15. Audrey

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Lo stadio è pieno di gente, la maggior parte vestita di rosso e bianco, i colori ufficiali della Cornell. È una bellissima giornata di sole e sono emozionata. Adoro il football e mi piace sostenere i miei coinquilini. E poi non vedo l'ora di vederli di nuovo in giro per casa.

Questi due giorni sono stati strani. Ormai sono abituata a loro e giovedì quando sono andata in bagno e ho trovato la tavoletta del water abbassata mi sono quasi arrabbiata. E poi mi mancano le cene cucinate da Damon. Sono sopravvissuta con il cibo d'asporto perché non volevo bruciare la casa.

Insomma, mi sono mancati tutti loro, ma i miei pensieri sono sempre stati solamente per Damon. È la persona che mi è mancata di più. Sono arrivata perfino a rimpiangere i nostri battibecchi e le nostre litigate. Sono davvero messa male.

Summer mi tira una gomitata contro il fianco per attirare la mia attenzione. <<Mi era mancata questa atmosfera! Sono più nervosa io dei ragazzi che devono scendere in campo>>, dice facendo saltellare il suo ginocchio su e giù.

<<Anche a me! E poi non sono riuscita nemmeno ad augurare loro buona fortuna visto che sono senza telefoni da due giorni>>.

<<Dai, questa sera li avrai di nuovo tutti per te>>, scherza.

Vero. Ma a parte mio fratello è solo di uno che mi importa. E non vedo l'ora di vederlo. Come diavolo ci sono arrivata a questo punto? <<Per una sera vorrei non lavorare>>.

<<Hai deciso di restare dai ragazzi, no? E non ti fanno nemmeno pagare l'affitto. Forse potresti lasciare il lavoro?>>

Scuoto la testa. <<No, lasciare no. Forse diminuire i turni e lavorare solo il weekend>>, dico alzando le spalle.

Lo speaker richiama la folla e inizia a presentare la squadra di casa. Elenca uno ad uno i giocatori che fanno il loro ingresso in campo. Un boato esplode per mio fratello e la gente urla il suo nome, specie le ragazze. Micah manda baci a destra e sinistra facendo sospirare le mie vicine di posto. Se solo sapessero che non sa tenerselo nei pantaloni...

<<E ora alziamoci tutti in piedi! È giunto il momento dell'uomo più importante: il capitano Damon Baker!>>, urla al microfono.

Ed eccolo. Damon corre fuori dal tunnel, casco alla mano e sorride felice. Dio, ho i brividi. Sono due giorni e mezzo che non lo vedo e qualcosa si rimescola nel mio stomaco. Un'emozione strana si fa strada nel mio petto. Ho occhi solo per lui.

Si è rifatto la barba e i suoi compagni gli hanno disegnato sulle guance due segni neri. I suoi occhi verdi si guardano attorno come se stesse cercando qualcuno e saluta il pubblico con la mano. Il sorriso che ha stampato in faccia è il suo solito di circostanza. Niente fossette.

I suoi compagni si raccolgono attorno a lui e sembra stia facendo un breve discorso prepartita. Dura appena qualche secondo e torna a guardarsi attorno. Passa in rassegna il settore dedicato ai biglietti dei giocatori e quando i nostri occhi si incrociano, lascia andare un sospiro e mi fa l'occhiolino.

Me. Stava cercando me.

Il coach lo richiama e corre a bordo campo. È stato un momento, appena un battito di ciglia ma al mio stupido cuore traditore non importa. Sembra stia per esplodere. Per un solo istante siamo stati racchiusi nella nostra bolla.

Summer osserva la scena a bocca aperta. <<Da quando tu e Damon vi fate gli occhi dolci?>>, chiede alternando lo sguardo da me a Damon che ora è una macchia rossa in mezzo ai suoi compagni.

Scuoto la testa ancora in subbuglio. <<Non ci facciamo gli occhi dolci. Siamo amici, credo>>.

<<Quanto sei ingenua?>>, dice sorridendomi, <<Quel ragazzo ti muore dietro dal primo anno. Pende letteralmente dalle tue labbra>>.

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now