14. Damon

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Il coach ci porta appena fuori città in un posto sperduto in mezzo al nulla ma provvisto di un campo da football abbastanza decente da permetterci di allenarci. Appena siamo saliti sul pullman della squadra, ci ha confiscato i telefoni e ha detto che se facciamo i bravi ci lascerà usarli venerdì sera.

È un vero strazio ma sono anche felice di passare ventiquattro ore lontano dai social. ESPN sta già parlando di me da una settimana e ho un'intervista fissata dopo la partita, negli spogliatoi. Non il mio momento preferito.

Questa per me sarà l'ultima stagione al College e spero di essere preso in una squadra professionistica. È il mio sogno cazzo e se farò bene questa stagione probabilmente potrò essere scelto. Devo solo essere notato.

Firmare con una squadra professionistica sarebbe un cazzo di regalo dopo tutto lo schifo che ho vissuto da bambino. La mia fottuta rivincita.

È venerdì sera e sono stanco. Mi fa male ogni parte del corpo per colpa di un allenamento brutale. Non c'è differenza rispetto agli altri giorni ma non sto affatto riposando bene e sono sfinito. Una certa moretta occupa i miei pensieri al punto da privarmi il sonno. Quando chiudo gli occhi vedo Audrey. Cazzo, perfino quando sono sveglio vedo solo lei.

Non so che cosa mi stia succedendo.

Non ci vediamo da due giorni e prima che si trasferisse era una circostanza abbastanza normale. Andavo al Red solo per tormentarla qualche minuto, ma da quando condividiamo la stessa casa sono totalmente dipendente da lei.

So che cosa significa questo. Solo che non sono pronto ad ammetterlo a voce alta. Mi sono preso davvero una brutta sbandata. Penso a lei di continuo. 

Ecco quanto sono preso male.

Siamo seduti in un tavolo lungo sotto un tendone improvvisato e stiamo consumando la cena preparata dalla moglie del coach. Finalmente questa sera ci lasceranno i nostri telefoni per un'ora per telefonare alla famiglia e l'unica cosa a cui sto pensando è scrivere ad Audrey.

Sta sera è di turno al Red e ho pochissimo tempo prima che lo spenga per il turno. Dopo cena, mi precipito dall'assistente del coach, Matt e mi faccio consegnare il telefono. Lo accendo e aspetto. Lo schermo si illumina e arrivano diverse notifiche, fra queste lampeggia il nome di Audrey. E va in ordine di incazzatura.

AUDREY: CIAO DAMON! SO CHE SEI IMPEGNATO CON GLI ALLENAMENTI MA A CASA SI È ALLAGATO IL BAGNO.

AUDREY: HO CHIAMATO ANCHE MICAH! SEI VOLTE! PERCHE' NESSUNO MI RISPONDE?

AUDREY: SONO INZUPPATA FIN SOPRA I CAPELLI E VOI MI IGNORATE?

AUDREY: È USCITO L'IDRAULICO. IL CONTO LO SALDATE VOI TESTE DI CAZZO CHE NON RISPONDETE!

I messaggi si bloccano qui. L'ultimo risale a questa mattina. Ho un sorriso enorme stampato in faccia. Adoro Audrey quando è così focosa e me la sto immaginando tutta arrossata a scrivere furiosamente nel telefono.

Entro nel dormitorio deserto, mi butto sul mio letto e la chiamo. Ho solo venti minuti prima che inizi il turno. Ho poco tempo.

Risponde al terzo squillo. <<Ah ma allora sei vivo! Dove eri quando avevo bisogno?>>, sbotta.

Sorrido. Se fosse davanti a me in questo momento non mi permetterei mai di farlo o mi picchierebbe. <<Ehi, fragolina! Senti, mi dispiace ma ci hanno ritirato i telefoni appena siamo arrivati qui. Ce lo stanno lasciando solo per poco>>, spiego.

Sospira. Credo che la rabbia le sia passata almeno un po'. <<Quindi non mi stavi evitando?>>

Vorrei tanto che lei fosse con me in questo momento. <<No, non ti sto evitando di proposito. E poi perché dovrei? Cosa ti frulla in quella bella testolina?>>

<<Non lo so nemmeno io. Credevo fossi arrabbiato>>.

<<Nah, fragolina. È tutto apposto. Anzi mettimi il conto sulla scrivania in camera che ci penso io, va bene?>>

<<Ho già pagato. Non ero seria quando ho scritto quel messaggio>>, dice.

<<Non importa, ti darò almeno la metà e non discutere>>, mi impongo.

<<Va bene>>, acconsente. <<Come sta andando il ritiro?>>

Mi sistemo il cuscino dietro la testa. <<Non credo di essermi mai allenato così tanto. Sono totalmente concentrato ma anche stanco>>. Stanco perché mi tieni sveglio la notte.

<<Non avrei mai pensato di dirlo ma non vedo l'ora torniate a casa. È troppo silenziosa e troppo calma>>.

Scoppio a ridere. <<Stai dicendo che ti manco?>>

La vedo che alza gli occhi al cielo. <<Non solo tu, ma tutti voi>>. Beh, è già qualcosa.

<<Tranquilla fragolina. Domani torno a darti il tormento e rimpiangerai questo momento>>.

Ridacchia. <<Sì, lo penso anche io>>, risponde.

<<Come vanno le cose a parte il bagno allagato?>>

La sento muoversi e se chiudo gli occhi la vedo mentre cammina per la sua stanza. <<Bene. Summer è venuta a farmi compagnia ieri notte>>. Sono contento. L'idea che resti sola non mi piace, specie dopo le aggressioni che sono avvenute in quel quartiere l'altra notte.

Chiacchieriamo un altro un po' e quando arriva al Red siamo costretti a chiudere la telefonata. <<Buon lavoro fragolina>>, dico con voce triste. <<Ci vediamo domani sera>>.

<<Buonanotte Damon. Fa il bravo>>.

Sorrido. <<Questo non lo posso promettere>>, scherzo.

<<Idiota!>>, mi riprende. <<Devo andare sul serio e mi hai già fatto fare tardi>>.

<<Ah io ti ho fatto fare tardi?>>, scherzo. Non voglio smettere di parlare con lei.

<<Damon! Ti prego riattacca e lasciami andare a lavorare>>, dice divertita.

<<Sognami sta notte fragolina>>. E riattacco con un sorriso che va da orecchio a orecchio.

Torno dai miei compagni che hanno acceso un falò improvvisato in un angolo di prato dentro ad una sorta di braciere. Ci sediamo tutti attorno e il coach si alza in piedi. Di solito non è uno da discorsi, ma a quanto pare quest'anno ha deciso di cambiare la tradizione.

<<Da domani e per le prossime settimane, alcuni di voi si giocheranno il proprio futuro e per altri invece sarà solo l'inizio della carriera al College. Comunque vadano le cose, sono fiero del lavoro che abbiamo svolto già in queste settimane e non credo di aver mai avuto una squadra pronta come quest'anno. Il motivo per cui vi ho voluto qui tutti è per tenervi lontano dalle distrazioni, dai media e dalle fidanzate. Domani voglio che scendiate in campo e diate il meglio di voi stessi! Non per me, ma per voi, per ricordarvi per sempre di quel momento lì quando sarete vecchi come me!>>.

Partono le urla dei miei compagni e mi unisco a loro. Domani abbiamo una partita da vincere, cazzo.

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now