EPILOGO 2.0

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 Audrey

Hai un posto nel mio cuore che nessun altro potrebbe avere.

(F. S. Fitzegarld)

Damon è una stella. Brilla per quanta luce emana in questo momento. Non potrei essere più orgogliosa di lui. Ha realizzato il suo sogno da bambino spezzato. Ha appena avuto la sua rivincita. Ed io sono la fortunata con cui l'ha condivisa.

I suoi nuovi compagni lo stanno sollevando in aria dopo la vittoria e il suo touchdown. I suoi occhi non si staccano mai dai miei. Ho il cuore che scoppia d'amore per lui. È felice. Così tanto rispetto a quello che ha dovuto passare qualche mese fa.

Quando mi aveva detto che non aveva intenzione di incontrare la sua madre biologica ne ero rimasta sorpresa. Credevo avesse bisogno di confrontarsi con lei per chiudere un capitolo.

Ora, invece, sono felice non l'abbia fatto.

Sta bene, davvero davvero bene. Raramente ha gli incubi e quelle pochissime volte in cui succede, restiamo svegli a parlare per ore. A volte si trasformano nelle mie notti preferite.

Vivere con Damon è un'esperienza. Lui cucina tutte le sere per me e finalmente possiamo sfruttare ogni angolo della casa senza paura che qualche coinquilino impiccione, entri all'improvviso. Damon trova sempre dei modi creativi per farmi toccare le stelle con un dito.

Litighiamo spesso. Non litigi gravi come quelle coppie tossiche. Direi più che sono schermaglie amorose. Proprio come quando ci siamo conosciuti. Non abbiamo mai smesso di essere così passionali.

Micah mi circonda le spalle con un braccio. <<Il nostro ragazzo si è fatto grande>>, scherza. Anche lui è orgoglioso del suo amico.

Annuisco. <<Sì e il prossimo sarai tu. Magari proprio qui, a Chicago>>.

<<Sarebbe un sogno>>.

Appena mettono Damon a terra, lui corre da noi. Si leva il casco e lo abbandona da qualche parte. Appena mi ha di fronte, mi solleva da terra e mi fa roteare intorno. Stiamo entrambi ridendo.

Si blocca e circondandomi le guance con le mani ancora guantate, mi bacia. Un bacio talmente profondo che mi fa tremare le ginocchia. Mi sfiora il labbro inferiore con la sua lingua calda e mi manca il respiro. Possibile che dopo un anno sia ancora tutto così intenso?

Mi aggrappo ai suoi capelli sudati e attorciglio la lingua attorno alla sua. I suoi baci non mi bastano mai.

<<Ora vomito>>, protesta Micah accanto a noi. Non è serio. Ci sta osservando divertito.

Damon si stacca e mi rimette con i piedi per terra. Sono completamente intontita. Micah e Damon si scambiano un abbraccio con pacca sulla spalla spezza ossa. <<Hai spaccato>>, gli dice mio fratello.

<<Grazie, amico>>.

<<Ora se non vi spiace, devo prendere un aereo. Domani mattina abbiamo allenamento all'alba. Ci sentiamo nei prossimi giorni>>. Micah mi bacia una guancia.

<<Ciao, fratellino. Vai piano>>, mi raccomando. Mi fa l'occhiolino prima di sparire nel fiume di gente che sta uscendo dallo stadio.

Damon mi circonda la vita con le braccia e mi tirò contro il suo petto. <<Allora, sei pronta per la serata?>>.

Mi guardo. Indosso un paio di pantaloncini di jeans dato che è ancora agosto e la sua maglia. <<Devo venirci così?>>, domando.

Ammicca. <<Sei super sexy, fragolina. Certo che vieni vestita così>>.

Lo spingo via. <<Va' a lavarti allora. Puzzi>>, dico arricciando il naso. In realtà non è vero. Adoro il suo profumo.

Ride e scuote i capelli gocciolanti. <<Sissignora>>. Scappa via e so che ci metterà un po' prima di uscire dallo spogliatoio. Ha un paio di interviste fissate post partita.

Mi rimetto comoda al mio posto e il mio telefono inizia a suonare. Quando leggo il nome, sorrido.

<<Ehi, S>>, rispondo alla mia migliore amica.

<<Dee! Come è andata la partita di Damon?>>

<<Bene e quella di Dylan?>>, domando ridendo. Alla fine Dylan aveva ceduto. Dopo tre lunghi mesi di agonia, lui e Summer si sono messi assieme. Ora sono davvero felici. Peccato che mi abbia portato via la mia amica. Mi manca da morire.

<<Non ha giocato, ma almeno hanno vinto>>.

<<Arriverà il suo momento>>.

<<Già>>, conferma. <<Allora, cos'ha in programma Damon per il vostro anniversario? Serata bollente o tranquilla?>>.

Ridacchio. <<Non lo so. Non me lo ha detto>>.

<<Beh, domani sera ti chiamo che voglio i dettagli. Ti voglio bene Dee!>>.

<<Ciao, pazza! Ti voglio bene anche io>>.

Damon riesce a scappare un'ora dopo. Il sole è già tramontato e gli unici rimasti allo stadio sono i giocatori e i giornalisti. Mi viene incontro sorridendo, quello micidiale con le fossette, e il borsone gettato sopra ad una spalla.

Allunga una mano verso di me. <<Andiamo?>>, chiede.

La afferro subito, senza esitare. <<Andiamo>>.

Guida per mezz'ora e per tutto il tempo parliamo. Analizziamo la partita assieme e mi racconta delle emozioni che ha provato durante il suo debutto come professionista. Ora con me si apre sempre tantissimo. Mi fa sentire davvero importante. Amata.

Ci fermiamo davanti un albergo. <<Ok, dove siamo?>>, chiedo perplessa.

Mi fa l'occhiolino. <<Ora lo scoprirai>>.

Entriamo nella hall e Damon si dirige verso l'ascensore senza dire nulla a nessuno. Strano. Una volta dentro mi dice: <<Voltati>>. Obbedisco e mi benda gli occhi. <<Ci siamo quasi>>, sussurra contro il mio collo. Rabbrividisco all'istante.

L'ascensore si ferma poco dopo e lui mi guida appoggiando le mani sulle mie spalle. <<Ora ti levo la benda>>. Scioglie il nodo e resto sorpresa. Siamo sulla terrazza dell'albergo e ai nostri piedi abbiamo la città illuminata. Il panorama è mozzafiato. Al centro c'è un tavolo apparecchiato per due a lume di candela.

Oh, wow! Sono senza parole.

<<Come ci sei riuscito?>>, chiedo voltandomi fra le sue braccia.

<<Ora sono uno che conta, fragolina. E ho promesso al proprietario dell'albergo che gli avrei regalato due abbonamenti per la stagione>>.

Gli stampo un bacio sulle labbra. <<E' perfetto. Grazie>>.

Ricambia il bacio. <<Buon anniversario, fragolina>>.

La cena è davvero ottima. Il vino speciale. Sono davvero sorpresa. È un gesto così romantico. Damon riesce sempre a sorprendermi. <<Fragolina, vieni qui?>>, mi chiede quando finiamo di mangiare.

Mi alzo e vado a sedermi sulle sue gambe. <<Mm, molto meglio>>, dico nascondendo il viso contro il suo collo per respirare il suo profumo.

<<Fra un anno potremmo non essere più in questa città>>, dice all'improvviso.

<<Sì, lo so>>.

<<Sicura di voler passare una vita così, fragolina? Sempre in viaggio?>>.

Sorrido. <<Anche più di prima, Damon>>.

<<Potremmo dover cambiare spesso casa>>.

Lo guardo negli occhi. <<Non importa. Casa non sempre è un posto, Damon e per me, casa sei tu>>.

Si commuove. <<Anche tu sei casa, fragolina>>.

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now