55. Audrey

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 A volte mi manchi così tanto che credo

 di non farcela. Poi ce la faccio, 

però mi manchi lo stesso.

(C. Bukowski)


Quando la madre di Audrey mi ha chiamata qualche giorno fa, chiedendomi di raggiungerli senza sapere che cosa sta succedendo a Damon, ho fatto le valigie senza fare troppe domande e ho preso il primo aereo disponibile.

Non mi ha spiegato la situazione. Ha detto che deve essere Damon a parlarmene quando sarà pronto ma che ha bisogno della mia presenza più di quanto dia a vedere. È successo qualcosa di grave. Me lo sento fin nelle ossa.

Quindi sono salita su un aereo senza sapere cosa aspettarmi al mio arrivo. Sono consapevole che non sarebbe stata una passeggiata avere a che fare con questo Damon scontroso e antipatico, ma sono forte. Posso resistere. Siamo una coppia e non solo nei momenti belli e facili.

Voglio esserci per lui anche nei momenti più bui della sua vita.

Damon è in crisi. Non so come aiutarlo. Me ne rendo conto non appena si siede al tavolo e si unisce a me e ai suoi genitori per cena. Sfugge al mio sguardo quando lo osservo, ma sento i suoi occhi bruciarmi la pelle mentre sono distratta.

La posizione del suo corpo mostra tutta la sua ostilità nei miei confronti, ma non mi lascio intimorire da lui. Sono sempre stata capace di tenergli testa. Cerca lo scontro, vuole litigare e farmi scappare. Credo che dentro di sé sia terrorizzato da ciò che gli sta succedendo anche se non so proprio di cosa si tratta.

Combatto contro un demone senza faccia.

All'inizio ammetto di aver pensato al peggio, come ad un tradimento ma se è scappato qui dai suoi genitori credo proprio che si tratti del suo passato che è tornato a tormentarlo. Forse è proprio colpa di Asher Adams. Magari mi sbaglio, ma qualcosa lo sta divorando dentro.

Fra lui e suo padre è in atto una conversazione silenziosa. Di qualsiasi cosa si tratta, la sua famiglia ne è al corrente.

Finalmente mi affronta. Incrocia le braccia al petto e si appoggia allo schienale della sedia. Ha l'aria di uno che sta per andare in guerra e uccidere qualche nemico. Me in questo caso. E forse anche sua madre che mi ha fatta venire qui. <<Cosa?>>. Dalla sua bocca esce questa parola che brucia come veleno.

Mi trattengo dall'alzarmi e tirargli uno schiaffo. <<Niente>>, rispondo calma.

Si rivolge a sua madre. <<Perchè l'hai chiamata? Se avessi voluto, l'avrei portata con me>>. Ah, ok. Questa brucia.

<<Damon!>>, lo rimprovera Jules. <<Non essere scortese. È Audrey, la tua ragazza. Deve essere qui per te>>.

Damon stringe i pugni. <<Non la voglio qui>>.

Sposto la sedia indietro bruscamente e mi alzo in piedi. Alla fine ce l'ha fatta a farmi esplodere. Gli occhi mi pizzicano per le lacrime che cerco di trattenere. Mi sta ferendo.

Pianto le unghie nei palmi delle mani per impedirmi di piangere. <<Se è questo che vuoi davvero, allora Damon è finita>>. Andarmene mi costa una fatica immensa. Non è ciò che voglio davvero.

Damon ovviamente non mi rincorre. È orgoglioso tanto quanto me, questo lo so bene. Se ci abbiamo messo due anni ad affrontare finalmente i nostri sentimenti, non oso immaginare come potrebbe andare questa volta che lo sento così distante per la prima volta da quando lo conosco.

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now