, lasciando che delle lacrime uscissero dai suoi occhi, bagnandogli le guance. Non sapeva se fosse solo una reazione corporea all'alcool o se fossero le sue emozioni che lo avevano provocato.

Si sentiva ancora uno schifo. Anche se pensava che quella roba che aveva bevuto sarebbe stata in grado di fargli smettere di pensare a Minho, stava risultando il contrario.

–Okay, calmati.– disse Changbin, guardando il suo amico, preoccupato. –Non muoverti da lì. Torno subito.– disse poi, uscendo dalla stanza per andare a procurarsi qualcosa per pulire il pavimento.

Jisung si rannicchiò sul letto, tentando di fermare le sue lacrime. –Come faccio a calmarmi?–mormorò.

Changbin tornò poco dopo per mettersi a pulire il pavimento, portando via la bottiglia e aprendo la finestra per far entrare un po' di aria pulita che potesse aiutarlo a respirare.

–Ora dimmi, quanto ne hai bevuto?

–Non lo so.– rispose Jisung, prendendo un cuscino e tentando di lanciarlo contro Changbin, fallendo nell'azione dal momento che il suo braccio aveva ceduto a metà strada.

–Aspetta, vado a prendere dell'acqua.

–Changbin.– disse Jisung, portandolo a fermarsi sulla soglia della porta. –Io sono una cattiva persona?

–Mhm? Perché mi chiedi questo ora?

–Tutti mi dicono che sono irresponsabile.– disse, tirandosi su con la schiena di un po' e sbattendo la testa contro il muro, il dolore attenuato dall'alcool che ancora scorreva nelle sue vene.

Changbin si sedette sul letto, vicino a lui. –Non sei una cattiva persona.– lo rassicurò.

–E allora perché Minho non mi risponde? È colpa mia vero? È colpa mia!– disse, un'altra lacrima pesante dal suo occhio destro.

–No, Jisung-

–Perché sono così?– chiese, nascondendosi il viso tra le mani.

–Jisung, non c'è nulla che non va in te. Non è colpa tua.– disse Changbin, appoggiandogli una mano sulla spalla, ma il ragazzo sembrava non volerlo ascoltare. –Vado a prendere un bicchiere d'acqua, okay? Torno subito.– disse, sbrigandosi a prendere ciò che aveva annunciato e portandolo a Jisung, porgendoglielo.

Il controllo sul suo corpo stava lentamente tornando, se ne accorse quando vide di riuscire a reggere tranquillamente il bicchiere e portarselo alle labbra. Lo bevve in fretta, la sua gola era così secca, ne aveva bisogno. Un rivolo d'acqua scese dall'angolo della sua bocca fino a cadere sulla sua t-shirt nera. La macchia era appena visibile, ma il suo viso era ormai completamente bagnato. Dall'acqua, dalle lacrime, probabilmente dall'alcolico che aveva bevuto a quantità esagerate.

–Tutti se ne vanno, Changbin. Tutti.– disse, lasciando cadere il bicchiere sulle coperte.

–Io sono qui. Non me ne vado.

–È per questo? Sono egoista, vero? Non mi frega di te ora.

Changbin scosse la testa, comprendendo il motivo per cui avesse detto quelle parole e non rimanendo offeso. –Non combinare guai.– disse Changbin, afferrando il bicchiere e uscendo dalla stanza un'altra volta, correndo a prendere il suo cellulare e chiamando qualcuno che probabilmente sarebbe riuscito ad aiutarlo.

hypnotic. | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora