XXVIII.

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«Oggi parliamo della teoria della tristezza». Disse il professore, vestito con un maglione blu al di sopra di una semplice camicia bianca e gli stessi tipi di pantaloni degli alunni "normali". 

«Prima di questo, però, cerchiamo di capire cosa sia questo fenomeno che accade nella vita di qualunque individuo durante la propria esistenza sotto diversi punti di vista. La tristezza è un'emozione primaria che si prova nel momento in cui si sente o si crede di aver subito una perdita, dalla più insignificante alla più grave, e di conseguenza si prova una sensazione di scoraggiamento che, in generale, porta l'individuo a ridurre il ritmo delle proprie attività giornaliere...». Disegnò un piccolo schema sulla lavagna con il gesso bianco e io mi sistemai meglio sulla sedia, sentendo un freddo improvviso che poco c'entrava con le temperature. 

A pochi banchi di distanza da me, la sedia dove di solito era seduto Kyran oggi era vuota. Non c'erano le sue cose sul banco, non c'era il suo corpo vestito di buio, come il suo sguardo misterioso, o la sua testa coperta dal cappuccio della felpa. Melville lo aveva accompagnato in infermeria il giorno in cui lo strappo della tela fra me e Dantalian si era allargato e ne avevo saputo poco sul suo conto, solo perché avevo messo l'antipatia da parte ed ero andata a chiederlo proprio a colui che "se ne era occupato". Aveva detto che stava bene e che aveva bisogno di qualche giorno di riposo in più. 

Qualche giorno era passato, però lui oggi non era comunque lì. 

«In medicina, essa è caratterizzata da un aumento relativamente elevato del battito cardiaco e da piccolissime variazioni di temperatura delle mani, di solito più fredde del normale. Dal punto di vista neurobiologico attraverso studi effettuati tramite tecniche di neuroimmagine si sono evidenziati un'attivazione della corteccia prefrontale mediale, della corteccia cigolata anteriore, dell'ippocampo, dell'amigdala, dell'ipotalamo e di zone del tronco encefalico, di cui sicuramente conoscerete mezza parola a stento, ma vi assicuro che non dico baggianate-». Sorrise per via delle mezze risatine che si alzarono in classe e poi tornò serio, camminando avanti e indietro tra i banchi dell'aula. «Secondo voi, quanta correlazione si trova fra la tristezza e il senso di pesantezza che ci colpisce in quei momenti, quasi come se tutto avesse un peso maggiore attorno e dentro di noi?».

Una ragazza alzò la mano e lui le permise di parlare con un gesto della testa. «Nessuna, credo sia soltanto un'illusione. La mente non ha il potere di influenzare il corpo».

Il professore scosse la testa e si appoggiò alla cattedra. «I medici ed i filosofi dell'antica Grecia sostenevano la cosiddetta "teoria umorale" di Ippocrate. Questa teoria sostiene che il corpo umano sia composto da quattro sostanze che prendono il nome di "umori" e che devono essere mantenute in equilibrio tra esse. Quando l'equilibrio è perso, insorge la malattia, sia del corpo che dello spirito. Secondo la teoria le sostanze di cui è composto il corpo umano sono: bile nera, bile gialla, sangue e flegma. A sua volta, ciascun umore si relaziona con un elemento dell'universo e con una qualità atmosferica». Si spostò verso la lavagna e scrisse qualcosa.

Bile nera, legata alla terra, con proprietà di secchezza e freddo.

Bile gialla, legata al fuoco, con proprietà di secchezza e caldo.

Sangue, legato all'aria, con qualità di umidità e caldo.

Flegma, legato all'acqua, con qualità di umidità e freddo.

«Ippocrate e i suoi seguaci non considerarono mai la malattia come elemento puramente organico. Ritenevano la mente e il corpo un'unica realtà, pertanto quello che si verificava nella mente aveva effetti sull'organismo e viceversa. In seguito, Galeno integrò questa teoria segnalando come lo squilibrio degli umori influenzasse il nostro modo di essere, di sentire, di pensare e di comportarci». Incrociò le braccia sul petto e ci guardò in faccia uno ad uno. «Fu Galeno a supporre l'esistenza di quattro temperamenti possibili e derivanti dal predominio di uno degli umori essenziali». Li elencò sulla lavagna.

TecumWhere stories live. Discover now