5. Audrey

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Summer mi ha trascinata a fare shopping tutto il pomeriggio al centro commerciale. E ha decisamente migliorato la mia giornata. Ho preso qualche nuovo paio di jeans per il semestre e basta. Sto cercando di mettere via i soldi che guadagno dalle mance. Il desiderio di andarmene da quella casa dopo l'incidente della doccia di questa mattina, è ancora più forte ma non posso farlo se sono al verde.

E non esiste che io chieda ai miei genitori aiuto. Correrebbero in mio soccorso in due secondi. Io invece voglio imparare a cavarmela da sola al contrario di mio fratello che non si fa problemi a dipendere ancora da loro economicamente.

Sono ancora in imbarazzo se penso a quello che è successo in bagno. E furiosa. Non doveva succedere. Non con Damon. Ancora ho i brividi però se ripenso al suo sguardo carico di desiderio. In quel momento avrebbe senz'altro voluto saltarmi addosso, ma credo dipendesse solo dal fatto che ero nuda.

<<Allora, come va la convivenza con quattro ragazzi?>>, chiede Summer. Siamo nella sua macchina e stiamo tornando a casa dopo aver consumato la cena in un localino in centro.

<<Fino a questa mattina bene>>, borbotto. In effetti i primi due giorni non sono stati male. I ragazzi passano la maggior parte del tempo agli allenamenti e non li vedo spesso in giro. Il che mi va benissimo.

<<Perché? Cosa è successo?>>

Le racconto brevemente l'accaduto e lei ride così tanto che sbanda nell'altra corsia. Per fortuna la strada è vuota o ci potrebbe ammazzare.

<<Avrei voluto vedere la tua faccia>>, mi prende in giro.

<<Credimi non è stato affatto divertente>>.

Ghigna. <<Già perché farsi beccare da quel figo di Damon è un vero peccato, eh?>>

Incrocio le braccia al petto. <<Sai quanto lo detesto>>.

Scuote la testa. <<Io vedo solo quanta tensione ci sia fra di voi. Dovreste scopare e farla finita di torturarvi>>.

<<Summer!>>, la rimprovero inorridita.

Ammetto che ci ho pensato. Una volta. Due anni fa. Ma è stato prima. Prima che mi tormentasse, prima che lo conoscessi. Ora sono diventata immune alle sue fossette. Più o meno.

<<E dai, Dee! Dimmi che mi sbaglio?>>.

Non dico niente. Inutile discutere con lei. È una battaglia persa in partenza. Accosta davanti casa e dopo aver preso le mie buste dal bagagliaio, saluto Summer ed entro. Ho cercato di rimandare questo momento il più a lungo possibile.

Mi aspetto di trovarli tutti in salotto, ma mi imbatto subito in Damon. Solo. <<Ehi>>, dice con una smorfia. Ha una enorme borsa di ghiaccio appoggiata contro il fianco. E ovviamente non indossa la maglietta.

<<Ehi>>, rispondo mentre mi levo le scarpe e abbandono le buste con i miei vestiti nuovi a terra. Me ne occuperò fra poco. <<Dove sono tutti?>>

<<Sono usciti a bere qualcosa>>, risponde.

Mi siedo nel divano accanto al suo e mantengo le distanze. <<Cosa ti è successo?>>, chiedo indicando il suo fianco.

Solleva la borsa del ghiaccio e spalanco gli occhi. La sua pelle è di una tonalità blu scura. <<Quello stronzo di Trent mi ha placcato e la sua spalla si è conficcata sulle mie costole>>.

<<Sei rotto?>>, chiedo sinceramente preoccupata.

Scuote la testa. <<Solo una gran botta. Domani sarò come nuovo>>.

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